05 luglio 2019 – Trentino

«Casa, i 10 anni di residenza? Incostituzionali e punitivi»

I sindacati alla giunta.

«Esigenze mutate, serve una riforma profonda dell’edilizia pubblica»

. «In una provincia con migliaia di alloggi sfitti la soluzione abitativa a carattere sociale non può essere solo quella di nuove costruzioni, ma va ricercata in accordi tra Comuni, Itea, sindacati e associazioni di costruttori per permettere di ampliare il patrimonio di alloggi popolari, a costi non proibitivi, partendo da quelli già esistenti e ampliando le agevolazioni fiscali per i contratti a canone concordato e soprattutto moderato». I sindacati incalzano la giunta provinciale sul tema casa. Con una nota unitaria firmata da Walter Alotti (Uil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Andrea Grosselli (Cgil), criticano il modo in cui la giunta Fugatti nell’assestamento di bilancio ha affrontato la questione casa pubblica e l’emergenza affitto, «particolarmente grave oggi nel capoluogo e nella zona della “busa del Garda”, concentrandosi fortemente sugli aspetti relativi alla sicurezza». «Un tema validissimo per la propaganda attaccano ma certo di non grande aiuto nell’affrontare appunto i problemi delle politiche abitative anche trentine».
Regole di accesso
La giunta ha inserito nella manovra una stretta sulle regole di accesso agli alloggi pubblici per i cittadini non italiani, che si vogliono allungare fino a 10 anni di residenza. Requisito irragionevole secondo il costituzionalista Roberto Toniatti che molto difficilmente supererà, se adottato, il contenzioso giuridico che ne scaturirà, alla luce dei già diversi pronunciamenti avversi della Corte Costituzionale. «Il tutto sottolineano i sindacati mentre le assegnazioni di alloggi a canone sociale, in forza della doppia graduatoria esistente fino ad oggi, riguardano cittadini stranieri provenienti da paesi fuori dall’Unione Europa solo nel 10 percento dei casi». Anche Cgil, Cisl e Uil ritengono il criterio dei 10 anni di residenza «incostituzionale ed oltremodo punitivo per le persone, anche trentine».
Alloggi sfitti
Il sindacato chiede alla Giunta di accelerare la riassegnazione ad una finanziaria (Finint?) o ad altro soggetto (Invest o qualche altra società in –house) del Fondo di Housing Sociale, che ha esaurito la propria capienza finanziaria e necessita di un nuovo mandato. «Il sistema ed il bisogno abitativo sono molto cambiati nell’ultimo decennio, le mutate condizioni di lavoro e familiari, che hanno sì bisogno di un’abitazione, ma in affitto, non in proprietà, e l’esigenza che si rimetta in circolo il rilevante patrimonio privato abitativo “sfitto” anche in Trentino, inducono a porre l’accento sulla necessità di una riforma profonda dell’edilizia pubblica e della “legge Dalmaso” in particolare, non più adeguata, al cambio epocale subìto anche dalla società trentina».

Scarica il pdf: casa ART 050719