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24 Apr
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Turismo. Sindacati furiosi «Noi esclusi dai tavoli per riavviare il turismo»

24 aprile 2020 – Trentino (altro…)

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24 Apr
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«La casa rischia di diventare un’emergenza»

24 aprile 2020 – Trentino (altro…)

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24 Apr
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«Segnana grande assente, ora ripartiamo dalla Rsa di Cadine»

24 aprile 2020 – Trentino (altro…)

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Rifiuti, i sindacati: «Poca sicurezza»

23 aprile 2020 – Corriere del Trentino (altro…)

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Manovra da oltre 100 milioni Fondo perduto: misura per fasce

23 aprile 2020 – Corriere del Trentino (altro…)

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I sindacati: «Bene la tutela dei lavoratori più anziani»

23 aprile 2020 – Trentino (altro…)

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«Lavoratori somministrati la Provincia intervenga»

23 aprile 2020 – Trentino (altro…)

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Tomasi
24 Apr
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L’ASSESSORA E LA GIUNTA RISPONDA ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI Necessaria la progettazione della “Fase 2”

L’ASSESSORA E LA GIUNTA RISPONDA ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

Necessaria la progettazione della “Fase 2”

 

La situazione delle RSA trentine è stata fin da subito oggetto di grande preoccupazione per la UIL FPL: consapevoli della fragilità dei residenti, grandi anziani con situazioni si salute precari, e della inesistente esperienza su come gestire una pandemia mondiale.

La chiusura verso l’esterno di tali strutture, decisa fin da subito da UPIPA e SPES, è stato un modo per ritardare il contagio che è inesorabilmente arrivato in un secondo momento.

Sulla gestione del personale, dei DPI e delle strutture poi ci è voluto del tempo sia per riorganizzare le modalità organizzative e operative, sia sull’approvvigionamento dei materiali.

Le molteplici sollecitazioni sindacali per avere fin da subito mascherine, sovracamici, gel lavamani, kit specifici per la gestione del contagio, non sono state sempre ascolate, probabilmente perché all’inizio sottovalutate ma anche per mancanza dello specifico materiale.

Un fragile tavolo con Provincia, UPIPA e Consorzio dei Comuni ha solo tentato di trovare soluzioni, spesso non condivise, con le Organizzazioni Sindacali ma grande assente in tutto questo tempo è l’Assessorato alla Salute, e quindi l’Assessora Segnana, che solo oggi ha ritenuto d’incontrare le parti sindacali.

Troppo facile scaricare le responsabilità su strutture impreparate ad affrontare una tale emergenza e non prendersi nessuna responsabilità….

La Giunta poi, malgrado richieste di risorse aggiuntive per valorizzare il personale delle RSA coinvolto nell’emergenza, non ha ancora dato nessuna risposta a tutto il personale che ha fatto miracoli in questo periodo.

Dobbiamo fare tesoro degli errori commessi e progettare una “fase 2” memori del recente passato: riprogettare i servizi, residenziali e domiciliari, al fine di tutelare gli operatori e i residenti/utenti.

Tutto questo ovviamente non è a costo zero.

La UIL FPL ha presentato alla Giunta un secondo documento di proposte, dopo quello per la valorizzazioni economica degli operatori in fase di emergenza, per progettare la “fase 2” e non trovarci mai più in futuro nella medesima disastrosa situazione.

In particolare è fondamentale valorizzare i profili socio-sanitari, da un punto di vista economico e giuridico, maggiorare i parametri assistenziali, riprogettare le strutture, garantire una costante fornitura di dispositivi di protezione individuali, considerando mascherine, sovracamici e liquidi sanificatori per le mani quali normali strumenti di lavoro. Una grande attenzione alla salute degli operatori con visite mediche annuali, riconoscimento di lavoro usurante ai fini pensionistici, e riconoscimento corretto degli infortuni.

Il prossimo rinnovo del contratto collettivo poi dovrà dare segnali forti a questi operatori, con strumenti di welfare che rispondano alle esigenze di conciliazione della propria vita personale.

Organizzazione del lavoro e orario dovranno essere oggetto di contrattazione specifica in ogni RSA.

