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Integrazione. Niente soldi per gli stranieri

18 giugno 2020 – Corriere del Trentino (altro…)

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Istruzione e non assistenza Un piano per rilanciare la scuola in presenza

18 giugno 2020 – Corriere del Trentino (altro…)

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Banca d’Italia: «Pil in caduta libera In Trentino la crisi colpirà duro». DURI I SINDACATI «Gli imprenditori hanno preferito non reinvestire nelle aziende i fatturati»

18 giugno 2020 – Trentino (altro…)

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Provinciali, vertice sull’orario

18 giugno 2020 – Trentino (altro…)

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Bond provinciale, domani il confronto

18 giugno 2020 – Trentino (altro…)

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Banca Italia
18 Giu
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RapportoBanca d’Italia. Senza investimenti privati il Pil del Trentino resta al palo Cgil Cisl Uil: la ridotta dimensione aziendale e i pochi investimenti frenano produttività e retribuzioni. Non servono tagli alle tasse, ma sostegni alla crescita e innovazione del tessuto produttivo

Rapporto Banca d’Italia. Senza investimenti privati il Pil del Trentino resta al palo Cgil Cisl Uil: la ridotta dimensione aziendale e i pochi investimenti frenano produttività e retribuzioni. Non servono tagli alle tasse, ma sostegni alla crescita e innovazione del tessuto produttivo

Negli ultimi dieci anni le imprese trentine hanno accresciuto la loro redditività, ma non hanno investito a sufficienza nella loro crescita né in innovazione. Una dinamica che ha rallentato la crescita del Pil provinciale, che resta sotto alla media dell’Unione europea a 28 e dell’Alto Adige, dove gli investimenti privati sono costantemente cresciuti in modo sostenuto. E’ uno dei dati che emerge dal Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia delle due province. “In questo quadro è facile comprendere che il sistema economico trentino è più fragile di fronte alla crisi economica che stiamo affrontando, la peggiore dal dopo guerra ad oggi”, osservano con preoccupazione i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino.
“Gli imprenditori trentini hanno preferito non reinvestire nelle aziende l‘aumento di fatturati e utili, non facendo abbastanza per crescere sul mercato, essere più innovative e competitive – dicono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Una dinamica non nuova al nostro tessuto economico che ha frenato la crescita della produttività e con essa quella delle retribuzioni”. In sostanza si lavora tanto in termini di ore, ma il valore aggiunto prodotto resta basso perché al lavoro non si accompagna un tasso di investimento e di innovazione tale da permettere un utilizzo più efficiente della forza lavoro.
A questo si aggiunge il rallentamento della crescita demografica e il progressivo invecchiamento della popolazione che espongono l’economica trentina a maggiori difficoltà e ad un’incapacità a valorizzare, all’interno dei contesti produttivi, anche le competenze dei lavoratori senior.
“Stando così le cose la priorità anche delle politiche pubbliche a sostegno delle imprese non possono ridursi ad ulteriori tagli delle tasse non selettivi. Gli imprenditori invocano la riduzione dell’Irap, che nella nostra provincia è già tra le più basse d’Italia, ma quel che serve è ben altro – aggiungono i tre sindacalisti -. Bisogna favorire la crescita dimensionale delle aziende locali e la loro capacità di innovazione. Interventi che aumentano la redditività aziendale non portano a risultati significativi in termini di crescita economica, retributiva ed occupazionale, se questa non viene poi distribuita sul sistema”.
Il Trentino, però, come sottolinea la Banca d’Italia ha anche un importante punto di forza: il proprio capitale umano, che può diventare un importante elemento di crescita e sviluppo. “Anche nel mondo post-Covid, la scommessa è creare un contesto attrattivo che tenga sul territorio queste risorse umane altamente qualificate e che spinga sui settori di frontiera come la sostenibilità ambientale, le tecnologie della comunicazione, l’innovazione in campo energetico. E difficilmente questo può accadere in imprese piccole e con scarsa capacità innovativa, che vuol dire anche scarsa competitività e crescita ridotta. Allo stesso tempo serve investire sulla qualità dell’occupazione: precarietà e retribuzioni basse facilitano, infatti, la dispersione del capitale umano”, concludono.

