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Università di Trento – la Uil ribadisce la necessità di reintroduzione della rappresentanza del personale tecnico amministrativo e dei ricercatori nel Consiglio d’Amministrazione. Ed a proposito di equilibrio chiede al Rettore Collini: su 1300 persone coinvolte possibile che 700 (più della metà!) non abbiano diritto alla partecipazione alla governance dell’Ateneo?
La Uil intervenne nel luglio scorso, commentando l’inchiesta giudiziaria abbattutasi sull’Università di Trento, esprimendo ”delusione ed imbarazzo nel vedere andare in crisi e subire una perdita di credibilità importante l’Università di Trento, uno dei fiori all’occhiello della nostra autonomia e uno dei motori più efficaci e propulsivi dello sviluppo del Trentino”.
E ci soffermammo su un altro elemento su cui, in un primo tempo solo la Uil, ma poi successivamente, anche Cgil e Cisl hanno convenuto: l’inserimento dei rappresentanti dei lavoratori e di quelli dei ricercatori negli organi di governo dell’Università di Trento, al pari di quanto accade in quasi tutti gli altri istituti universitari statali. Delle componenti che a Trento non sono più previste dallo Statuto e dal Regolamento generale in vigore dal 2012, anno dell’ assunzione del nuovo ruolo giuridico e di governo della Provincia Autonoma nell’Ateneo trentino.
Ora, pensando finalmente ad una riforma dello Statuto, è necessario riconsiderare la partecipazione anche della rappresentanza del PTA e dei ricercatori alla governance dell’Atene. In quest’ottica il fatto che il Magnifico Rettore ed il Senato accademico hanno deciso o vogliano decidere di escludere una rappresentanza scelta democraticamente dai lavoratori dalla Commissione per la revisione dello Statuto, non è sicuramente un buon segnale. Anzi. Né tanto meno si può pensare che la rappresentanza sia individuata dall’alto, cooptando in commissione l’ultimo presidente della “Consulta del personale”, organismo pletorico dove, dopo il 2012 sono state relegate le rappresentanze del personale Tecnico e Amministrativo. Un organo che nel corso degli anni ovviamente ha perso importanza, marcando una tale lontananza dalle stanze del potere da non essere stata più nemmeno rinnovato.
Riguardo poi alle dichiarazioni del Rettore circa “il mantenimento di equilibri”, nella partecipazione dei 1300 soggetti facenti parte della comunità accademica trentina, agli organi decisionali, la Uil chiede se i 700 dipendenti, fra personale tecnico amministrativo e ricercatori, non possano avere una rappresentanza dove esercitare, gratuitamente, quantomeno il cosiddetto “diritto di tribuna”.
Stiamo parlando di una presenza, e di una partecipazione, necessaria “a rafforzare i legami con la realtà locale e rendere incisivi gli strumenti pensati per il rapporto col territorio”, come affermato dallo stesso Rettore.
Riguardo poi alla richiesta di “provincializzazione” del personale amministrativo e tecnico universitario, cassata dal Rettore, certo sarebbe interessante conoscere il parere del Presidente Fugatti e del neo Assessore con competenze all’Istruzione e Università, dottor Bisesti, su un tema decisamente importante come questo, piuttosto che assistere alla inconsistente e strumentale cantilena su presepi ed alberi di natale nelle scuole trentine di ogni ordine e grado.
Segretario Generale
Uil Trentino
W.Alotti
Scarica il pdf: COM 120119 UNITN – STATUTO-



Welfare, non rinunciare alle prerogative della nostra provincia per uniformarci al disegno nazionale
Welfare, non rinunciare alle prerogative della nostra provincia per uniformarci al disegno nazionale
Cgil Cisl Uil del Trentino tracciano le priorità del 2019 e chiedono un confronto con la giunta provinciale
“Il welfare non è un costo per la collettività ma un investimento. Sposare, come sembra fare questa giunta provinciale, la logica che politiche sociali e crescita economica siano contrapposti e non complementari è un errore gravissimo. E non è accettabile la posizione di un governo provinciale pronto a rinunciare alle proprie prerogative su un tema strategico come questo decidendo solo di uniformarsi al disegno nazionale come ha dichiarato di voler fare il governatore Fugatti con l’assegno unico. Così si abdica alle nostre competenze.” Lo dicono i tre segretari generali di Cgil Cisl UIL del Trentino, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti, tracciando come consuetudine le priorità per il 2019. Le tre sigle sindacali hanno dunque aggiunto: “Per noi le eventuali risorse risparmiate sul reddito di garanzia vanno reinvestite in welfare, in politiche del lavoro, servizi sociali, revisione lavori socialmente utili, misure. Sostegno di tutte le famiglie , cioè per la conciliazione, per l natalità ma anche per l’invecchiamento”. Accanto al tema delle politiche sociali, anche le scelte di politica economica e della finanza pubblica, in attesa di un confronto con la giunta provinciale che ad oggi, al di là delle disponibilità verbali non si è ancora aperto. Sul tema il sindacato è netto: prendiamo atto che ad oggi gli assessori provinciali, a cominciare del titolare dell’Economia Spinelli, preferiscono interloquire con il mondo imprenditoriale, ed in particolare con Confcommercio, e non con tutte le parti sociali”.
