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Comunicato stampa 12/2/2019
Decisione Giunta Fugatti sulla contribuzione previdenziale della Provincia alle neomamme trentine: il mancato confronto con le parti sociali che rende discutibile, monco, un provvedimento di cui c’era comunque bisogno.
Il provvedimento sulla contribuzione previdenziale della Provincia Autonoma alle neo mamme pare, o si può leggere, come orientato alla conferma di un modello sociale, proposto a livello nazionale (vedi disegno di legge Pillon) che vuole le donne a casa e gli uomini a lavorare.
In realtà l’esperienza del sindacato e di tanti sue delegate e delegati sui posti di lavoro è quella di tante eo mamme” che raramente vorrebbero abbandonare il proprio posto di lavoro, ma piuttosto richiedono e vorrebbero delle politiche di conciliazione vita / lavoro che funzionino e che permettano loro di tornare al lavoro, dividendo con il padre i carichi di famiglia. Senza doversi sentire “meno mamme” solo perché nella crescita dei figli si fanno aiutare dal compagno/marito.
La UIL ritiene che su quella strada bisognava proseguire, quella appunto delle misure di conciliazione vita lavoro. Altrimenti, con questo provvedimento si rischia davvero di creare delle disoccupate di lungo periodo. Non solo. Nel settore privato la differenza salariale è già grandissima tra uomo e donna ed allontanare le mamme dal luogo di lavoro per ben 3 anni non farà altro che minare la professionalità della donna e creare delle nuove disparità salariali.
Siamo convinti che un confronto con il sindacato avrebbe meglio orientato la decisione della Giunta evitando che il provvedimento, così come è stato concepito, alimentasse e incentivasse ulteriormente il già alto numero (alcune centinaia all’ anno anche in Trentino) di donne che si licenziano entro il primo anno di vita del bambino. Sarebbe infatti necessario offrire una serie di servizi e di sostegni alle neo mamme affinchè possano dedicarsi alla cura del bambino, riducendo il più possibile il numero di coloro che sono costrette a dimettersi e staccarsi dal mondo del lavoro per la difficoltà di conciliare lavoro con maternità.
Già esistono degli strumenti per la conciliazione tra lavoro e maternità. Sarebbe necessario implementarli e sistematizzarli a livello territoriale e l’intervento della provincia potrebbe sicuramente essere di promozione e di incentivo alle imprese. Non crediamo che abbassando la partecipazione delle donne al mondo del lavoro aumenti il tasso di natalità. I dati statistici sembrano infatti affermare il contrario.
Annalisa Santin
Walter Alotti
Uil del Trentino
Scarica il pdf: maternità alla trentina

Cgil Cisl Uil si congratulano con il nuovo presidente di Confindustria Trento, Fausto Manzana.
Ianeselli, Pomini e Alotti: “Lavoriamo insieme ad un’idea di futuro per la crescita del Trentino”
Cgil Cisl Uil del Trentino si congratulano con il nuovo presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana e ringraziano il presidente uscente Enrico Zobele, per il costruttivo confronto e la competenza espressa in questi mesi di mandato ai vertici di Palazzo Stella. “Non possiamo che esprimere apprezzamento per le dichiarazioni del presidente Manzana quando ha parlato dell’importanza del sindacato e del ruolo fondamentale di positive relazioni tra le parti sociali per contribuire allo sviluppo del nostro territorio. Attenzione che riconosciamo anche ad Enrico Zobele”, sottolineano i segretari generali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti.Il Trentino sta attraversando una fase significativa di cambiamento nell’impostazione delle politiche economiche e sociali con la nuova giunta provinciale e la nuova maggioranza al governo. “Ci rendiamo conto del fascino che il nuovo esecutivo esercita tra i rappresentanti del mondo imprenditoriale provinciale e che in assenza di programmi concreti dichiara di voler assecondare ogni loro richiesta – aggiungono i tre segretari -. Aggiungiamo, però, che la crescita del nostro territorio ha bisogno di una visione più ampia, che vada oltre la semplice soddisfazione degli interessi di una parte. Restiamo convinti che, per il bene della nostra terra, dobbiamo tutti lavorare alla costruzione di un’idea più grande e condivisa di futuro”. “Dividere i trentini in base alla loro nazionalità, ai loro orientamenti sessuali o alle loro provenienze è una strategia che costa cara anche alla nostra economia – proseguono -. Le economie più forti in questi anni sono nate in territori aperti, tolleranti e non culturalmente angusti. I nostri giovani che emigrano lo fanno non solo alla ricerca di un benessere materiali, ma anche per il desiderio di vivere in contesti creativi, dinamici e aperti al nuovo. E’ solo costruendo insieme che possiamo costruire un futuro più forte”.Apprezzabile, secondo i tre sindacati, il richiamo del presidente Manzana sull’importanza di procedere per piccoli passi. “Ma in questo momento, con un governo nazionale che sta danneggiando il Paese e la sua economia, e con un esecutivo provinciale che tende ad assecondare ogni spinta romana più che ad esaltare il valore della nostra economia tutte le parti sociali hanno il dovere di assumersi fino in fondo le loro responsabilità nell’interesse di tutti i trentini”. Per questa ragione serve un’idea condivisa di futuro che deve fondarsi su un investimento forte nel sapere e nella formazione. “Siamo ormai dentro la sfida dell’innovazione tecnologica, sfida che possiamo gestire e governare solo se costruiamo un progetto condiviso che mette al centro la conoscenza e la formazione continua a tutti i livelli, ad esempio rimettendo in cantiere l’apprendistato di terzo livello”, che permette ai giovani di laurearsi lavorando. Ed è per questa ragione che di fronte al rinnovato dibattito sulle infrastrutture ci sentiamo di ribadire che la prima e più importante infrastruttura per la competitività della nostra economia e il benessere della nostra comunità è la conoscenza”, concludono i tre segretari.