17 giugno 2020

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18 Giu
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Stranieri. Sciocco restituire le risorse europee per l’integrazione. Cgil Cisl Uil: così ci perde tutta la nostra comunità per una decisione che alimenta solo rancore e sfavorisce l’inserimento nel mercato del lavoro dei cittadini stranieri

Stranieri. Sciocco restituire le risorse europee per l’integrazione. Cgil Cisl Uil: così ci perde tutta la nostra comunità per una decisione che alimenta solo rancore e sfavorisce l’inserimento nel mercato del lavoro dei cittadini stranieri

“Sull’integrazione degli stranieri e sull’accoglienza la giunta provinciale non arretra di un millimetro. E con ottusa perseveranza va avanti nell’idea di restituire un milione di euro che Unione Europea aveva girato alle casse trentine per finanziare due progetti di integrazione anche linguistica degli stranieri già presenti sul nostro territorio. Non possiamo che constatare che neppure dopo un’emergenza che avrebbe dovuto insegnare a tutti noi il valore di una comunità coesa e solidale l’Esecutivo guidato dal presidente Fugatti continua a dividere i cittadini, alimentare rancore ed escludere chi è più debole perché straniero, riducendo allo stesso tempo la possibilità di un inserimento efficace nel mercato del lavoro nel momento in cui le imprese locali in diversi settori denunciano la difficoltà a trovare addetti. Per noi è inaccettabile”.

E’ questa la reazione dei segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino di fronte alla delibera assunta nei giorni scorsi dalla Giunta. Una decisione che già nel settembre scorso le tre confederazione avevano duramente criticato. “E’ solo fumo negli occhi per alimentare consenso soffiando su paure e risentimento, acuiti anche dalla crisi economica – insistono Grosselli, Bezzi e Alotti -. Con questa operazione non solo Piazza Dante non risparmia un euro, perché le risorse arrivavano da Bruxelles, ma fa perdere la nostra comunità che grazie a scelte miopi e cattive come questa sarà meno integrata e dunque meno sicura. Va poi rilevato che in questo modo aumenteranno i costi a carico dei trentini che dovranno finanziare con le proprie tasse i corsi di lingua degli stranieri previsti dai meccanismi di condizionalità e di politica attiva del lavoro”.

Inoltre, con molta probabilità, con questa scelta si mette a rischio l’occupazione di chi opera nell’accoglienza e che ha pagato un prezzo altissimo per le scelte della giunta Fugatti. “Ancora una volta ci saranno dei lavoratori e delle lavoratrici trentine che operavano in questo settore che ci rimetteranno”, concludono amari i tre segretari provinciali.

 

17 giugno 2020

 

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18 Giu
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LAVORATORI SOMMINISTRATI DEL COMPARTO SANITÀ – STATO DI AGITAZIONE

LAVORATORI SOMMINISTRATI DEL COMPARTO SANITÀ

LA PARITÀ DI TRATTAMENTO È UN DIRITTO PREVISTO DALLA LEGGE, MA…

 

  • Esclusi dai trattamenti economici prediscposti dalle Regioni per il personale sanitario che ha lavorato nell’emergenza Covid-19 e dai premi previsti a livello decentrato.

 

  • Esclusi dalle quote riservate nei concorsi pubblici e, quindi, dai percorsi di stabilizzazione.

 

  • Silenzio da parte dei Ministeri della Salute e della Pubblica Amministrazione.

 

STATO DI AGITAZIONE

COMUNICATO STAMPA

FeLSA CISL, NidiL CGIL e UILTemp, ritengono non più accettabile il perdurare della situazione creatasi nei confronti dei lavoratori somministrati impegnati nella sanità.

In queste settimane a livello Regionale si sta procedendo alla definizione di trattamenti economici integrativi in favore del personale sanitario impegnato durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Nonostante i nostri solleciti per una applicazione corretta del principio delle parità di trattamento prevista dalla legge, i lavoratori somministrati ci risultano esclusi in quasi tutte le regioni da questi riconoscimenti.

A questo si aggiunge il silenzio di entrambi i ministeri della salute e della pubblica amministrazione, che non hanno ritenuto necessario rispondere alle nostre preoccupazioni e sollecitazioni. Pensiamo anche sia necessario che la Conferenza Stato regioni si assuma le proprie responsabilità definendo l’applicazione della parità di trattamento.

Permane inoltre la nostra richiesta di superare le disposizioni previste dalla cd. “legge Madia”, che prevede l’esclusione per i lavoratori somministrati del riconoscimento della loro anzianità ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici.

Per tutto questo FeLSA CISL, NidiL CGIL e UILTemp proclamano lo stato di agitazione nazionale per i lavoratori somministrati del comparto sanitario. Se le istanze denunciate non dovessero trovare accoglimento, le Organizzazioni Sindacali si riservano di mettere in atto ulteriori azioni di rivendicazione.

Scarica il pdf: stato di agitazione

Comunicato Stampa: 17.06.2020 COMUNICATO STAMPA (1)

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17 Giu
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I sindacati: «Investimenti la chiave della ripartenza». Cgil, Cisl e Uil: «La Provincia abbia coraggio»

17 giugno 2020 – Trentino (altro…)

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17 Giu
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«Supermercati aperti domenica lavoratori delusi»

17 giugno 2020 – Trentino, Corriere del Trentino (altro…)

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