Leggiamo inoltre sui quotidiani che anche il Comando dei Carabinieri di Trento, ed in particolare i NAS, stanno svolgendo delle prime indagini sui motivi del contagio; sono partiti dalla struttura più nuova e moderna presente in Trentino, RSA di Cadine, che potrebbe essere un esempio di struttura moderna che meglio risponde alle esigenze organizzativo/strutturali, oltre che estetiche, degne di una RSA. In posti così adottare procedura corrette, come descritte nel documento che la UIL FPL ha presentato, è tutto più semplice e quindi una delle motivazioni dell’assenza di contagio potrebbe proprio essere una miglior strutturazione degli spazi dei residenti. Se le osservazioni da noi presentate venissero attuate probabilmente avremo più sicurezza all’interno delle strutture.

Progettare insieme il futuro delle RSA, organizzazioni sindacali, datori di lavoro e organismi politici, è imprescindibile se vogliamo dare rispose vere ai cittadini trentini.

 

Trento, 23 aprile 2020

 

La Segretaria Prov.le

UIL FPL Enti Locali

Marcella Tomasi

 

Scarica il pdf: 23_04_2020 Progettare la Fase 2 nelle RSA COMUNICATO STAMPA

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CgilCislUil
24 Apr
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Nuova manovra PAT, Cgil Cisl Uil: “Profonda delusione”

Nuova manovra PAT, Cgil Cisl Uil: “Profonda delusione”

La giunta pronta a mettere in campo fino a 170 milioni di euro sulle imprese. Per i lavoratori dipendenti e le famiglie in crisi solo le briciole.

 

“Non ci sono altre espressioni oltre alla profonda delusione per una giunta provinciale che si dimentica dei lavoratori dipendenti e delle famiglie trentine messe in difficoltà dagli effetti che il coronavirus ha prodotto sull’economia”. C’è amarezza e sconcerto nei segretari generali di Cgil Cisl Uil che oggi, nel confronto con il presidente Fugatti e l’assessore Spinelli, hanno appreso che il disegno di legge che la giunta si appresta a varare domani contiene ad oggi risorse pari a “0” per il mondo del lavoro. “Sono pronti a mobilitare risorse tra 120 e 170 milioni di euro e non trovano ancora nessuno spazio per dare risposte alle famiglie trentine e ai dipendenti, con redditi pesantemente ridotti a causa di cassa integrazione e disoccupazione – sottolineano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Ci siamo posti di fronte all’Esecutivo con spirito costruttivo, cercando sempre il dialogo e dando credito in questa fase complessa. Abbiamo presentato una serie di proposte finalizzate a sostenere la domanda. Nessuna di queste è stata accolta. Tutto è caduto nel vuoto”.

Le uniche misure che la Giunta ha previsto sono la possibilità di integrare con risorse provinciali il bonus alimentare e il Fondo di Solidarietà del Trentino. Ma senza stabilire ancora gli stanziamenti minimi. Quindi le risorse ad oggi sono pressoché zero. A ciò si aggiunge l’impegno a dare garanzie alle banche affinché possano con più facilità anticipare ai lavoratori le indennità di cassa integrazione.

Per il resto non ci sono soldi per allargare l’assegno unico e sostenere così le famiglie alle prese con difficoltà economiche e problemi enormi di conciliazione; non ci sono soldi per i lavoratori e le lavoratrici stagionali del turismo che hanno subito una chiusura anticipata della stagione invernale, una disoccupazione dunque più bassa e che non sanno se e quando potranno ricominciare a lavorare; non si sono soldi neppure per sostenere le famiglie per il pagamento degli affitti e delle spese per i propri alloggi; non ci sono soldi per i tantissimi lavoratori dipendenti di tutti i settori che stanno tirando la cinghia nel tentativo di farsi bastare l’assegno di cassa integrazione (quando arriverà).“Come possa la Giunta pensare di rilanciare l’economia – si domandano Grosselli, Bezzi e Alotti – senza sostenere la capacità di acquisto delle famiglie colpite dal calo dei redditi è davvero un mistero. Così il rischio è che quando le attività economiche riapriranno, dopo poche settimane saranno di nuovo costrette a chiudere. Questa volta, definitivamente”.

