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Comunicato stampa UIL del Trentino 24 settembre 2016
Alloggi sfitti a Trento la politica dello struzzo di Daldoss e Franzoia
Torna ciclicamente di attualità il tema dell’affitto e soprattutto delle migliaia di alloggi sfitti.
È di questi giorni l’ultimo allarme, ma le associazioni di solidarietà sociale, il sindacato e le stesse associazioni di categoria delle imprese immobiliari, lo hanno lanciato parecchie volte negli ultimi due anni. Senza riuscire a far uscire la testa dello struzzo dalla sabbia!
Se l’assessore Daldoss ed il nuovo CdA di ITEA hanno cominciato a sbloccare, ristrutturare e riassegnare almeno i cosiddetti “alloggi di risulta” pubblici, tornando ai numeri di un lustro di tempo fa, lo stesso Assessorato e quello del Comune di Trento non hanno assolutamente attivato processi di informazione e attuazione di incentivi per liberare il mercato privato dell’affitto.
Una situazione scandalosa che la UIL ha rimarcato più volte nel tempo sollecitando Daldoss ad avviare, almeno sperimentalmente, il Fondo di garanzia per l’affitto, varato un paio di anni fa e finito nell’oblio, di cui si ricomincia a riparlare adesso, dopo che se ne erano perse le tracce. E che potrebbe essere se non la soluzione almeno un tentativo per rimettere sul mercato i tanti alloggi sfitti dei locatori privati.
La UIL chiede quindi all’Assessore Daldoss di licenziare finalmente il Regolamento d’attuazione del Fondo di Garanzia per l’affitto, perso nei meandri degli uffici provinciali, grazie al quale, si spera, sarà possibile far rientrare nel circuito degli alloggi in affitto, almeno a canone moderato, parte dei tanti appartamenti che a Trento e nei comuni ad alta densità’ abitativa i privati tengono sfitti, per paura di morosità o danneggiamenti.
L’Assessorato non ha voluto coinvolgere nel progetto, diversamente da quanto proposto dal Sindacato (cosa sperimentata anche in altre realtà), le Fondazioni bancarie o la Cooperazione o un altro grande attore immobiliare trentino, la Curia, partner che secondo la UIL avrebbero aumentato l’affidabilità e l’appeal dell’iniziativa.
Anche il Comune di Trento avrebbe dovuto farsi parte attiva rispetto all’emergenza casa e l’Assessora competente Franzoia (….addirittura ora lanciata ora verso l’incarico di Vice sindaco!) dire almeno due parole sulla questione. A tutt’oggi abbiamo sentito biascicare solo qualche confuso ragionamento su questi argomenti da parte del vicesindaco Biasiolli in tema di sviluppo di progetti di “coabitazione”, rent to bus, o di non si capisce bene di che meccanismo di coinvolgimento delle cooperative edilizie nella costruzione e concessione di alloggi sociali. Forse sarebbe più utile e concreto sbloccare tutto l’iter edilizio amministrativo che tiene bloccato ad esempio l’intervento di edilizia sociale delle cosiddette “palafitte”, in corso da quasi 10 anni e di cui non si vede all’orizzonte la soluzione o perlomeno l’avvio dei cantieri.
Qualcuno si chiederà da dove viene l’insistenza del Sindacato rispetto alla tematica dell’edilizia pubblica e della casa. La risposta è duplice: dalla vicinanza ai lavoratori e pensionati che vivono l’emergenza casa, in tempo di crisi in modo particolare, e da recenti inchieste sociologiche anche locali, che confermano che per i lavoratori è quello della casa uno dei temi scottanti per il quale è richiesto l’impegno del sindacato confederale in primis. L’altra motivazione è data dalla storia dell’edilizia pubblica e sociale italiana e trentina: il patrimonio oggi ITEA è stato costituito per gran parte con i contributi degli stessi lavoratori, oggi magari pensionati, nei decenni scorsi. Crediamo che, entrando nel merito delle politiche abitative pubbliche odierne, rappresentiamo quegli interessi e quei sacrifici senza i quali tutto quel patrimonio probabilmente non esisterebbe o sarebbe di ben minore volume ed estensione.
