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07 Ott
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Parità di genere. Le tre preferenze sono un passo indietro. Cgil Cisl Uil: così si indebolisce la democrazia paritaria e si rende più difficile la partecipazione delle donne alla vita politica

Parità di genere. Le tre preferenze sono un passo indietro Cgil Cisl Uil: così si indebolisce la democrazia paritaria e si rende più difficile la partecipazione delle donne alla vita politica

Dichiarazioni dei segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti

Ritornare alle tre preferenze sulle schede elettorali sarebbe un grave passo indietro per la nostra comunità. E non si facilita l’accesso  paritario di genere alle istituzioni  dei cittadini e delle cittadine oltre a svalutare la  parità di genere quale  priorità che riguarda il Trentino, o almeno le sue istituzioni.
Inoltre limitarsi ad affermare che non è l’imposizione di una doppia preferenza donna/uomo che facilita la partecipazione della popolazione alla vita politica e che servirebbe ben altro è solo ipocrisia. Siamo tutti consapevoli che la partecipazione femminile alla vita pubblica si costruisce con un percorso lungo che deve abbattere ostacoli culturali e materiali, oltre a creare un più diffuso e ampio sistema di conciliazione. Costringere la nostra comunità a tornare indietro ed arretrare da posizioni gia’ difficilmente raggiunte e’  cosa negativa, come e’ ipocrita l’affermazione di qualche politico che la previsione di un numero maggiore di preferenze ampli la possibilità di scelta dell’elettore quando i dati dimostrano che nella maggior parte dei casi sulla scheda elettorale si esprime una sola preferenza.

6 ottobre 2021

 

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07 Ott
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Pnrr. Serve trasparenza e coinvolgimento sulle risorse e sulle priorità per il Trentino

Pnrr. Serve trasparenza e coinvolgimento sulle risorse e sulle priorità per il Trentino

Cgil Cisl Uil: la Giunta continua a sottrarsi al confronto con le parti sociali, mentre ad oggi al nostro territorio sono destinati fondi insufficienti. Il rischio è quello di non cogliere un’occasione irripetibile

“Sulle risorse assegnate al Trentino dal Piano nazionale di resistenza e resilienza non c’è ancora adeguata chiarezza e manca un vero coinvolgimento degli attori economici e sociali. Si rischia così di non cogliere appieno un’occasione storica, irripetibile non riuscendo ad attrarre sul nostro territorio risorse adeguate su alcuni importanti investimenti. Ad oggi le cifre apparse sulla stampa locale o emerse a seguito di interrogazioni in Consiglio provinciale sono al di sotto delle attese e dunque assolutamente insufficienti”. Lo dicono i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil che su priorità, progetti e risorse legate al Pnrr da tempo hanno chiesto alla Giunta provinciale di aprire un tavolo di discussione. Fino ad oggi, però, l’Esecutivo si è sottratto ad ogni forma di confronto, scegliendo di imboccare una strada opposta rispetto a quanto definito a Roma tra Governo e parti sociali. “Si sta giocando una partita cruciale per lo sviluppo futuro della nostra terra. Per questo serve maggiore trasparenza sul confronto tra la Giunta provinciale e il Governo riguardo i fondi europei. Sulla stessa entità di risorse si inseguono balletti di cifre, ma tutto è ancora molto incerto”, incalzano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti che fanno notare che potrebbero essere destinati alla provincia anche più di due i miliardi di euro. “Siamo certi che le strutture della Provincia stiano lavorando con il massimo impegno per portare in dote al nostro territorio quante più risorse possibili ma, oltre al punto fermo dei 950 milioni di euro per il passante ferroviario di Trento e ai 42 milioni sulle politiche attive del lavoro solleccitati anche da noi sindacati, il quadro non è ancora chiaro”.
A preoccupare i sindacati è l’esiguità di risorse destinate ad oggi alla sanità, ed in particolare, all’assistenza e alla medicina territoriale, ma anche ad altre fondamentali partite come il capitolo dell’innovazione nel sistema economico e quelli della transizione ecologica, della manutenzione del territorio e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. “Bisogna quindi aprire subito un confronto con le parti sociali ed economiche su questi temi e bisogna farlo urgentemente prima che tutto sia definito”.

