19 gennaio 2017 – Corriere del Trentino

 «Cassa integrazione, la Provincia agisca» La denuncia di Salomone: «Con il Jobs Act decide l’Inps». Bombardieri: industria senza strategia

«Gli imprenditori hanno difficoltà a richiedere la cassa integrazione ordinaria. È ora che la Provincia faccia qualcosa». È il presidente dell’Agenzia del lavoro, Riccardo Salomone, intervenuto all’incontro «Autonomia, sindacato, lavoro» promosso ieri da UIL Trentino, a indicare una delle priorità assolute in materia di occupazione. Se fino a un anno fa, infatti, le richieste di cassa integrazione delle aziende trentine venivano ricevute e vagliate da una commissione partecipata da sindacati, imprese e Provincia, adesso questo filtro non esiste più. «Con il Jobs Act tutto è passato in mano all’Inps il cui modo di operare è decisamente restrittivo. Ciò, aggiunto alle difficoltà che hanno gli imprenditori nel presentare correttamente la domanda, fa sì che i rifiuti aumentino» ha denunciato Salomone.

Un problema non da poco considerato il periodo e rispetto al quale si chiede alla Provincia un intervento deciso. Ciò che auspicano Agenzia per il lavoro e sindacati, infatti, (all’incontro erano presenti anche i vertici di Cgil e Cisl del Trentino) è che non solo vengano ripristinate le commissioni, ma anche che venga revisionato il flusso informatico di tali procedure che allo stato attuale grava interamente sull’Istituto nazionale di previdenza, con conseguenti disguidi. «È un tema più che mai attuale, uno dei tanti che ci ha spinto a creare questo incontro. Perché sia chiaro che se il mercato del lavoro stenta a ripartire, la colpa non è solo della crisi» ha precisato il segretario generale Uil del Trentino, Walter Alotti.

La tavola rotonda, infatti, moderata dal direttore del Corriere del Trentino, Enrico Franco, è arrivata a conclusione della IX conferenza di organizzazione della Uil del Trentino, ed è servita a fare il punto su ciò che ancora non si è fatto (e si dovrebbe fare) per ridare slancio all’occupazione. Tema rispetto al quale determinante è la responsabilità degli imprenditori: «In Trentino avremmo bisogno di migliorare molto la qualità imprenditoriale. Il turismo ne è un classico esempio: se gli imprenditori avessero fatto la loro parte, oggi il comparto sarebbe più solido» ha affondato Gianni Tomasi, segretario confederale Csr Uil del Trentino. Da qui, l’auspicata evoluzione della contrattazione in chiave territoriale: «Dovremmo tornare a valorizzare il rapporto bilaterale tra imprese e sindacati, per poi arrivare solo in un secondo momento al coinvolgimento del pubblico, ma diciamo che in questo gli imprenditori non hanno dato un grande esempio» ha aggiunto infatti il numero uno di Agenzia per il lavoro.

A ciò si aggiunga, inoltre, l’annosa questione delle politiche industriali: «Sono del tutto assenti, si insegue sempre l’ultima crisi senza nuova progettualità — ha lamentato Pierpaolo Bombardieri, segretario organizzativo nazionale Uil — Eppure dovremmo riflettere davvero su come creare nuovi posti di lavoro: il governo sbaglia se pensa che ciò si possa fare semplicemente abbassando i diritti dei lavoratori». Infine, come non citare la famosa — di nome, almeno — Agenzia nazionale per le politiche attive? Doveva essere una delle grandi novità del governo Renzi, ma dell’ente presieduto da Maurizio Del Conte, oggi si conosce poco più dell’acronimo. Anpal, appunto. «Dopo il referendum, come molti di noi avevano immaginato, la struttura è finita nel limbo. Tutto è rimasto indefinito» ha ammesso Alotti. «Non mi aspetto molto dall’Anpal, nasce con un difetto di partenza: a differenza della nostra Agenzia, si occuperà solo delle politiche attive, mentre quelle passive resteranno in capo al ministero e all’Inps. Un difetto da poco» ha rincarato infine Riccardo Salomone. Insomma, meglio continuare a giocare in casa, pur con i dovuti correttivi.

Scarica il pdf: Conferenza ART 190117