06 maggio 2020 – Trentino

LA TASK FORCE DEI SEDICI SAGGI DIALOGHI CON I CITTADINI

È un periodo strano quello che sta vivendo oggi la politica, tutta protesa ad inseguire il consenso a colpi di like sui social media, impegnata con grande costanza a cercare una comunicazione che crei consenso immediato tra la gente. Tutto questo tradisce Sì l’assenza di uno sguardo più lungo che vada oltre l’immediato, l’assenza di uno sforzo per costruire basi solide per il prossimo futuro.

Accade in Italia e accade anche in Trentino in cui l’emergenza si sta trasformando, malgrado tutto, in un palcoscenico per attori protagonisti, politici e governanti in primis.
In questa prospettiva appare difficile ogni riflessione non ancorata all’oggi. Crediamo questo valga anche per il lavoro della task force di esperti nominata dalla giunta provinciale.
Del resto in Italia i politici, negli ultimi decenni, hanno dimostrato sempre di privilegiare uno visione ancorata al breve, lasciando il campo ai tecnici ogni qualvolta si profilavano decisioni piuttosto scomode. Come se i politici rinunciassero a priori alla capacità di risolvere i problemi più complessi e, gioco forza, senza mai assumersi la responsabilità di scelte non sempre gradite all’opinione pubblica. Il tutto alla fine è gravato sulle spalle di lavoratrici e lavoratori chiamati a fare sacrifici imposti loro proprio dall’assenza di politiche di ampio respiro.
In questa occasione però il Trentino, anche su spinta delle organizzazioni sindacali, ha cercato di andare oltre questa dicotomia, cercando un terreno di incontro costruttivo tra competenza tecnica e politica con l’auspicio di andare oltre i grandi proclami, che hanno sì il pregio di solleticare le speranze nel breve termine, ma sempre l’effetto di lasciare indietro i soggetti più deboli e fragili della nostra società nel lungo termine.
E’ in questa riflessione che si colloca il lavoro, a nostro avviso, della task force di esperti che, vale la pena ricordarlo, è stata nominata poco meno di un mese fa e dunque ha avuto un tempo stretto per elaborare le proprie proposte. Crediamo anche che di primo passo si tratti, in quanto quel lavoro non è concluso.
Mancano proposte stravolgenti e particolarmente innovative? Forse però quelle espresse, sul turismo, sul quadro istituzionale, sulle politiche del lavoro hanno un merito: aver imposto un po’ di razionalità in un momento in cui prevale l’emotività.
È stato chiarito che non si possono delineare soluzioni che non tengano insieme, in un giusto equilibrio, misure per le imprese e misure per il lavoro e le famiglie. E allo stesso tempo è stato messo in luce, in maniera chiarissima, che gli aspetti sanitari hanno un impatto importante nella capacità di ripresa dell’economia e in quanto tali non possono che essere ritenuti centrali per chi si appresta a deliberare progetti di ripartenza.
La task force provinciale ha anche messo nero su bianco che anche nell’emergenza non si può guardare solo all’oggi, ma serve proiettarsi con coerenza nel lungo periodo per costruire cambiamenti che ci portino fuori da questa situazione e pongano le basi per ricominciare a crescere.
Potevano spingersi oltre? Sicuramente. Per farlo, però, avrebbero dovuto ricevere un mandato pieno, senza condizionamenti, e magari una dotazione minima di risorse a cui attingere autonomamente per nuovi pareri, dati e approfondimenti. E per un ulteriore passaggio con i soggetti con cui si era aperto un dialogo. E non sarebbe troppo tardi per farlo, se la politica lo volesse, cosa non scontata, a nostro parere.
Condividiamo quanto afferma il presidente Fugatti quando su questo giornale scrive che decidere è compito della politica. E’ altrettanto importante, però, che la politica sia attenta e aperta ad ascoltare suggerimenti, proposte e idee che arrivano dall’esterno.
Su questo terreno la task force può giocare un importante ruolo: la Giunta deve permettere ai suoi esperti di avviare un dialogo con i cittadini, il mondo del sociale, i sindacati e i soggetti economici, per costruire proposte che partano dal basso, siano veramente condivise e vengano corroborate dalla competenza e dalla conoscenza di chi su questi temi studia e fa ricerca.
Per fare tutto ciò, però, bisogna decidere che ruolo dare agli esperti in questa fase di ricostruzione. Non crediamo che il loro compito, come scrive il presidente sfruttando un’efficace metafora calcistica, sia quello di segnare le righe del campo da gioco. Quelle linee sono stabilite a priori. Per quanto ci riguarda ai tecnici andrebbe il compito di far da allenatori. Ma se questo può apparire fin troppo ambizioso, e non si vuole proprio che scendano in campo, allora che si riconosca loro almeno il ruolo dei commentatori. Sappiamo che è una posizione scomoda, non sempre amata da giocatori e pubblico, ma sicuramente preziosa perché allarga lo sguardo, legge i problemi da prospettive diverse e aiuta a costruirsi un’idea di quanto accade in campo. Facciamo almeno che i cittadini possano sentire anche i suggerimenti dei tecnici e poi si costruiscano una loro interpretazione del fatti, delle sfide e delle opportunità che abbiamo davanti a noi anche in questo buio momento di emergenza. Per una volta senza guardare il numero di like.

*Andrea Grosselli
Segretario della Cgil del Trentino
*Michele Bezzi
Segretario della Cisl del Trentino
*Walter Alotti
Segretario della Uil del Trentino