Sul sistema di welfare Trentino Cgil Cisl Uil chiariscono: “Sulle misure di contrasto alla povertà non si può decidere di subire la misura nazionale scegliendo nel contempo di fare mero assistenzialismo così come si progetta di fare a Roma. A noi servono misure che incentivino il lavoro, no mero sostegno al reddito che disincentiva la ricerca di un’occupazione – dicono i tre segretari generali -. Non si può rinunciare alle politiche attive e soprattutto è preoccupante quanto afferma il governatore Fugatti che contrappone nella sua logica crescita a welfare. Il welfare sono politiche attive del lavoro, ma anche misure per rispondere all’invecchiamento della popolazione oltre che al sostegno alla natalità, per favorire una maggiore flessibilità nella gestione dei lavoratori anziani. Senza dimenticare che il welfare favorisce la coesione sociale e crea lavoro”. Dunque l’affondo sulle competenze della Provincia: “rinunciare al nostro modello di assegno unico semplicemente sostituendolo con il reddito di cittadinanza nazionale è paradossale per la nostra Provincia: ci siamo spesi per avere nuove competenze, per avere piena autonomia su alcune questioni e abbiamo costruito modelli avanzati rispetto al resto del Paese e adesso si decide di cedere competenze allo Stato rinunciando alle prerogative dell’Autonomia che lo stesso decreto fa salve”.
No infine a pensare di sostituire alcune politiche sociali con il volontariato, come sta accendendo nell’’accoglienza. “Riteniamo meritorio l’intervento della Chiesa insieme ad altre realtà sociali per sopperire ai tagli al sistema di accoglienza, ma il pubblico non può abdicare alle sue funzioni. Sull’accoglienza la nostra giunta ha scelto di piegarsi alle logiche del capo politico della Lega, dimenticando che tagliare le misure di integrazione creerà solo nuova insicurezza”.
Rivolgendosi al mondo delle imprese Cgil Cisl Uil hanno sottolineato la necessità di fare ripartire la contrattazione integrativa “per riportare risorse nelle tasche dei lavoratori e per migliorare le condizioni di lavoro”.
I segretari generali sono intervenuti anche sul tema della prossima variazione al bilancio provinciale per “recuperare i 70 milioni” lasciati al governo nazionale. “La questione non è solo la quantità di risorse in meno – incalzano -. La questione vera è che queste risorse concorreranno alla Flat Tax al 15 per cento per le partite IVA a danno dei lavoratori dipendenti che in questi anni hanno prodotto gettito fiscale. Un quadro che si aggrava se lo leghiamo agli effetti del decreto Dignità che favorirà la nascita di partite IVA più per convenienza che per effettivo lavoro prestato”.
Cgil Cisl UIL colgono l’occasione anche per ricordare a Piazza Dante che la società è molto più complessa di quanto vogliono far passare. “È ricorrente nelle affermazioni della nuova maggioranza questo riferimento al popolo – sottolineano -. La società ha tante componenti non si può scegliere di parlare solo alle imprese, lisciando il pelo agli imprenditori e dare ascolto solo a quella parte di comunità che la vede come loro. Chi governa deve ascoltare tutti e dare risposte a tutti”.
C’è poi la questione maltempo su cui le tre organizzazioni sindacali stigmatizzano la lentezza di reazione della giunta sull’attuazione dell’accordo del 17 dicembre per favorire il contributo dei lavoratori per la ricostruzione. “È ora di darsi da fare sul piano concreto anche per promuovere l’adesione dei lavoratori”.
Infine Cgil Cisl UIL si sono soffermate sulla legge di stabilità nazionale rimarcando il giudizio negativo su una manovra che non crea lavoro, non da risposte efficaci sulla pensione e non investe nello sviluppo. Per questa ragione il sindacato sarà in piazza a Roma per una grande manifestazione il prossimo 9 febbraio.
