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19 Feb
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Imprese, serve coraggio per rafforzare le politiche industriali Cgil Cisl Uil: no a provvedimenti di corto respiro che accontentano solo i desiderata della aziende. Sulla riforma della legge 6 si avvii subito un percorso condiviso con il sindacato, fino a oggi escluso

Imprese, serve coraggio per rafforzare le politiche industriali Cgil Cisl Uil: no a provvedimenti di corto respiro che accontentano solo i desiderata della aziende. Sulla riforma della legge 6 si avvii subito un percorso condiviso con il sindacato, fino a oggi escluso

“L’economia trentina non ha bisogno di riformette, ma di politiche industriali coraggiose con l’ambizione di sostenere l’innovazione e la rigenerazione del tessuto produttivo concentrando le risorse pubbliche dove è più produttivo. E’ in questo quadro che deve inserirsi qualsiasi modifica della legge 6 sugli incentivi alle imprese e degli sgravi fiscali. Per quanto apprendiamo dalla stampa anche in questa partita sembra che la Provincia si stia accontentando di qualche aggiustamento. Ma confidiamo di poter dare un giudizio di merito quanto la Giunta si deciderà a coinvolgere anche le organizzazioni sindacali”.
Cgil Cisl Uil ne fanno una questione di merito, ma anche di metodo. “Fino a questo momento non abbiamo avuto nessun confronto con la Giunta Fugatti su questo tema, al contrario delle associazioni delle imprese che hanno avuto un dialogo costante – incalzano Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti -. La nostra richiesta di avviare un confronto è caduta nel vuoto e dopo una lettera del 27 dicembre scorso non abbiamo avuto alcuna risposta. Chiediamo all’assessore Spinelli e alle associazioni imprenditoriali di aprire subito un dialogo costruttivo e finalmente trasparente tra tutte le parti coinvolte, sindacati compresi”.
La posizione delle tre confederazioni è netta: riforma della legge 6 e revisione dei sussidi fiscali tramite Irap e Imis sono dei tasselli, anche importanti, della più ampia politica industriale provinciale. Ma non sono gli unici. “L’obiettivo della Provincia deve essere in primo luogo quello di qualificare l’occupazione e rendere più innovative e competitive le nostre imprese – insistono i segretari -. Al contrario i dati ci descrivono un tessuto imprenditoriale che investe ancora troppo poco in innovazione. Nella nostra provincia il 59% degli investimenti in ricerca e sviluppo è realizzato dal pubblico. A livello nazionale la percentuale è invertita. Bisogna che le imprese, che pure hanno recuperato terreno, facciano uno sforzo in più”.
Anche per questa ragione Piazza Dante deve smetterla di tergiversare e osi con una riforma di più ampio respiro che, partendo da quanto stabilito dalla Carta di Rovereto sull’innovazione, punti a spingere ampi settori dell’economia provinciale ad investire di più su processi e prodotti e renda sempre più attrattivo il territorio locale per nuove imprese ad alto valore aggiunto. “Il cambiamento tecnologico, la trasformazione digitale impongono a tutti sfide di fronte alle quali bisogna attrezzarsi sul piano del lavoro, della formazione, della ricerca, dell’innovazione. La riforma deve essere uno strumento per costruire risposte in questo senso. Tassi di crescita non soddisfacenti, instabilità internazionale e forte competitività in un quadro di riduzione delle risorse pubbliche provinciali impongono di agire con determinazione e condivisione. Chiediamo all’assessore di non prendere altro tempo e di costruire da subito un percorso allargato da qui all’autunno”, concludono Cgil Cisl e Uil.

 

Trento, 18 febbraio 2020

 

Scarica il pdf: 20200218_unitario legge6

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19 Feb
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Casa. Urgente un nuovo piano di politiche abitative Cgil Cisl Uil critici sul criterio dei dieci anni di residenza: la soluzione non è tagliare fuori le famiglie extracomunitarie, ma investire su nuove abitazioni pubbliche. L’assessora ci incontri

Casa. Urgente un nuovo piano di politiche abitative.

Cgil Cisl Uil critici sul criterio dei dieci anni di residenza: la soluzione non è tagliare fuori le famiglie extracomunitarie, ma investire su nuove abitazioni pubbliche. L’assessora ci incontri

Non è tagliando fuori le famiglie extracomunitarie dalle graduatorie per il sostegno al canone d’affitto e dalle graduatorie Itea che si risolve il fabbisogno abitativo dei trentini. Per Cgil Cisl Uil del Trentino l’unica strada per dare risposte ai cittadini è avviare una coraggiosa politica della casa, investendo sulla nuova costruzione di alloggi pubblici e sulla ristrutturazione del patrimonio esistente. Questioni, invece, su cui la giunta provinciale non apre nemmeno il confronto, come denunciano i tre segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. “Sono passati dei mesi da quando abbiamo chiesto un incontro formale con l’assessora Segnana su questi temi e ad oggi non abbiamo ottenuto alcun riscontro”, sottolineano, chiedendo ancora alla titolare della delega sulle politiche abitative di aprire un confronto partendo dagli ultimi dati relativi alle domande raccolte fino a questo momento per la casa Itea e l’integrazione al canone. “E’ solo partendo dai numeri reali che si può quantificare l’impatto della stretta imposta dalla giunta Fugatti sui criteri di residenza, che ha prodotto qualche risparmio per la cassa della Provincia, non ha dato risposte ai trentini che hanno bisogno di una casa e ha escluso le famiglie non comunitarie. Un bilancio in cui c’è poco da vantarsi”.
Cgil Cisl Uil rilanciano anche la proposta dell’Osservatorio sulle politiche abitative. “Doveva rappresentare il primo punto di partenza per avviare una riflessione costruttiva e oggettiva sulle politiche abitative, ma non è stato ancora avviato alcunché. Sollecitiamo nuovamente assessorato e Itea a prendere in mano questa partita, aprendo un confronto con le parti sindacali nel tentativo di costruire insieme risposte efficaci e non solo di mera propaganda”.
I tre sindacati intervengono infine sul canone moderato, “risposta importante” per rispondere al fabbisogno abitativo di tanti cittadini che non trova sul libero mercato soluzioni accessibili, ma hanno un reddito sopra le soglie del canone sociale. “E’ opportuno investire con determinazione anche su questo fronte, invece non sappiamo se è stata rinnovata la convenzione con le finanziarie per portare a termine il piano triennale di housing sociale”, concludono i segretari.

 

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