Trento, 6 ottobre 2021

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06 Ott
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Sanità. A dicembre 130 dipendenti rischiano di restare senza lavoro

Sanità. A dicembre 130 dipendenti rischiano di restare senza lavoro

A fine novembre scade il contratto dei lavoratori con Orienta APL che ha fornito fino ad oggi professionisti sanitari, amministrativi, magazzinieri

Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp: senza questi addetti Apss in crisi. Servono nuovi bandi di assunzione.

Sono 130 i lavoratori e le lavoratrici somministrate e in forza presso l’Azienda sanitaria trentina che a dicembre si troveranno senza lavoro. Si avvia a scadenza, infatti, il contratto tra Via Degasperi e Orienta Agenzia per il Lavoro, la società che ha fornito in questi anni diverse figure professionali per gli ambulatori, le corsie ospedaliere, gli uffici e i magazzini di Apss. La quasi totalità di queste persone – ci sono medici, infermieri, Oss, figure amministrative e tecniche, magazzinieri, autisti – non vedranno prorogato il contratto per decisione di APSS. Preoccupazioni e dubbi dei lavoratori sono emersi lunedì sera durante una partecipata assemblea a distanza organizzata da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp.

“La situazione è molto complessa – ammettono i tre segretari Giulia Indorato, Ermanno Ferrari e Lorenzo Sighel -. La preoccupazione di questi lavoratori è più che fondata così come il loro scoramento: moltissimi di loro sono stati in prima linea durante l’emergenza sanitaria, adesso però né l’Azienda né la Provincia se ne ricordano”.

Per questa ragione le tre sigle nelle settimane scorse hanno inviato una richiesta di incontro con i vertici di Apss e l’assessora Stefania Segnana. “E’ urgente capire se l’Azienda intende aprire nuovi bandi di assunzione tenendo conto dell’anzianità maturata in somministrazione presso APSS.

Nelle more delle procedure concorsuali, inoltre, i contratti dei somministrati devono essere prorogati. E’ fondamentale assicurare la continuità dei servizi APSS e la stabilità occupazionale. Questi lavoratori hanno bisogno di risposte, ma Apss e Piazza Dante intanto tacciono”.

La richiesta si incardina nel principio di parità di trattamento in materia di somministrazione con cui è concepita la relativa contrattazione collettiva. I lavoratori somministrati nelle pubbliche amministrazioni svolgono, di fatto, le medesime funzioni dei dipendenti diretti, ma i bandi hanno esplicitamente escluso la possibilità di attestare queste esperienze.

Nei mesi scorsi sono stati banditi due nuovi concorsi per un decimo dei posti delle persone che tra fine novembre e fine dicembre resteranno a casa. “Senza soluzioni si mettono a rischio i servizi ai cittadini e si disperde un significativo patrimonio di professionalità. Anche per questo riteniamo fondamentale in questo momento di grande frammentazione instaurare un confronto costruttivo con APSS ed assessora” insistono i sindacati. Di fronte all’ennesima indisponibilità da parte di Apss e Provincia anche le tre sigle Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp non vedono alternativa alla mobilitazione.

 

Trento, 6 ottobre 2021

 

Scarica il pdf: 202110_precari apss

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05 Ott
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Grande risultato per il #CAFUIL del Trentino

💥 Grande risultato per il #CAFUIL del Trentino che, quest’anno, al 30 settembre, ha superato i numeri dell’anno scorso raggiungendo un più che consistente numero di Dichiarazioni dei Redditi.

Si tratta di un risultato importante per cui abbiamo lavorato duramente, attraverso un solido lavoro di squadra 🤝 e che testimonia il grande rapporto di fiducia con i cittadini. Per questa ragione, è doveroso ringraziare tutti: i cittadini per la fiducia accordataci, gli operatori, i collaboratori e le categorie UIL

Ciascuno è stato – ed è – prezioso nell’assicurare l’evoluzione e la crescita professionale della nostra società!

Grazie a tutti!