10 gennaio 2019
Scarica il pdf: 20190110_unitario


Trento, 10 gennaio 2019
Comunicato stampa CRTCU e Adoc del Trentino
Dolomiti Energia chiede il pagamento ulteriore della Tariffa Rifiuti per gli anni 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018: cosa sta accadendo.
Il CRTCU e l’Adoc del Trentino chiedono ai Comuni di imporre l’obbligo al Gestore di comunicare tempestivamente agli utenti eventuali modifiche regolamentari
Perché arrivano le raccomandate?
Perché dal 2013 il regolamento comunale che disciplina la materia è cambiato e la Dolomiti Energia verifica la corretta applicazione di tale regolamento. Per questo i conteggi sono cambiati, non per una modifica strutturale dell’immobile in esame.
Ma se i Regolamenti sono cambiati, perché dicono che ho fatto una dichiarazione infedele, se nessuno mi ha avvisato?
La legge prevede che sia il consumatore a comunicare i dati. La legge non impone alla Dolomiti Energia di informare gli utenti di eventuali modifiche ai Regolamenti comunali, come ad esempio l’introduzione nel conteggio di cantine o soffitte. E’ assurdo, ma è così.
Il CRTCU e l’Adoc del Trentino ritengono necessario, invece, che d’ora in poi, la società che gestisce il servizio di raccolta rifiuti, sia obbligata dal Comune, con apposita disposizione regolamentare, che gli utenti siano avvisati della modifica tempestivamente.
Il termine dichiarazione infedele è il termine tecnico che si applica in tutti i casi di mancata comunicazione dei dati esatti e completi. La dichiarazione infedele è una violazione di natura amministrativa, ma in questo caso non è stata e non verrà applicata la relativa sanzione.
Non ci sono sanzioni da pagare anche se c’è una dichiarazione infedele, perché le rappresentanze dei consumatori hanno chiesto e ottenuto che non venissero applicate.
Il CRTCU e l’associazione di consumatori ADOC hanno chiesto e ottenuto di non applicare la sanzione amministrativa pecuniaria, prevista dall’art. 43 del Regolamento I.U.C. – Componente Tari dal Regolamento I.U.C., nei casi di denuncia infedele. Infatti, rispetto a quanto richiesto, il Servizio Risorse Finanziarie del Comune di Trento ha accettato la nostra proposta e pertanto in presenza di dichiarazioni infedeli si è proceduto solo con il recupero, oltre all’importo non riscosso, dei soli interessi legali e delle spese di sollecito, senza applicazione della sanzione.
Termini di prescrizione
5 anni, dall’anno dopo quello interessato (per l’anno 2013, inizia il conteggio dal 2014): questo vuol dire che per recuperare l’anno 2013 il termine di ricevimento della raccomandata a.r. è scaduto il 31 dicembre 2018. Le raccomandate a.r. ricevute in gennaio 2019 si possono riferire solo agli anni a partire dal 2014, non prima.
Cosa è cambiato?
Il Regolamento per l’applicazione della tariffa sui rifiuti e del tributo comunale dei servizi (TARES) 2013 all’art. 6, comma 6, recita: “per le utenze domestiche, la quota fissa è commisurata al numero di componenti, il nucleo familiare ed alla superficie dell’immobile determinata sulla base dell’ottanta per cento della superficie catastale”.
Il Regolamento per la disciplina dell’imposta unica comunale per l’anno 2014 in poi, all’art. 31, comma 6, recita: per le utenze domestiche, la quota fissa è commisurata al numero dei componenti del nucleo familiare ed alla superficie dell’immobile determinata sulla base della superficie calpestabile
L’art. 34 comma 1, recita: i locali costituenti pertinenza o dipendenza da altri, anche se da questi separati.
L’art. 34 comma 2, recita: la superficie complessiva è arrotondata per eccesso o per difetto al metro quadro, a seconda che il decimale sia superiore a zero virgola cinquanta ovvero inferiore o uguale a zero virgola cinquanta.
Cosa fare?
La casistica è molto varia. Pertanto, è importante e utile verificare con Dolomiti Energia i valori accertati e per farlo il modo migliore è prendere appuntamento con loro secondo i contatti contenuti nella comunicazione ricevuta.
Rateizzare è possibile?
Sì, a fattura emessa. Se avete verificato che i conteggi dei metri sono corretti, verrà emessa la fattura con la maggior somma accertata: in quel momento è possibile chiedere a Dolomiti Energia il rateizzo.
Scarica il pdf: CS Tariffa rifiuti cosa sta accadendo 2019