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Emergenza Coronavirus. Assurdo togliere gli assegni familiari a chi va in cassa integrazione
Cgil Cisl Uil: l’Inps riveda questa posizione iniqua che penalizza chi è già in difficoltà per la riduzione del reddito
Un’altra tegola rischia di abbattersi sulle famiglie trentine in difficoltà economica a causa del Coronavirus. L’Inps ha deciso di non riconoscere l’assegno al nucleo familiare a quei lavoratori o lavoratrici che hanno fatto richiesta di cassa integrazione al Fondo territoriale di Solidarietà a seguito della sospensione dell’attività per cui lavorano. “Una decisione assurda – dicono i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Chiediamo all’Inps di rivedere subito questa posizione. Così si rischia di penalizzare ulteriormente chi già è in affanno a causa delle conseguenze economiche del coronavirus”.
In sostanza l’Inps non riconosce gli assegni al nucleo familiare durante la percezione dell’assegno ordinario di cassa integrazione erogato dal Fondo di solidarietà, in contraddizione con quanto prevede il Decreto 18/2020 che li concede ai beneficiari di cassa integrazione in deroga. “L’Inps deve trovare una soluzione per queste lavoratrici e lavoratori trentini. Non è accettabile che chi ogni mese ha versato un contributo dal proprio stipendio per alimentare il Fondo di Solidarietà, oggi venga penalizzato. Al contrario chi non ha versato alcun contributo può godere sia della cassa integrazione sia dell’assegno familiare. E’ opportuno che anche la Provincia si faccia carico di questa situazione e insieme a noi ne solleciti un’immediata risoluzione. Siamo già consapevoli che 940 euro di assegno di cassa integrazione sono un contributo non sufficiente, senza gli assegni di cui ha diritto una famiglia rischia di non farcela”.




03/4/2020
Comunicato stampa UIL del Trentino
Emergenza Covid 19. La UIL lancia l’allarme affitti.
La difficile situazione legata alle misure di contrasto alla diffusione del virus, sta mettendo in difficoltà, oltre che le aziende anche le famiglie pure sul fronte dell’abitare. Il costo della casa è da sempre uno dei maggiori problemi nella nostra provincia e la situazione legata al coronavirus lo sta amplificando. Sono molte le persone in difficoltà; lavoratori in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro, come pure professionisti, piccoli commercianti, partite iva che si trovano impossibilitati a svolgere a propria attività, studenti che pagano affitti di alloggi che non stanno occupando. Per le fasce più deboli della società si profila il rischio di un’emergenza povertà e chi vive in affitto è più che mai a rischio insolvenza oggi e di sfratto domani, quando il blocco imposto dal Governo comunque scadrà.
La Uil del Trentino ritiene che servano soluzioni concrete e rapide, sia per chi comunque beneficia di un alloggio di edilizia pubblica (Itea), che per chi è inquilino di un locatario privato, al fine di evitare contenziosi e per scongiurare l’acuirsi di ulteriori problemi sociali ed economici.
La disattenzione dell’attuale Giunta Fugatti rispetto a questo tema è lampante e pure l’affidamento della delega all’edilizia pubblica ad altro Assessorato potrebbe essere un segnale di ravvedimento ed intelligenza, pensando che oggi, in tempo di Covid-19, essa ricade nelle competenze dell’Assessora alla Salute e del Dirigente generale Riuscitti, occupati evidentemente in ben altre situazioni urgenti, per non dire vitali per il nostro territorio.
La proposta della Uil, visto che né il Presidente Itea Ghirardini, né l’Assessora Segnana all’Edilizia pubblica hanno proferito finora parola, è di far spostare e congelare di almeno tre mesi il pagamento del canone delle case pubbliche per coloro che sono rimasti senza lavoro o subiscono la decurtazione della retribuzione perché collocati in cassa integrazione o sospensione nel Fondo Solidarietà. Si potrà procedere quindi successivamente, ratealmente, al recupero delle mensilità arretrate e delle spese di amministrazione, utilizzando lo stesso sistema di queste ultime.
Per il comparto privato non si può pensare di lasciare soli gli inquilini, ma nemmeno i proprietari, soprattutto quelli piccoli, perché intervengano unilateralmente, magari con una temporanea riduzione del canone di affitto per gli inquilini, in momentaneo stato di necessità. Spesso questi affitti sono per i piccoli proprietari integrazioni importantissime, soprattutto se il reddito principale deriva da lavoro dipendente ( e quindi soggetto anch’esso magari a cassa integrazione e/o che potrebbe saltare per licenziamento) o da lavoro autonomo che, in massima parte, con l’emergenza Covid_19, risulta fermo se non rientrante in quelle attività “essenziali” che permettono, pur con tanti limiti, il proseguimento dell’attività e quindi del reddito.
In questo caso la Provincia ed i Comuni potrebbero introdurre forme di sostegno dell’affitto mirate. Magari attraverso l’allargamento delle liste dei beneficiari dell’”integrazione canone”, peraltro ridotte solo nei mesi scorsi, e quindi recuperando facilmente tante famiglie che ne erano state escluse. Oppure aprendo alla riduzione dei carichi fiscali per i “proprietari virtuosi”, che trasformassero i loro canoni di mercato in canoni concordati (30% in meno) e che possono in cambio godere di un trattamento fiscale meno pesante (es. cedolare secca).
Infine, oggi più che mai, sentiamo la mancanza dell’adozione, da parte del Comune di Trento e delle Comunità di Valle (esclusa la Vallagarina che lo ha sperimentato… ma non sappiamo se ancora sussiste) di quel “fondo per la morosità incolpevole” che oggi sarebbe già di per sé la risposta al problema.
E’ un tema che, passata la bufera, si dovrà necessariamente rimettere in calendario, assieme alla formale ed ineludibile presenza delle parti sociali al tavolo delle “politiche abitative provinciali”, all’istituzione di un “Fondo di Garanzia” per gli affitti privati ed alla ideazione, decollo e realizzazione di un “piano casa provinciale” per far fronte al bisogno casa e, al contempo, avviare quel volano economico importantissimo che è l’edilizia residenziale.
Un progetto infrastrutturale, magari finanziabile con un prestito obbligazionario provinciale a lungo termine, pure compatibile con uno sviluppo ambientale e della società in linea con le aspettative di famiglie e della comunità trentina tutta.
Alotti Walter
Segretario Generale
UIL Trentino.
Scarica il pdf: Covid 19 – allarme affitti