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01 Ott
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«Lavoro, sugli Stati generali insensato congelare il confronto»

  01 ottobre 2021 –  Corriere del Trentino

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30 Set
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Stati Generali del Lavoro. Per i sindacati si deve riprendere subito il confronto La Giunta ha congelato gli incontri fino alle fine di ottobre. Cgil Cisl Uil: è urgente condividere priorità e prime misure operative con gli esperti, datori di lavoro e Provincia

Stati Generali del Lavoro. Per i sindacati si deve riprendere subito il confronto La Giunta ha congelato gli incontri fino alle fine di ottobre. Cgil Cisl Uil: è urgente condividere priorità e prime misure operative con gli esperti, datori di lavoro e Provincia

C’è un’ipoteca che pesa sul buon esito degli Stati generali del Lavoro. E’ stato congelato il confronto che da aprile ad adesso ha coinvolto esperti, parti economiche e sociali e rappresentanti istituzionali per elaborare nuovi indirizzi e strategie di politiche del lavoro. La Provincia ha posticipato a fine ottobre, di un mese, la presentazione delle linee di indirizzo. Una scelta che non piace ai sindacati che lo scorso 23 settembre hanno chiesto con una lettera la possibilità di proseguire gli incontri per preparare il documento finale.
Per Cgil Cisl Uil, bisogna infatti approfittare di queste settimane per un confronto serrato tra tutti gli attori per arrivare da un elenco di priorità condivise da tradurre in azioni concrete nel più breve tempo possibile. “Crediamo che gli Stati Generali debbano essere un percorso partecipato da tutti i portatori di interesse in tutte le sue fasi – dicono i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. E’ insensato mettere in stand by il confronto quando invece è necessario infittire il lavoro per porre le basi di una strategia che sostenga la crescita economica e rafforzi la coesione sociale sul nostro territorio. Ci sono in ballo le importanti risorse del Recovery Fund e del Pnrr”.
Il percorso su cui muoversi, almeno da un punto di vista sindacale, è tracciato: da una parte investire sulla qualificazione del sistema produttivo locale e della domanda di lavoro delle imprese, dall’altra politiche attive del lavoro per migliorare le performance del mercato del lavoro trentino e gestire al meglio le transizioni.
Cgil Cisl Uil credono nella necessità di puntare sulla qualificazione delle imprese con politiche industriali che accrescano la competitività, sostengano l’innovazione e aumentino la produttività.
E allo stesso tempo ritengono centrale riformare le politiche del lavoro, rafforzando il legame tra misure di sostegno al reddito e condizionalità. “Si cade in errore quando si afferma che le misure di condizionalità per i percettori di reddito di cittadinanza dipendono dallo Stato – precisano -. La legge ha attribuito alla Provincia il compito di mettere in campo i servizi per accompagnare i soggetti dentro il mercato del lavoro. La questione è che la Provincia ancora non ha messo in campo questi servizi”.
Ragionamento analogo anche sull’assegno unico provinciale. Cgil Cisl Uil rivendicano l’opportunità di aggiornare e rendere più efficace lo strumento. “Il tema, per quanto ci riguarda, è che le risorse che oggi sono destinate alle famiglie trentine devono rimanere sullo stesso capitolo di spesa. Siamo pronti però a discutere come rimodulare in modo più efficace gli interventi, anche alla luce delle nuove misure statali per le famiglie”.
E di fronte al cambiamento tecnologico che renderà sempre più complicato l’incontro domanda/offerta di lavoro insistono sull’importanza di puntare su monitoraggio dei fabbisogni, formazione, riqualificazione professionale e bilancio di competenze. “Se non vogliamo che l’innovazione si trasformi in una tragedia per molti lavoratori, bisogna aumentare le competenze di chi già è sul mercato del lavoro, ma soprattutto investire, anche su profili alti, per le giovani generazioni”.
In questo quadro appare urgente, almeno ai sindacati, un potenziamento di Agenzia del Lavoro ed in particolare dei centri per l’impiego con un piano straordinario di assunzioni in linea con quanto è programmato a livello nazionale. “Chiediamo quindi che si riprenda subito il confronto per arrivare ad un documento di priorità condiviso da tutti gli attori delle politiche del lavoro. Solo così sarà possibile definire eventualmente anche misure operative da supportare, se necessario, con attività di tipo legislativo attraverso l’ormai prossimo disegno di legge di stabilità”, concludono i tre segretari.

