Blog


Minacce al presidente Fugatti. La solidarietà di Cgil Cisl Uil
Cgil Cisl Uil del Trentino esprimono vicinanza e solidarietà al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, vittima di un vile atto intimidatorio. La lettera contenente un proiettile che sarebbe dovuta essere recapitata al presidente della Giunta è una manifestazione, purtroppo, del clima pesante che stiamo vivendo e impone a tutti, istituzioni e società civile, di mantenere la barra dritta con comportamenti e atteggiamenti responsabili che non alimentino né cedano al ricatto di chi soffia sul fuoco del malessere sociale per creare ulteriore tensione.
Resta il fatto che la divergenza di idee e le espressioni di dissenso, che rappresentano comunque un valore nella dinamica del confronto democratico, non possono mai e in alcun modo tentare di affermarsi attraverso la violenza né l’azione istituzionale e politica può essere ostaggio di minacce e ricatti. Cgil Cisl Uil condannano dunque con fermezza quanto accaduto e auspicano che le forze dell’ordine individuino nel più breve tempo possibile i responsabili.
Trento, 11 gennaio 2022


HAI TRA I 18 E I 28 ANNI?
ADERISCI AL SERVIZIO CIVILE DIGITALE ITAL – IL PATRONATO DEI CITTADINI
INFORMA ITAL II
Totale volontari 19
SOCIETÀ CONNESSA
Totale volontari 29
HAI TEMPO FINO ALLE 14:00 DEL 10 FEBBRAIO 2022
La durata del progetto é di 12 mesi con un impegno di 25 ore settimanali e un compenso di 444,30
Leggi un estratto del nostro progetto, verifica modalità e requisiti sul sito www.italuil.it
Scarica il pdf: Servizio-Civile-ITAL-UIL prorogato


Caro bollette. Dalla Provincia servono interventi immediati a sostegno delle famiglie. Mentre l’inflazione supera il 2%, tra energia elettrica e gas naturale in arrivo spese aggiuntive per circa mille euro in anno. Cgil Cisl Uil scrivono al Presidente Fugatti. “Si adottino misure urgenti per ridurre l’impatto del caro bollette sul potere d’acquisto di lavoratori e pensionati”.
Anche in Trentino gli indici dell’andamento dei prezzi al consumo stanno lievitando mese dopo mese. L’inflazione media in Trentino infatti, a novembre dello scorso anno, ha già raggiunto il 2% e quindi con tutta probabilità a fine 2021, considerati i dati anticipati dall’Istat a livello nazionale che per il mese di dicembre vedono un ulteriore e significativo incremento dell’indice dei prezzi, anche questa soglia verrà superata portando l’inflazione media annua a livelli mai riscontrati negli ultimi dieci anni.
“Siamo molto preoccupati dai dati dell’inflazione – dichiarano a questo proposito i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Soprattutto perché questo andamento anche in Trentino è trainato dal costante incremento dei prezzi dei prodotti energetici che rappresentano una porzione considerevole della spesa delle famiglie residenti nella nostra provincia, anche in considerazione del peso dei costi relativi al riscaldamento domestico nel periodo invernale. Per questo abbiamo scritto al presidente Fugatti affinché si apra immediatamente un confronto per adottare misure urgenti, in aggiunta a quelle previste dal Governo Draghi, per ridurre l’impatto del caro bollette sul potere d’acquisto di lavoratori e pensionati nella nostra provincia”.
I sindacati trentini citano i dati riferiti dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente secondo la quale solo nel primo trimestre di quest’anno si registreranno nuovi aumenti del prezzo del gas naturale che, pur con l’applicazione delle riduzioni dell’Iva previste dal Governo nella legge di bilancio, comporteranno una variazione della spesa complessiva per una famiglia tipo pari ad un +41,8% rispetto al trimestre precedente. Lo stesso dicasi per il costo dell’energia elettrica che tra gennaio e marzo di quest’anno aumenterà ulteriormente provocando un incremento della spesa del 55% rispetto all’ultimo trimestre del 2021.
