04 maggio 2022 – Corriere del Trentino

«Bonus energia, misura caotica e iniqua. Si tolgano l’Icef e il vincolo di residenza»

Per i segretari confederali, la bozza della delibera contiene una serie di errori che Cgil, Cisl, Uil sintetizzano così: «Il 24 marzo Spinelli assicurava che tutti i titolari di assegno unico avrebbero ricevuto un ristoro automatico fino a 400 euro. Non è così: solo per 15mila famiglie su 40mila beneficiari avranno il sostegno». Questo perché l’indicatore Icef di 0,40 prevede in realtà un ricalcolo in base alla cosiddetta quota A, quella che nella sostanza individua i nuclei in condizione di estrema povertà. De facto, nelle parole dei sindacati, escludendo dalla misura migliaia e migliaia di famiglie. Di qui la proposta recapitata ieri: togliere l’indicatore Icef ed erogare i 400 euro a tutti i percettori dell’assegno unico, senza ulteriori incombenze. Non solo: eliminare il vincolo di residenza da dieci anni in Trentino.

La lettera è stata inviata al presidente della quarta commissione provinciale, Claudio Cia, che ieri s’è riunita proprio per discutere il provvedimento dell’esecutivo. Non essendo stati invitati direttamente a formulare le proprie osservazioni, i sindacati hanno messo nero su bianco la loro contrarietà. «Il combinato disposto dell’art. 9 ter del Regolamento dell’assegno unico provinciale e della disciplina attuativa contenuta nella delibera oggetto del parere della Commissione rende il provvedimento profondamente caotico e iniquo perché, da un lato, conferma l’intento discriminatorio dell’intervento nell’esclusione di nuclei familiari sulla base di requisiti di residenza del tutto irragionevoli come quelli dei 10 anni e dall’altro, struttura meccanismi opachi nella determinazione delle condizioni economiche per l’accesso ai benefici, che escludono nuclei familiari significativamente colpiti dalla perdita del proprio potere d’acquisto come quelli che percepiscono comunque l’Assegno Unico e ne includono altri in forma di soglie di reddito e di patrimonio incapaci di determinare con chiarezza una condizione reale di bisogno». Su tutto però, i sindacati sottolineano le contraddizioni nelle dichiarazioni della giunta: «Infatti il ricalcolo dell’Icef in base ai criteri previsti per la quota A) dell’assegno unico determina immediatamente l’esclusione di quasi la metà degli attuali beneficiari dell’assegno unico quote B), B1) e C). Stimiamo infatti che su circa 31mila beneficiari solo 16mila riceveranno il ristoro automatico previsto dall’art. 9 ter, comma 2 perché in possesso di un Icef ricalcolato inferiore a 0,40. Tutti gli altri verranno esclusi del qualsiasi beneficio non potendo nemmeno presentare domanda».

Di qui le proposte: rivedere la misura e renderla meno complessa. Liquidare i 400 euro direttamente ai percettori di assegno unico, quindi già persone con situazioni economiche difficili, e togliere il vincolo di residenza.

 

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