19 gennaio 2022 – Corriere del Trentino

Bort si allinea ai sindacati «Aiuti a famiglie e imprese dai profitti energetici extra»

TRENTO Contrastare carovita e aumento delle bollette è un’urgenza che in Trentino mette d’accordo sindacati e imprenditori. Di fronte al +13,6% , misurato in provincia da Ispat su elettricità e combustibili tra dicembre 2020 e dicembre 2021, le parti sociali convergono sull’esigenza di raffreddare gli aumenti con interventi mirati a sostegno delle fasce sociali più colpite dagli aumenti. «La richiesta rivolta dai sindacati alla Provincia è giusta» ragiona Gianni Bort, commentando la sollecitazione rivolta dalle segreterie territoriali di Cgil, Cisl, Uil alla Provincia per chiedere interventi a sostegno di famiglie e imprese, facendo anche pressione sulle società partecipate di settore.

«Abbiamo la fortuna di avere Dolomiti Energia — riprende Bort, presidente della Camera di commercio e storico leader di Unione commercio e degli albergatori Unat — che è l’azienda egemone nel territorio, è prevalentemente pubblica e, dunque, credo sia ragionevole chiedere che i suoi extraprofitti vengano dirottati su imprese e famiglie per contenerne il disagio in una situazione che tutti speriamo si concluda presto». Una difficoltà che lo stesso Bort spiega di aver verificato in prima persona. «Porto l’esempio della sede dell’Unione — argomenta l’imprenditore —. Se mettiamo a confronto le bollette elettriche dei mesi di dicembre degli ultimi tre anni il dato è impressionante. A dicembre 2019 e 2020 la spesa è stata sostanzialmente equivalente, con un minimo aumento fisiologico nel primo anni di pandemia, ma sempre attorno agli 8.000 euro di spesa. A dicembre 2021 c’è stato un balzo del 114%, con una cifra impressionante, superiore ai 19.000 euro. Cifre analoghe mi sono state segnalate da colleghi albergatori che gestiscono hotel importanti, con un incremento particolarmente accentuato negli ultimi quattro mesi dell’anno appena concluso».

Per questi ultimi, il conto rischia di essere reso ancora più gravoso dal non aver lavorato a pieno regime, per l’arrivo ridotto di ospiti dall’estero, a causa dei limiti imposti dal perdurare dell’emergenza sanitaria. «Ci sono spese di funzionamento — spiega ancora Bort — che non possono essere ridotte, a prescindere dall’affluenza di clienti. Per esempio il funzionamento dei frigoriferi o l’illuminazione degli spazi comuni. Ma il problema riguarda parimenti il complesso delle attività industriali e commerciali, con un disagio che investe tutto il mondo del lavoro. Per questo, appunto, è necessario unire le forze per mettere insieme una strategia e un insieme di azioni che diano ristoro a famiglie e attività».

 

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