Bonus Bollette. “La Giunta ha preso in giro le famiglie”. Il 24 marzo Spinelli assicurava che tutti i titolari di assegno unico avrebbero ricevuto un ristoro automatico fino a 400 euro. Non è così: solo per 15mila famiglie su 40mila beneficiari avranno il sostegno.

Dichiarazioni dei segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.

“Se si legge il comunicato e la tabella che campeggia sul sito della Provincia per l’illustrazione della misura contro il caro bollette, molte famiglie rischiano di essere tratte in inganno. La Giunta provinciale, come ha spiegato a noi sindacati lo scorso 24 marzo l’assessore Spinelli, si impegna infatti a garantire un ristoro automatico tra 300 e 400 euro una tantum a tutti i percettori di assegno unico provinciale per famiglie, disabili e nuovi nati con un Icef inferiore a 0,40. Peccato che non sia vero. La Giunta mente spudoratamente e rischia di prendere in giro migliaia di famiglie che oggi non riescono a far fronte alle bollette. Il tutto perché, anche nella comunicazione istituzionale, omette di dire che quel valore Icef viene ricalcolato sulla base di valori molto più restrittivi. Vengono infatti utilizzati i criteri per la determinazione della condizione economica della quota A, quella, per semplificare, riferita ai nuclei in stato di povertà. A fare chiarezza è il testo della delibera che domani verrà discussa in quarta commissione provinciale e che la Giunta dovrebbe approvare venerdì. Così di fatto solo le famiglie con un Icef standard familiare intorno a 0,25 potranno beneficiare del ristoro in automatico. Tutte le altre saranno escluse anche dalla possibilità di presentare una nuova domanda anche nel secondo canale previsto dalla delibera.
Ipotizziamo che su circa 40mila domande presentate per l’assegno unico provinciale ogni anno, solo tra 15 e 18mila famiglie riceveranno il bonus per il caro bollette in automatico. Stimando le domande sovrapposte per quote diverse ed escludendo i nuclei percettori di quota A che dovranno comunque dichiarare di non ricevere i bonus statali, potrebbero essere quasi 15mila i nuclei famigliari percettori di assegno unico completamente esclusi dal bonus energia provinciale. Queste infatti se non lo ricevono tramite l’assegno unico non possono neppure chiederlo nella procedura informatizzata prevista per i non percettori.
Così tra l’altro si crea non solo un grande caos, ma una immane sperequazione tra nuclei familiari. La scelta di aver voluto creare due graduatorie una con l’Icef e una senza invece di semplificare la vita ai cittadini la renderà ancora più complicata. Nessuno saprà bene perché viene escluso o incluso nel novero dei beneficiari. Invece che il principio di equità, la Giunta Fugatti usa il metodo dei “bussolotti”. In pratica si tratta di una lotteria in cui pochissimi alla fine potranno ricevere il bonus. Altro che 70mila famiglie coperte dal nuovo intervento. Considerate le scadenze previste e i requisiti, forse saranno 30mila i nuclei che ne beneficeranno. E così ancora una volta dei 25 milioni di euro stanziati e sbandierati ai quattro venti, nelle tasche delle famiglie in difficoltà ne arriveranno forse la metà. E’ l’ennesima presa in giro dopo gli interventi previsti dalla legge 3/2020 contro la pandemia – 15 milioni stanziati e spesi forse 500mila – e quelli per gli stagionali – 18 milioni previsti e circa 10 milioni spesi. Non si capisce per quale ragione quando si stanziano le risorse per le imprese i cordoni della borsa sono aperti. Per le famiglie si stabiliscono paletti che vanificano in gran parte la misura, spendendo appena un terzo delle risorse previste.
Bisogna rivedere questi meccanismi caotici, e definire un unico metodo, quello dell’Icef allargando le maglie e non stringendole. Mentre la Giunta per una questione ideologica rifiuta l’Icef creando più incertezze.
Abbiamo posto il tema alla Giunta e abbiamo tentato di evidenziare queste criticità anche in IV Commissione, ma il presidente Cia non ha consentito ai sindacati di essere auditi. Già i 25 milioni previsti erano insufficienti visto che noi ne chiedevamo almeno 40. Ma così diventa una presa in giro”.

2 maggio 2022