“Questi – proseguono Grosselli, Bezzi e Alotti – rappresentano solo gli ultimi aumenti delle bollette che proseguono ormai ininterrottamente da tre trimestri. A luglio infatti si erano già registrati aumenti rispettivamente del 10% e del 15% dei prezzi di elettricità e gas, seguiti tre mesi dopo, a ottobre, da ulteriori rincari rispettivamente del 30% e del 14%”. Tanto che il prezzo di riferimento dell’energia elettrica è più che raddoppiato in un anno passando da 20 a 46 centesimi di euro per kilowattora, mentre il prezzo del gas naturale al metro cubo è salito dai 70,66 ai 137,32 centesimi di oggi.
Il peso di questi aumenti sui conti correnti delle famiglie è ragguardevole. “Basti pensare – ricordano allarmati i segretari generali di Cgil Cisl Uil – che una famiglia tipo potrebbe registrare un aumento dei costi complessivi dell’energia elettrica di circa 334 euro annui, mentre per il gas i rincari della bolletta potrebbero raggiungere i 610 euro. In totale si tratta di quasi 950 euro di spesa aggiuntiva in un anno, che potrebbero addirittura incrementarsi nel corso del 2022”.
Gli interventi del Governo Draghi previsti dalla legge di bilancio daranno un sicuro beneficio a molte famiglie numerose e quelle vicino alla soglia di povertà, visto che sono stati rafforzati il bonus elettrico e il bonus gas. “Purtroppo – concludono Grosselli, Bezzi e Alotti – restano scoperti i nuclei famigliari con condizioni economiche medio-basse e medie che subiranno quindi una significativa contrazione del proprio potere d’acquisto in un momento particolarmente delicato per la situazione economica e sociale del Trentino”. Di qui la lettera inviata a Fugatti affinché anche la Provincia si attivi per sostenere le famiglie alle prese col caro bollette.
Trento, 8 gennaio 2022
Scarica la lettera inviata al presidente Fugatti: 4_5965328898307656530

Covid-19. Per Cgil Cisl Uil serve l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione. Dichiarazioni dei segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti
L’estensione dell’obbligo vaccinale a chi ha più di 50 anni va nella giusta direzione, ma resta una soluzione parziale. Cgi Cisl Uil infatti chiedono fin dalla scorsa estate che il Governo e il Parlamento si assumano la piena responsabilità di imporre l’obbligo di vaccinazione anti-Covid per tutta la popolazione. Il virus infatti non si diffonde solo sui luoghi di lavoro dove semmai le norme e i protocolli siglati dai sindacati hanno permesso di ridurre significativamente il rischio di focolai anche nel bel mezzo delle ondate dell’autunno 2020 e dei primi mesi del 2021.
Di fronte al dilagare dei contagi di queste ultime settimane, la vaccinazione resta infatti l’argine decisivo per evitare il sovraccarico del sistema sanitario e ospedaliero e quindi per tutelare concretamente la salute pubblica. Solo aumentando il tasso di immunizzati anche in Trentino sarà quindi possibile evitare nuove restrizioni e garantire la piena continuità di tutte le attività economiche, sociali ed educative.
Lo dimostrano anche i dati di questi giorni rispetto alle ospedalizzazioni. Un anno fa, durante la seconda ondata quando il numero di nuovi contagiati aveva raggiunto anche una media di circa 900 casi giornalieri nonostante forti restrizioni nella mobilità, nell’apertura dei pubblici esercizi e nell’accesso ai servizi scolastici, i ricoverati in ospedale i primi giorni di gennaio non erano ancora scesi sotto la soglia delle 400 unità. Oggi invece, con quasi tutte le attività ancora aperte e oltre 1.500 nuovi casi in media alla settimana sostenuti da una variante ancora più contagiosa di quelle dello scorso anno, i ricoveri sono di ben due terzi inferiori. L’unica vera differenza rispetto ad allora è la presenza di vaccini sicuri ed efficaci.
