Il T – Martedì 28 Gennaio 2025
Cartiere in stato di agitazione
Scontro sul ripristino del «Patto di stabilimento» del 2012
RIVA DEL GARDA
Dodici anni fa i lavoratori votarono la decurtazione dello stipendio per evitare licenziamenti a seguito di un anno difficile e oggi ne chiedono il reintegro.
RIVA – Proclamato lo stato di agitazione a partire dall’1 febbraio in Cartiere del Garda. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno sottoscritto in comune accordo quello che è un primo importante passo per affrontare in modo netto l’azienda che, stando alle parole dei sindacati, si sta rifiutando di tener fede a un accordo pattuito nel 2012 sulla decurtazione dello stipendio.
In quell’anno, Cartiere del Garda si era trovata ad affrontare difficoltà economiche sostanziali, tanto che erano stati annunciati possibili licenziamenti. In accordo con le sigle sindacali si era pattuito (votato a maggioranza dai dipendenti dello stabilimento rivano) che, per evitare licenziamenti, tutti si sarebbero decurtati 152 euro dalla busta paga.
Un accordo che ha permesso ai dipendenti di rimanere in forza di lavoro e all’azienda di superare il momento di difficoltà. «Stiamo parlando del patto di stabilimento che facemmo nel 2012 – spiega il segretario Uil Alan Tancredi –. A fronte di un anno di crisi dell’azienda, per evitare che lavoratori e famiglie rimanessero senza occupazione, la maggioranza dei dipendenti votò la decurtazione di 150 euro dalla busta paga fino a quando il periodo di crisi non fosse passato. Oggi, a distanza di dodici anni, abbiamo chiesto il ripristino di quanto è stato tolto».
Un sacrificio economico che avrebbe consentito a Cartiere del Garda di affrontare le difficoltà economiche. Prima di giungere allo stato di agitazione, i sindacati hanno cercato di contattare l’azienda più volte, ma senza ottenere un vero e proprio confronto. «L’azienda – continua Tancredi – ha risposto con due dinieghi alle nostre richieste appesi nella bacheca sindacale, ma senza mai affrontare il tema e dichiarando semplicemente di non poter sostenere quanto da noi richiesto».
Una cosa che, stando alla Rsu riunita, non è credibile. Questo scontro tra dipendenti e proprietà è arrivato al limite. «Chiediamo il recupero dei 150 euro – sentenzia il segretario Ugl Paolo Pellegrini –. L’azienda non vuol saperne, ma è ora di avanzare il ripristino di quanto i lavoratori si sono tolti per il bene dell’azienda stessa».
A questo punto lo scontro prosegue e verranno indette due assemblee generali con fermata degli impianti il 13 febbraio. Durante le assemblee si valuteranno le azioni di protesta, a partire dal blocco degli straordinari, scioperi e manifestazioni pubbliche di dissenso.
Scarica il pdf: IL T ART cartiere 280125
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