26 marzo 2019 – Trentino

Conto alla rovescia alle Viote per la chiusura del centro

Più di venti residenti sfrattati e più di dieci posti di lavoro persi: questo il “bilancio” della chiusura della Residenza Viote sul Monte Bondone che avverrà il 31 marzo, in chiusura della convenzione di gestione. Continua dunque il processo che è diretta conseguenza dei tagli al mondo dell’accoglienza e della decisione dell’amministrazione provinciale di smantellare quanto sviluppato in Trentino negli ultimi anni, invertendo il concetto di accoglienza diffusa per accentrare i migranti nelle città di fondovalle.
Lo smantellamento
La struttura situata sul Monte Bondone che accoglieva circa 25 migranti, principalmente donne provenienti dalla Nigeria, verrà infatti chiusa al termine del contratto di gestione in scadenza a fine mese. La residenza in questione, attiva da luglio 2016, era gestita dal Consorzio Lavoro Ambiente e con i recenti provvedimenti dell’amministrazione provinciale sarà costretta a chiudere i battenti a breve, con tutte le conseguenze del caso, anche occupazionali. A partire dal trasferimento, peraltro già iniziato, dei residenti, per finire con la perdita del lavoro di chi opera nella struttura, una decina di dipendenti della cooperativa Mimosa che da una settimana all’altra si troveranno disoccupati: due operatori notturni, sei diurni, un referente, uno psicologo ed un collaboratore del “Progettone”. Di questo sviluppo gli undici lavoratori interessati sarebbero, inoltre, venuti a conoscenza solamente lo scorso martedì tramite un quotidiano della regione, venendo avvisati solo in seguito in via ufficiale dal Cinformi.
I tagli all’accoglienza
Questa chiusura riporta sotto i riflettori inevitabilmente la disputa tra sindacati ed amministrazione provinciale in merito ai tagli al sistema dell’accoglienza. Una disputa che solo qualche settimana fa aveva portato
all’organizzazione da parte di Cgil, Cisl e Uil di un folto presidio in piazza Pasi, per esprimere una presa di posizione contraria e chiedere un tavolo di lavoro che tuteli chi perderà, o ha già perso, il proprio lavoro in seguito alla chiusura di alcune residenze per migranti oppure al cambio di gestione di altre strutture. Già in quell’occasione erano emersi casi di lavoratori che da un giorno all’altro si erano ritrovati senza impiego e nel frattempo i tagli all’accoglienza continuano a mietere vittime. Si tratta non solo di posti di lavoro, ma anche di professionalità che negli anni si sono formate per garantire un servizio di livello con capacità e competenze.

Scarica il pdf:  Viote ART 260319