Sul capitolo dei sostegni al reddito poi la giunta ha superato se stessa: se da un lato non sostiene il reddito dei lavoratori dipendenti e delle loro famiglie, prevede uno stanziamento di ben 7-8 milioni di euro per garantire una sorta di indennità di disoccupazione agli imprenditori che falliranno. “Ad oggi – continuano i sindacalisti – queste sono le uniche risorse che si aggiungeranno al bilancio di Agenzia del lavoro. Ma saranno dedicate solo agli imprenditori. Il tutto senza alcun controllo sulle sue condizioni economiche e patrimoniali e senza saper ad oggi se questa misura sarà cumulabile con quelle statali e con gli altri interventi della Provincia (accesso al credito agevolato, contributi a fondo perduto, etc).

“In assenza di risposte concrete alle nostre proposte, saremo costretti ad irrigidire la nostra posizione, a partire da quella sulla ripresa progressiva delle attività di lavoro. Se la situazione non fosse drammatica penseremmo che si tratti solo una grande farsa, ma qui si gioca sulla pelle delle persone – incalzano -. Lo ribadiamo: come pensa la giunta di far ripartire l’economia e i consumi se le famiglie non avranno soldi da spendere? Confidiamo in un celere ravvedimento della giunta fin dalle prossime ore”.

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24 Apr
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Emergenza casa. La riduzione del canone Itea non basta

Emergenza casa. La riduzione del canone Itea non basta

Un accordo territoriale per facilitare la rinegoziazione degli affitti sul libero mercato

Sindacati: per gli inquilini Itea il problema sono le spese condominiali. L’assessora apra subito un confronto costruttivo

 

“Bene la decisione di congelare i canoni per gli spazi commerciali di Itea, auspichiamo un altrettanto incisiva e tempestiva decisione per le famiglie, sia quelle che sono in alloggi pubblici sia quelle che hanno un immobile in affitto sul libero mercato. Ad oggi registriamo un totale immobilismo e sono cadute nel vuoto tutte le nostre richieste di confronto con l’assessora Segnana. Quello della casa rischia di diventare una nuova emergenza”. Lo dicono i tre segretari di Cgil Cisl Uil commentando la decisione dei vertici di Via Guardini.

“Il problema per molti assegnatari di un alloggio sociale non è solo il pagamento del canone, che può essere rinegoziato se si segnalano difficoltà, ma soprattutto le spese condominiali che possono incidere anche per 200-300 euro al mese – spiegano Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti -. E’ quindi fondamentale che la Provincia con Itea tenga conto di tutte le difficoltà degli inquilini e li sostenga concretamente”. Per questa ragione Cgil Cisl Uil hanno scritto oggi ai vertici della Spa sollecitando per l’ennesima volta il riavvio del tavolo con le parti sociali che aveva lo scopo di condividere le informazioni, le problematiche e le strategie da adottare. “Con una coerenza che non si riscontra in nessun altro fronte, però, anche questa occasione di confronto con il sindacato è stata chiusa”.

Il problema affitti, inoltre, non si limita solo agli inquilini Itea. Sono molte le famiglie che hanno contratti di locazione sul libero mercato che oggi fanno molta fatica ad onorare a causa della riduzione delle attività che si è tradotta in cassa integrazione e dunque drastico ridimensionamento delle risorse familiari. “Una strada percorribile in questo caso è la rinegoziazione del canone – proseguono i sindacalisti -. Chiediamo alla Provincia di fare da facilitatore con la definizione di un accordo territoriale tra sindacati degli inquilini e associazioni dei piccoli proprietari, magari studiando anche misure che incentivino i locatari ad abbassare i canoni. Allo stesso tempo si potrebbero modificare, per un periodo di tempo limitato e legato all’emergenza, i requisiti Icef per ampliare il numero di persone che possono ottenere il contributo al pagamento dell’affitto. Oggi i destinatari di questa misura sono solo i soggetti che hanno i requisiti per l’alloggio sociale. Abbiamo chiesto un incontro urgente all’assessora Segnana e al dottor Ruscitti. Attendiamo un riscontro”.

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