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Trento, 28 settembre 2017
Note al documento preliminare “Indicazioni per la riforma dello Statuto di autonomia”
Egregio signor
prof. Giandomenico Falcon
Presidente della Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige/Südtirol
Rilevando la positività del lavoro svolto fin qui dalla Consulta nella discussione e nella definizione delle prime indicazioni per la riforma dello Statuto di autonomia, le scriventi associazioni vogliono contribuire al confronto offrendo un proprio contributo allo scopo di arricchire il documento preliminare.
In particolare, le nostre osservazioni intendono concentrarsi sui temi dello sviluppo economico e sociale e sul ruolo delle organizzazioni di rappresentanza nei processi di partecipazione democratica alle decisioni assunte dalle istituzioni pubbliche del nostro territorio.
In primo luogo, al punto tre della Sezione prima, si propone di aggiungere un riferimento all’innovazione in campo sociale ed economico, per ribadire come, grazie all’Autonomia statutaria, Trentino e Alto Adige/Südtirol possano realmente individuare ed attuare originali ed efficaci politiche capaci di affrontare e risolvere, in chiave locale, i nodi di un mondo sempre più complesso. Si suggerisce quindi l’inserimento alla fine dell’ultimo paragrafo della seguente frase: “favorendo e perseguendo, attraverso il dialogo sociale, la convergenza dei processi di innovazione economica, coesione sociale e sostenibilità ambientale”.
Per quanto invece concerne il ruolo delle associazioni di rappresentanza, le scriventi organizzazioni sottolineano la mancanza, nel documento preliminare, di un riferimento specifico al ruolo del dialogo tra le parti sociali e tra queste e il governo locale.
Si tratta di una lacuna in contraddizione con il coinvolgimento di queste ultime nella Consulta, come previsto dalla legge provinciale 2 febbraio 2016, n. 1.
La legge prevede infatti la partecipazione di un rappresentante ciascuno delle associazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative in Trentino, a riprova delle radicate modalità concertative che caratterizzano il lavoro di policy making delle nostre istituzioni locali.
I paesi del Nord Europa fanno del dialogo tra rappresentanze delle imprese e del lavoro una leva per raggiungere sempre più alti livelli di benessere individuale e collettivo, mentre le funzioni delle rappresentanze di interessi nei paesi di lingua tedesca assumono originali forme istituzionali (Wirtschaftskammer e Arbeiterkammer austriache). La stessa Unione Europea considera il dialogo sociale un elemento fondamentale del modello sociale europeo tanto da riaffermarne la centralità all’interno del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (articoli dal 151 al 156).
Anche seguendo questi modelli una terra che, negli anni, ha fatto della promozione del confronto tra associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali un metodo di governo, deve riconoscere nella sua Carta fondamentale il dialogo sociale come uno strumento insostituibile in grado di rafforzare il confronto democratico e migliorare i processi decisionali. Un riferimento alla promozione del dialogo sociale andrebbe quindi inserito all’interno della Sezione settima “Democrazia diretta, partecipazione dei cittadini e buona amministrazione”.
Cordialmente
I segretari generali Cgil Cisl Uil del Trentino
Franco Ianeselli Lorenzo Pomini Walter Alotti
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Partecipate: la disdetta degli integrativi è un atto grave
Cgil Cisl Uil del Trentino contro la scelta della Pat. “Pronti a mobilitare i lavoratori se necessario”
“La scelta di revocare tutti i contratti di secondo livello per i lavoratori delle società partecipate è un atto grave e di fronte al quale non resteremo immobili. Non è certamente con azioni unilaterali di questo tipo che si possono porre le premesse per costruire soluzioni condivise”. Cgil Cisl Uil del Trentino stigmatizzano la decisione di Piazza Dante di azzerare dall’anno prossimo i contratti integrativi per i 600 addetti delle partecipate. “In questi anni di crisi economica, e anche adesso che si respira una fragile ripresa, abbiamo sempre sostenuto che non è con gli atti unilaterali come le disdette che si possono creare le condizioni per affrontare questioni come la regolamentazione del lavoro – spiegano Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. Questo per noi vale in tutti i settori e per tutti i datori di lavoro, nel pubblico e nel privato. E’ comunque singolare che la Provincia scelga questa strada con le partecipate, quando contemporaneamente incentiva la contrattazione di secondo livello. Manca chiarezza”. I sindacati rivendicano di aver partecipato in questi mesi alla trattativa per l’adozione di un contratto unico, in maniera propositiva e con l’obiettivo di valorizzare tutti i lavoratori e le lavoratrici, pur rispettando la necessità della Provincia di razionalizzare il settore. “Aspetti positivi quali la mobilità tra le varie società e la definizione di regole omogenee e condivise per tutti non possono certamente essere ottenuti facendo pagare uno scotto ai lavoratori – proseguono i tre segretari -. Questa mossa, invece, lascia intravedere un alone punitivo, che non possiamo in nessun modo condividere. Ci muoveremo per tutelare i lavoratori delle partecipate in tutti i settori e, se sarà necessario, siamo pronti alla mobilitazione”. Il primo passo, a questo, punto è un incontro urgente con il presidente Ugo Rossi. “Chiederemo di incontrare il governatore già nei prossimi giorni e, sulla base dell’esito di questo confronto, adotteremo tutte le misure che riteniamo più idonee per tutelare i lavoratori. Intanto riunire tutti i nostri delegati per confrontarci su questa questione”, concludono Ianeselli, Pomini e Alotti.
Trento, 28 settembre 2017
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