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Comunicato stampa unitario Cgil, Cisl, Uil – 16 settembre 2016
Doppia preferenza di genere, in Consiglio spettacolo sconfortante
Cgil Cisl Uil del Trentino criticano l’ostruzionismo e l’uso strumentale dell’aula. “Il riconoscimento delle pari opportunità è fondamentale per una democrazia compiuta”
“I 5.377 emendamenti con cui alcune forze politiche vogliono bloccare l’introduzione della doppia preferenza di genere e di liste elettorali formate in ugual misura da uomini e donne è uno spettacolo sconfortante, che non si addice ad un’Aula democratica che dovrebbe agire per rendere effettivo il diritto di tutti i cittadini e di tutte le cittadine di avere piena e totale pari opportunità nell’esercizio dell’azione politica, come prevede la nostra Costituzione e lo Statuto di autonomia”.
Cgil Cisl Uil del Trentino criticano l’ostruzionismo sul disegno di legge Bezzi-Maestri e ribadiscono la posizione già assunta dai propri comitati direttivi, a favore delle democrazia paritaria, sottoscrivendo la Carta per la democrazia paritaria accanto ad altre associazioni e organizzazioni datoriali. “Non fa onore alla nostra Provincia essere tra le pochissime realtà, insieme all’Alto Adige, a non avere una legge elettorale che riconosca la doppia preferenza di genere – sostengono i tre segretari provinciali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. Non si tratta di assicurare riserve protette, ma semplicemente di creare le condizioni per una rappresentanza paritaria tra uomini e donne in tutte le istituzioni”.
Per questa ragione per i tre sindacati è opportuno e auspicabile che tutte le forze politiche presenti in consiglio provinciale, con un atto di responsabilità, avviino un confronto franco al termine del quale arrivare al voto. “Ci auguriamo che maggioranza e opposizione, di fronte alle attese di ampia parte della nostra comunità e del sentire dell’opinione pubblica trentina, mettano da parte i ragionamenti opportunistici e trovino un accordo non al ribasso su questa legge”.
Scarica il pdf: Doppia preferenza di genere COM 16(9)16


Tutti buoni a farsi belli con le penne del pavone o a fare i conti senza l’oste.
Comunicato Stampa Uil Trasporti del Trentino del 15 settembre 2016
La Uiltrasporti del Trentino considera premature e sconvenienti le esternazioni dell’assessore Gilmozzi sul prossimo sistema di controllo e vendita sugli autobus di Trento. Quanto annunciato e dato per certo dall’assessore è sostanzialmente contenuto in un’ipotesi di accordo delle OO.SS. con Trentino Trasporti Esercizio che sarà resa operativa solo dopo essere stata sottoposta al voto dei lavoratori con il referendum del 16 (Trento) e 19 (Rovereto) settembre 2016.
Non è un bel segnale questo – ennesimo – scavalcamento dei lavoratori da parte della politica e va detto che la superficialità e la pochezza con cui tale scelta è stata fatta si riflettono anche nel merito delle dichiarazioni. Innanzitutto sull’effettiva applicazione e sulle modalità di vendita e di controllo relative al nuovo sistema è ancora tutto da verificare e non a caso nell’ipotesi di accordo si parla di una sperimentazione che va definita e completata solo a fronte di diverse applicazioni pratiche. In secondo luogo, poi, si capisce che l’assessore non vive da vicino il dramma del disagio sociale e degli attacchi ai conducenti dei mezzi pubblici quando, per quanto riguarda i treni, afferma compiaciuto che in Trentino gli episodi sono pochi – giusto una ventina in cinque anni – ignorando, evidentemente, che i numeri da lui citati si riferiscono solo ai casi più eclatanti che finiscono in bella vista sui giornali, ma le “piccole” aggressioni, soprattutto quelle verbali, sono infinitamente di più e fanno parte della quotidianità dei lavoratori.
Noi, come Uil Trasporti del Trentino, aspettiamo che i diretti interessati siano chiamati ad esprimersi senza “bruciare le tappe” solo per sbandierare presunti meriti attraverso facili approssimazioni.
