23 marzo 2019 – Trentino

Chiude Bazar Moser: 13 a casa.
Gardolo. Bottega storica aperta nel 1920, era arrivata fino alla quarta generazione. Il 31 maggio giù le saracinesche. Nessuna offerta arrivata, le dipendenti (quasi tutte cinquantenni) hanno ricevuto la lettera di licenziamento

Le lettere di licenziamento sono state consegnate sabato scorso alle tredici dipendenti. Si chiude così, nel peggiore dei modi, l’avventura di una delle Botteghe storiche della città, il Bazar Moser, un’istituzione di Gardolo, attività aperta nel 1920 e passata di padre in figlio fino alla quarta generazione.
Ora si chiude, c’è già una data: il 31 maggio saranno abbassate le saracinesche per l’ultima volta. «Purtroppo in questi mesi, da quando era stata annunciata l’intenzione di cedere l’attività, nessuno si è fatto avanti», commentano dalla UilTucs che sta seguendo la vicenda. Tutte le 13 lavoratrici andranno ora in disoccupazione: trattandosi di dipendenti con una consistente anzianità alle spalle, quasi tutte cinquantenni, potranno godere della Naspi per il massimo del tempo previsto, ovvero 24 mesi. Una di loro sarà “accompagnata” verso la pensione, tra circa un anno. Per tutte loro ricollocarsi sul mercato del lavoro non sarà facile, è la preoccupazione del sindacato.
A chiudere non sarà solo un’altra Bottega Storica, ma anche l’ultimo Bazar di una tradizione commerciale storica in Trentino. La stessa sorte era toccata ad altri magazzini, Chesani a Trento, Malfer a Rovereto, ovvero quei punti vendita nei quali si poteva trovare di tutto, all’infuori dei generi alimentari.
Quello di Gardolo era un bazar passato da padre in figlio, a partire da Lino Moser che lo aprì nel 1920 fino ad arrivare alla gestione della quarta generazione. Mille metri di superficie nella quale si può trovare di tutto, ma con una particolarità: quella che in ogni settore sono a disposizione commesse specializzate. Non per nulla il Bazar
Moser era diventato un punto di riferimento non solo per il Trentino, ma anche per la Bassa Atesina e Bolzano. Dopo la scomparsa di Alberto Moser, i nipoti hanno tenuto duro ancora per qualche anno fino ad arrivare ad arrendersi ad una realtà di mercato che è del tutto cambiata. «Ad andare in crisi non è stato un singolo settore, ma c’è stato un calo generalizzato contro il quale è fondamentalmente impossibile intervenire in maniera efficace spiegava qualche mese fa al Trentino Nicola Caracristi eravamo un punto di riferimento, perché si era gli unici ad avere questi prodotti che oggi sono venduti dagli Ipermercati a poche centinaia di metri da noi. Se un articolo poteva essere in un certo senso una rarità, oggi lo si trova facilmente online».
«La possibilità che un ragazzo a trent’anni possa costruirsi una casa: Gardolo è praticamente nata così. I giovani prima compravano il terreno, poi nel tempo libero aiutandosi l’uno con l’altro, si costruivano la loro casa. Oggi è impensabile». E’ un passo dell’intervista di qualche tempo fa ad Alberto Moser che ricordava anche come fossero cambiate le usanze della clientela: «Una volta vedevamo le persone una, massimo due volte al mese e quasi mai le stesse raccontava oggi tutti entrano anche più di una volta alla settimana. Anni fa c’erano delle tradizioni che condizionavano il commercio, come il cambio delle tende per Pasqua. Finiva che si vendevano solo in quel periodo e mai tutte insieme. Oggi la richiesta arriva per tutto l’anno e si compra in blocco».
Si sperava di consegnare il Bazar in altre mani ma non è accaduto. E per 13 lavoratrici è scattato il licenziamento.

Scarica il pdf: Bazar ART 230319