Il Segretario Generale
CSR UIL DI TRENTO
Walter Alotti
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Referendum costituzionale, le ragioni del sì e le ragioni del no
Direttivi di Cgil Cisl Uil a confronto con i costituzionalisti Ceccanti e Toniatti su opportunità e limite della della riforma Boschi
Opportunità e limiti della riforma costituzionale sono state le questioni al centro della riunione unitaria dei direttivi di Cgil Cisl Uil del Trentino. L’incontro, promosso dalle tre confederazioni, ha visto protagonisti i professori Stefano Ceccanti, docente di diritto costituzionale comparato alla Sapienza di Roma, sostenitore delle ragioni del sì al referendum, e Roberto Toniatti, docente di diritto costituzionale comparato all’Università di Trento, sostenitore delle ragione del no.
Nell’articolato e vivace contraddittorio i due costituzionalisti hanno posto l’accento sui punti qualificanti e sulle criticità della riforma Boschi, rispondendo anche alle domande e ai dubbi espressi dai componenti dei direttivi.
Il professor Ceccanti ha illustrato i contenuti positivi del testo varato dal Parlamento lo scorso 12 aprile scorso, soffermandosi soprattutto sul superamento del bicameralismo perfetto con la trasformazione del Senato in camera delle regioni, con il rafforzamento simultaneo di Governo e Parlamento sul procedimento legislativo con i limiti alle decretazione d’urgenza e tempi certi per in disegni di legge, e sulla più chiara articolazione di competenze tra stato e regioni, per ridurre anche i contenzioni tra i due poteri. “Questa riforma è stata fatta per risolvere i problemi del nostro sistema – ha spiegato Ceccanti -. Sicuramente questo testo ha dei limiti rispetto alle riforme ideali, ma è una riforma. Opporsi a questo cambiamento equivale non a scegliere una riforma migliore, ma solo a mantenere lo status quo”
Opposta la lettura del professor Toniatti che ha messo in luce i limiti del testo Boschi. A cominciare con le modalità scelte per superare il bicameralismo perfetto. “Una revisione della Carta è possibile e auspicabile – ha detto il costituzionalista trentino – ma questa è una riforma fatta male, pasticciata e fatta in modo sperimentale. Non condivido la posizione che questa non è la migliore riforma possibile, ma che è perfezionabile. Non ci si possono permettere incertezze quando si cambia la Costituzione”. Toniatti, dunque, ha bollato come di “pessima qualità” il nuovo Senato, che “sarà ridotto e compresso nella sue funzioni dal doppio mandato dei suoi componenti”. La riforma non produrrà l’auspicato risparmio dei costi della politica né limiterà il contenzioso stato-regioni.
Nel confronto, anche su sollecitazione degli interventi, si è imposta anche la questione delle autonomie speciali, ed in particolare se la riforma Boschi offre sufficienti garanzie. Ceccanti ha sottolineato la valenza dell’intesa, ribadendo che le autonomie speciali vengono tutelate. Toniatti, dal canto suo, ha rimarcato il carattere centralizzatore della riforma e pur ammettendo una più chiara ripartizione di competenza tra stato e regioni, ha criticato negativamente la scelta del legislatore di prevedere l’attribuzione di nuove competenze a tutte le regioni, comprese quelle a statuto speciale, attraverso una legge ordinaria del Parlamento.
p.la CGIL del Trentino p.la CISL del Trentino p.la UIL del Trentino
Il Segretario Generale Il Segretario Generale Il Segretario Generale
Franco Ianeselli Lorenzo Pomini Walter Alotti
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Comunicato stampa UIL del Trentino 20 settembre 2016
Sicurezza e salute sul lavoro. Altre vittime in Italia, ma anche a Lavis, nel nostro Trentino.
Non basta il cordoglio per le morti sul lavoro, serve un maggior impegno dell’amministrazione pubblica, del sindacato e delle aziende nella attuazione di una vera sorveglianza sanitaria dei lavoratori, nella prevenzione degli infortuni e nella formazione sulla sicurezza del lavoro.
Alla preoccupazione e sgomento che la UIL del Trentino esprime, assieme al cordoglio ai familiari della vittima, per la drammatica morte in un cantiere di Lavis, legata evidentemente ad un infortunio od allo sforzo prestato da questa persona, come dalle altre 13 vittime in Trentino del 2015, si associa un forte appello, una richiesta non più eludibile, al mondo produttivo, sindacale e politico di fermarsi e concentrarsi, seriamente, per provare a cambiare od aggiungere qualcosa, non norme, ma azioni concrete, alle prassi e procedure previste a salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.