Il segretario generale Uiltrasporti del Trentino
Nicola petrolli
Scarica il pdf: uiltrasporti-com15(9)16


Comunicato stampa Adoc del Trentino 9 settembre 2016
Roaming. Non convincono le nuove condizioni in vista dello stop del 2017
In questi giorni la Commissione Europea ha proposto alcune condizioni di utilizzo “fair use” per gli utenti di telefonia mobile, in conseguenza della nuova normativa sul roaming in vigore dal prossimo giugno. Dal prossimo anno chi andrà all’estero potrà continuare ad usare la propria tariffa nazionale senza pagare sovrapprezzi per il roaming (un accordo tra le due società di gestione del servizio di telefonia mobile in base al quale gli utenti di una società possono utilizzare la rete delle altre).
Tali condizioni, tuttavia, secondo l’Adoc sono inique e limitative per i consumatori italiani ed europei. Queste prevedono la possibilità per gli utenti di utilizzare la propria tariffa nazionale inclusi minuti, sms e GB di traffico dati – per 90 giorni, che non potranno però essere utilizzati tutti consecutivamente. La SIM dovrà infatti connettersi alla propria rete nazionale almeno una volta ogni 30 giorni e questo significa tornare necessariamente nel proprio Paese.
C’è poi la possibilità, per gli operatori, di fissare un limite alla quantità di traffico disponibile per l’utente, che deve essere almeno pari alla media del traffico consumato nel proprio Paese sulla base della tariffa scelta dall’utente, con un eventuale pagamento del sovrapprezzo (massimo 4 cent di euro al minuto per le chiamate, 1 cent per sms, 0,85 cent di euro per MB) in caso di superamento dei limiti.
Gli operatori possono poi fissare nel contratto le proprie condizioni di “fair use”, che nel caso peggiore coincideranno con i limiti imposti dall’Unione Europea.
L’Adoc valuta negativamente tali condizioni, proposte con la ratio di tutelare gli operatori da eventuali abusi da parte degli utenti. La Commissione Europea, in particolare, teme che nei singoli Paesi possa fiorire il mercato di Sim con tariffe low cost di altri Paesi europei.
“Le condizioni di utilizzo della propria tariffa all’estero sono estremamente limitative per i consumatori e lesive della concorrenza del mercato – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – a tutto vantaggio dei singoli operatori, che potranno sfruttare la nuova normativa per il lancio di offerte ad hoc, come già avviene oggi. La Commissione Europea, fin dal 2007, è intervenuta in materia con l’obiettivo di una piena attuazione del principio “Roam like at home”, che prevede l’applicazione della tariffa nazionale per il traffico voce, sms e dati, generato in ogni Paese dell’Unione Europea, senza alcun sovrapprezzo.
Ma le condizioni di utilizzo previste sembrano contraddire tale principio, dato che i costi extra escono dalla porta e rientrano dalla finestra. Che senso ha eliminare il roaming se poi si impedisce una sana concorrenza all’interno dell’Unione Europea? Perché è possibile acquistare mele in Francia ma non è possibile acquistarvi una Sim di un operatore mobile locale da utilizzare anche nel proprio Paese? E viceversa? L’Unione Europea deve decidere se vuole avere veramente un mercato unico, libero ed equo oppure se vuole continuare a tenere la coperta corta. Finora, nel settore delle telecomunicazioni, gli unici abusi sono stati posti in essere dagli operatori, gli utenti hanno sempre e solo subito le decisioni delle società.
In questo senso invitiamo l’Agcom a farsi portavoce dei nostri dubbi ed obiezioni presso il Berec, l’organismo europeo deputato a vagliare le decisioni della Commissione Europea e a mantenere uniforme l’applicazione del principio “Roam like at home”.
Massimali tariffari per le chiamate, gli sms e il collegamento online (scaricamento di dati):
* Il massimale si calcola per MB, ma la tariffa applicata si basa sui kilobyte utilizzati. Prezzi IVA esclusa.
** Le tariffe di roaming non esistono più per coloro che usano il telefono all’estero in via temporanea. Gli operatori possono ancora applicare una tariffa per le carte SIM utilizzate in un altro paese in modo permanente.
Adoc del Trentino
Scarica il pdf: Roaming Adoc COM 9(9)16