Per questo l’invito dei sindacati trentini resta quello di aderire convintamente alla campagna di vaccinazione come atto di salvaguardia della propria e altrui salute e come strumento per evitare un nuovo pericoloso sovraccarico del sistema sanitario.
Trento, 7 gennaio 2022

Occupazione. A ottobre nuove assunzioni in crescita, ma aumenta la precarietà. Cgil Cisl Uil: rispetto alla fase pre pandemia, contratti stabili a -13,3%. Gli incentivi alle imprese per le stabilizzazioni sono stati un flop. Dal Pnrr ci attendiamo lavoro stabile e di qualità
Continua anche ad ottobre la ripresa dell’occupazione in Trentino quando le assunzioni complessive sono in linea con quelle registrate nel 2019. Ma sempre rispetto alla fase pre-pandemia si registra un fenomeno preoccupante: gli impieghi a tempo indeterminato sono ben il 9,4% in meno rispetto al 2019. Se a questi dati si aggiungono le mancate stabilizzazioni nello stesso periodo i contratti stabili segnano un meno 13,3%.
Insomma le occasioni di lavoro sono in forte crescita ma troppo spesso sono ancora precarie. Così solo a ottobre di quest’anno le assunzioni sono aumentate del 26,5% allo stesso mese del 2020, per un totale di 2.357 nuove attivazioni. Segno più anche nel confronto con il 2019, prima del Covid, con un incremento del 13,9% (+1.370). L’occupazione è dunque in fase di forte ripresa, tanto che si è ormai quasi recuperato totalmente il gap rispetto al 2019, come dimostrano i dati relativi ai primi dieci mesi dell’anno dove l’andamento resta inferiore ma solo dello 0,3%.
E’ quanto emerge dalla nota mensile sul mercato del lavoro elaborata dall’ufficio studi di Agenzia del Lavoro. Se sul trend positivo del mercato del lavoro locale ci sono pochi dubbi è necessario interrogarsi sulla qualità del lavoro offerto. Le imprese anche in Trentino dimostrano di guardare con fiducia alla fase di ripresa, ma diventano molto caute quando si tratta di assumere a tempo indeterminato, scaricando di fatto sul lavoro le incertezze rispetto all’andamento del Covid ma anche a quello dei prezzi delle materie prime. Nei primi dieci mesi del 2021, l’88% delle attivazioni riguarda infatti forme di lavoro non stabile con un aumento del 30,2% dei contratti in somministrazione e del 11,9% di quelli a tempo determinato rispetto al 2020. Sono solo il 12% del totale le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
“Tra nuovi contratti e stabilizzazioni, oggi mancano all’appello ben 3.100 contratti a tempo indeterminato nel confronto tra i primi dieci mesi del 2021 e del 2019. Una delle priorità delle politiche del lavoro trentine deve essere proprio quella di ridurre la precarietà – spiegano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi che seguono le dinamiche del mercato del lavoro per Cgil, Cisl e Uil -. Ma neppure gli incentivi alle imprese introdotti a fine 2020 dall’assessore Spinelli hanno sortito alcun effetto, anzi sono stati un costosissimo flop per le finanze pubbliche provinciali, visto che sono stati spesi fino ad oggi ben 7,5 milioni di euro per registrare, pur in presenza ormai dello stesso numero di assunzioni complessive, ben il 13,3% in meno di contratti stabili tra gennaio e ottobre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019”. Gli incentivi straordinari varati a dicembre 2020 dalla Giunta Fugatti permettevano alle aziende di ricevere un contributo fino a 6mila euro per stabilizzazioni o nuove assunzioni a tempo indeterminato anche di chi non aveva neppure un giorno di disoccupazione alle spalle, rischiando così di coprire di fatto contratti di lavoratori forti che sarebbero comunque stati assunti. Fino a metà dicembre – i termini per presentare la domanda scadono però a metà gennaio 2022-, la misura ha coinvolto circa 1.200 aziende per circa 1.600 lavoratori e con un costo complessivo appunto di 7,5 milioni di euro.