Riteniamo necessario un maggior impegno dell’amministrazione pubblica, del sindacato e delle aziende nella attuazione di una vera sorveglianza sanitaria dei lavoratori, nella prevenzione degli infortuni e nella formazione sulla sicurezza del lavoro.
Una delle cose che colpiscono di più, riguardo agli ultimi tragici episodi, in Italia ed in Trentino, è infatti che queste persone spesso si siano sentite male od abbiano avuto dei malori, palesando anche un evidente deficit di salute, che probabilmente le dure condizioni e sforzo di lavoro hanno portato poi alle estreme conseguenze. E poi che non erano dipendenti solo di piccole aziende, ma anche occupati in servizi, società o ambiti in cui sembrerebbe più agevole, per tutta una serie di garanzie e controlli interni previsti, effettuare sia la sorveglianza sanitaria che la prevenzione.
Questo ci dà l’idea dello scarto culturale, della lacuna ancora difficile da colmare in tutto il mondo del lavoro e nell’intera società attuale.
La UIL e le altre organizzazioni sindacali avevano chiesto all’Amministrazione Provinciale nella discussione sul nuovo Piano della Salute un rafforzamento delle azioni di prevenzione riguardo alla salute e sicurezza sul lavoro e si era assicurato maggior impegno e risorse adeguate in tal senso.
Per parte nostra vedremo di sensibilizzare, rafforzare la presenza e la vigilanza di tutte le strutture sindacali territoriali ed aziendali, oltre che ad avviare, sollecitare al più presto, anche in sinergia con gli enti bilaterali e formativi di emanazione sindacale, una campagna di formazione ed informazione degli RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza).
Essi infatti, spesso, una volta effettuata la formazione obbligatoria ed assunte grandi responsabilità nei confronti dei colleghi, rischiano di rimanere un po’ isolati sui posti di lavoro, e di abbassare, se non la guardia, certo l’attenzione su aspetti meno impattanti, la sorveglianza sanitaria ad esempio o le condizioni per lo sviluppo di malattie invalidanti, rispetto all’uso dei DPI (dispositivi protezione individuali) o alla più evidente e magari palese mancanza di minime condizioni di sicurezza fisica sul lavoro.
Crediamo inoltre possa essere utile, importante, rafforzare e diffondere in tutti i settori la figura “territoriale”, più tecnica, professionalizzata, del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, già’ in essere nell’artigianato, da estendere sicuramente al terziario, all’agricoltura, in tutti i settori dove sono predominanti le piccole, piccolissime imprese.
Un gran lavoro per tutti quindi! Ma nessuno può esimersi dal lavorare per la vita e per evitare che qualcuno quella vita la perda sul lavoro.
Walter Alotti
Segretario Generale
UIL del Trentino
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Comunicato stampa Uiltrasporti – 20 settembre 2016
Biglietti a bordo. La Uiltrasporti è favorevole, ma sia verificato il rispetto degli accordi
Come Uiltrasporti siamo piuttosto restii a cantare vittoria in merito alla questione della vendita dei biglietti a bordo dei mezzi pubblici. L’azienda e la Provincia devono innanzitutto rispettare gli accordi presi in occasione della firma del documento in questione e finalizzati al miglioramento dei turni, nonché della qualità del lavoro e della vita degli autisti di Trento e Rovereto. È proprio in vista di tali disposizioni che abbiamo deciso di sospendere lo sciopero e ora ci sono tutti i presupposti per affrontare le dinamiche di bigliettazione con la dovuta sicurezza per l’autista grazie alla “blindatura” del posto di guida e al potenziamento dei controlli, specialmente nelle ore serali.
Sia chiaro, però, che ci aspettiamo una completa e concreta applicazione di tutti questi provvedimenti e che non sono i quaranta centesimi per biglietto ad entusiasmare gli autisti, ma semmai la prospettiva di un servizio di qualità in grado di esorcizzare il pericolo di una gara d’appalto europea per Trentino Trasporti Esercizio nel 2019.
Questa, infatti, con la bigliettazione a bordo ne guadagnerebbe in termini di qualità ed efficienza e se saprà gestire bene il tutto attraverso un’opportuna e ottimizzata riorganizzazione dei tempi di percorrenza tanto di guadagnato per tutti, in special modo per l’utenza.
Il segretario generale Uiltrasporti
Nicola Petrolli
Scarica il pdf: Biglietti a bordo COM 20(9)16