Bonus Alimentare. Contributo a sostegno dei nuclei familiari in difficoltà economica per il Covid19
Bonus Alimentare. Contributo a sostegno dei nuclei familiari in difficoltà economica per il Covid19
CHI PUÒ OTTENERLO
CASO 1
Nucleo familiare, residente in un comune della Provincia autonoma di Trento, che nei due mesi antecedenti la presentazione della domanda non ha percepito entrate (redditi da lavoro, pensione, ammortizzatori sociali e prestazioni analoghe) e il saldo dei depositi bancari o postali dei componenti del nucleo è inferiore a 1.000 euro.
CASO 2
Nucleo familiare, residente in un comune della Provincia autonoma di Trento, che nei due mesi antecedenti la presentazione della domanda ha percepito entrate (redditi da lavoro, pensione, ammortizzatori sociali e prestazioni analoghe), il saldo dei depositi bancari o postali dei componenti del nucleo è inferiore a 3.000 euro e si trova in condizione di bisogno per perdita di lavoro o altro (da specificare).
VALORE DEL BONUS
40 euro a settimana per una persona 60 euro per due persone
80 euro per tre persone
100 euro quattro persone e più
La domanda dà diritto ad un bonus alimentare valido per due settimane.
DOMANDE
Da lunedì 6 aprile 2020
COME RICHIEDERLO
Compila la domanda sul sito
www.provincia.tn.it
nella sezione dedicata
…
scarica il pdf: BONUS_ALIMENTARE_vademecum

PANDEMIA COVID-19. INTEGRAZIONE DEL PIANO SANITARIO DEI DIPENDENTI DELLE IMPRESE ARTIGIANE DELLA PROVINCIA DI TRENTO
SIA 3, il Fondo Sanitario dei dipendenti delle imprese artigiane del Trentino, ha deciso di estendere la copertura a favore degli assistiti positivi al coronavirus e bisognosi di cure ospedaliere. Restano confermate tutte le altre prestazioni previste dal Piano (vedi https://sia3.it/documenti/Sia3_PianoSanitario_2020.pdf).
Aventi diritto: tutti i lavoratori che sono o siano stati occupati presso aziende artigiane aderenti a SIA 3 dal 1° giugno 2019 al 31 maggio 2020
Arco temporale: ricoveri iniziati fra il 1° marzo e il 31 maggio 2020
Prestazioni:
1) per ogni giorno di ricovero sarà corrisposta un’indennità di € 40 fino a un
massimo di 50 giorni
2) in caso di terapia intensiva (intubazione) si aggiungerà un’indennità di €1.500
Informazioni: potranno essere richieste al gestore del Fondo 0461 1919742
info@sanifonds.tn.it
CONTRIBUISCI ANCHE TU A DIFFONDERE QUESTO COMUNICATO. GRAZIE!

Carissimi/e, Il Centro UIL di Ascolto Mobbing e Stalking contro tutte le violenze assieme alla Uil Pensionati, all’Ada e alla UIL SCUOLA – ciascuna con le proprie reti e articolazioni – hanno messo in campo un servizio gratuito di ascolto protetto e qualificato di supporto psicologico per affrontare questa emergenza Covid-19. Il servizio resterà attivo sino al termine dell’emergenza epidemiologica.
Centro violenza: Trento tel. 0461/220048 tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00
Casa rifugio 3485451469 negli altri orari
Rovereto Fondazione Famiglia Materna Tel. 0464 435200
Via Saibanti, 6 – 38068 Rovereto
mail: info@famigliamaterna.it
Violenza sulle donne – Pronta accoglienza 0464/435044
Uilpensionati e Ada pensionati potete rivolgervi a:
Trento Ida Sangalli, Educatore 347/7701136
Bolzano Rita Meloni, Psicologa 328/4242573
con orario 9 – 11 e 14 – 18
UIL SCUOLA RUA: dott. Francesco Sbardellati, Psicologo e Psicoterapeuta.
3381232421 – è chiesta prenotazione su WhatsApp
Scarica il pdf: Volantino mobbing stalking uil Trento