30 settembre 2021

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30 Set
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Trasporti, bus a rischio. Il 50% dei 120 autisti non si è ancora vaccinato Dal 15 ottobre potrebbero saltare metà corse

  30 settembre 2021 –  l’Adige

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30 Set
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Sindacati: “Per il futuro del Trentino servono priorità condivise, lo diciamo dall’ottobre scorso” Cgil Cisl Uil: per affrontare le sfide demografiche, ambientali e tecnologiche siamo pronti a fare la nostra parte. A Confindustria chiediamo coraggio e azioni concrete, abbiamo atteso fin troppo. L’innovazione digitale si governa con la formazione e la riqualificazione

Sindacati: “Per il futuro del Trentino servono priorità condivise, lo diciamo dall’ottobre scorso” Cgil Cisl Uil: per affrontare le sfide demografiche, ambientali e tecnologiche siamo pronti a fare la nostra parte. A Confindustria chiediamo coraggio e azioni concrete, abbiamo atteso fin troppo. L’innovazione digitale si governa con la formazione e la riqualificazione

“Se come è vero il Trentino ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo, questo modello deve tenere insieme crescita economica, sostenibilità ambientale e coesione sociale e non può che essere frutto della condivisione di tutti gli attori in gioco, istituzioni provinciali e locali, imprese, sindacati, mondo della formazione e della ricerca, terzo settore. Di fronte alle analisi di Confindustria Trento, ribadiamo che il sindacato confederale è pronto a fare la propria parte: lo diciamo da inizio legislatura e lo abbiamo ribadito l’8 ottobre scorso nel documento unitario votato dai delegati. Adesso, però, serve il coraggio delle azioni. Non c’è altro tempo da perdere”.
All’indomani della presentazione dell’indagine “Duemilatrentino – Futuro Presente” Cgil Cisl Uil del Trentino, per bocca dei tre segretari generali, ribadiscono la posizione del sindacato trentino.
“Dopo la pandemia il mondo e il Trentino non sono più gli stessi – sottolineano i tre segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. E’ tempo di accelerare per dare risposte condivise alle grandi sfide che ci attendono come l’invecchiamento della popolazione, la rivoluzione ecologica e la trasformazione digitale”.
Risposte che non possono prescindere da un quadro di riforme che riguardi le politiche attive del lavoro, il sistema di investimenti pubblici e privati, un nuovo assetto per le autonomie locali, sanità e welfare, il mondo della scuola e della ricerca. “Un anno fa 500 delegati di Cgil Cisl Uil hanno votato un documento che chiedeva proprio di condividere insieme, in un patto per lo sviluppo delo Trentino, il percorso per queste riforme. Allora la nostra proposta è rimasta inascoltata. Oggi forse i tempi sono maturi per agire”.
Il fattore tempo per i sindacati è cruciale. Attualmente, lo dice l’indagine di Palazzo Stella, un’impresa su 5 vede il Trentino in declino. “Non si può restare immobili aspettando che quelle imprese sfiduciate crescono. Non si può attendere che diventino 3 su 5 per agire. Ignorare oggi questo campanello d’allarme ci espone ad un rischio enorme”, insistono.
Senza dimenticare che anche il Trentino può contare su risorse importanti che arrivano dall’Europa per ammodernare il proprio sistema produttivo, l’assetto istituzionale e il mondo del lavoro.
“Siamo di fronte a cambiamenti di grande impatto. Non corriamo l’errore di lasciare che le cose accadano. Dobbiamo governare i fenomeni, a cominciare dalla rivoluzione tecnologica di cui il tessuto produttivo trentino ha bisogno per accrescere competitività e produttività, ma che non può scaricare i suoi costi sui lavoratori e le lavoratrici”.
Per questo serve qualificare l’offerta di occupazione delle aziende, creare un legame tra lavoro umano e digitale, investire sulle competenze dei giovani, ma anche di chi già oggi ha un mestiere. Obiettivi che si raggiungono con più formazione, più sinergia tra università, ricerca e imprese, certificazione delle competenze. “A questo punto gli interessi di tutti devono convergere in un progetto di futuro per la nostra terra. Nel cinquantesimo anniversario dell’Autonomia, serve un progetto coraggioso e condiviso per usare al meglio le nostre prerogative di autogoverno. Se finalmente Confindustria Trento vorrà intraprendere questo cammino il sindacato trentino è pronto”.

29 settembre 2021

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29 Set
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Legge sulla rappresentanza Sindacati: «Acceleriamo»

  29 settembre 2021 –  l’Adige

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28 Set
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Giunta Ianeselli promossa da imprese e volontariato. Uil: «Serve più dialogo»

  28 settembre 2021 –  Corriere del Trentino

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