Nel confronto con i primi dieci mesi del 2020, le assunzioni delle imprese trentine crescono di 14.759 unità e del +12,8% (dalle 115.581 alle 130.340). La domanda di lavoro aumenta nel secondario (+4.415 assunzioni per un +31,4% rispetto al 2020, ma anche +1.376 con un +8,1% rispetto al 2019) e nel terziario (+10.754 e +14,6%), mentre cala in agricoltura (di 410 e -1,5%). Sempre rispetto all’anno scorso è positivo anche il saldo occupazionale, cioè l’attivazione di nuovi rapporti di lavoro supera le cessazioni: tra gennaio e ottobre si è registrato un saldo tra assunzioni e cessazioni pari a 10.706 unità, valore raggiunto grazie un calo delle cessazioni rispetto al 2020 di quasi 5.000 unità.
Di fronte a questi dati il nodo cruciale per i sindacati resta il tema della qualità del lavoro legata agli investimenti del Pnrr. “Non può esserci ripresa economica senza qualità e stabilità del lavoro. Se la Provincia incasserà a breve la prima tranche di risorse per finanziare le politiche attive del programma GOL, nel corso del 2022 arriveranno anche i primi investimenti sugli interventi previsti dal resto del Pnrr. Grazie alla mole di questi investimenti non possiamo accontentarci di tornare alla situazione precedente la pandemia, ma dobbiamo puntare a impieghi di maggiore qualità, meglio retribuiti e sempre più produttivi. Per farlo serve un vero monitoraggio e confronto sugli investimenti del Pnrr in Trentino che fino ad oggi è mancato”.
30 dicembre 2021

Aumenti tariffari provinciali: per CGIL CISL e UIL è ora di cambiare metodo.
La bocciatura del Consiglio delle Autonomie locali dell’esorbitante aumento delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti che oggi la Giunta delibererà, era già stata al centro di quesiti e richieste di chiarimento e contrarietà alla misura dell’incremento (40% da subito) da parte dei componenti sindacali del Tavolo Tariffe.
Con la giustificazione della pandemia e dell’urgenza dei provvedimenti via via posti all’attenzione del Tavolo Tariffe è sempre più frequente l’interrogazione via mail a poche ore a ridosso delle deliberazioni della Giunta su provvedimenti spesso molto impattanti sulle tasche dei cittadini / contribuenti e sui servizi pubblici. Anche perché spesso sono riferibili in Trentino, come questo delle tasse per i rifiuti o quelli del trasporto Urbano o delle tariffe delle mense scolastiche, direttamente alla Provincia Autonoma e quindi agli Enti Locali ed alle relative società strumentali.
Sul metodo quindi si chiede alla Giunta un maggior rispetto dei tempi di valutazione e consultazione del Tavolo Tariffe e possibilmente una calendarizzazione più attenta e calibrata delle riunioni, magari raggruppate per materie e interesse.
Riguardo specificatamente al merito della questione rifiuti indifferenziati ed alla vicenda collegata dal Vicepresidente Tonina dell’attivazione di nuove o vecchie discariche, Cgil Cisl e Uil invitano la Giunta a ragionare e concertare con gli Enti locali, le parti sociali e le associazioni ambientaliste la messa in atto di nuove modalità di gestione del ciclo dei rifiuti ed ad utilizzare le risorse rinvenienti dal PNRR ed in particolare quelle destinate alla Missione 2 : “Rivoluzione ecologica e transizione ecologica”.
Trento, 30 dicembre 2021