04 marzo 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

Corsi via web, la Uil non indietreggia: «Serviva un confronto col sindacato»

Sui corsi online avviati all’Istituto Martini di Mezzolombardo durante la chiusura, Pietro Di Fiore (Uil) ribadisce la contrarietà del sindacato: «Prima di tutto non si tratta di apprendere a distanza, ma di fare esercitazioni, l’apprendimento è un’altra cosa – aggiungendo – secondo me la cosa più grave è che la dirigente scolastica si possa permettere di dire che siccome le norme sono un po’ lente, allora lei può decidere di bypassarle». In chiusura Di Fiore ha anche ricordato: «Noi avevamo proposto, qualora l’amministrazione fosse stata nelle condizioni dell’obbligo di tenere le scuole chiuse, di trovarci immediatamente ad un tavolo per coniugare rispetto delle norme, contratto e possibilità per i nostri ragazzi di avere quantomeno i materiali per lo studio».

 

Lezioni online obbligatorie Il Martini diventa un caso

TRENTO Erano tutti d’accordo che le lezioni potessero continuare in collegamento web nonostante la chiusura delle scuole per il coronavirus. Tutti gli insegnanti, meno uno, il sindacalista della Uil che all’Istituto Martini di Mezzolombardo ha obiettato che la procedura non è in linea con le norme contrattuali. E per difendere la tesi del docente contrario al collegamento online, alla dirigente Tiziana Rossi è arrivata addirittura la lettera dell’avvocato del sindacato, in rappresentanza del segretario della Uil Scuola del Trentino Pietro Di Fiore che diffida dal continuare in quella che in tanti hanno giudicato una virtuosa iniziativa.
Di quanto avvenuto all’interno dell’istituto scolastico rotaliano ne ha scritto ieri anche Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera: «Ma Stella non ha tutte le informazioni — si difende Fiore — bacchetta la nostra azione senza sapere. In ogni caso le leggi devono essere rispettate e una dirigente non può prendere decisioni senza condivisione. E poi diciamolo, le lezioni a distanza possono servire per fare i compiti a casa ma non per l’apprendimento di una materia». Dice poi che il suo sindacato si è mosso da subito per trovare soluzioni rispetto alla chiusura delle scuole: «Avevo proposto di costituire un tavolo presso il Dipartimento alla Conoscenza per approfondire il tema».
La dirigente dell’istituto Martiti non intende trascinarsi nella polemica: «Mi limito a dire che il sindacato avrebbe battaglie bellissime e importantissime da portare avanti, altro che questa». Perché il merito della questione è che gli insegnanti non sarebbero stati formati per l’uso delle applicazioni tecnologiche da utilizzare per le lezioni online: «Ci lavoriamo da sei anni — taglia corto la dirigente — e chi avesse avuto difficoltà poteva avvalersi dei tecnici presenti a scuola». Di Fiore contesta anche il dato dell’adesione così massiccia ed entusiastica all’iniziativa da parte del personale docente: «Oltre al docente del Martini, altri di altre scuole mi hanno chiamato per manifestare la loro incredulità davanti alla richiesta della dirigente Tiziana Rossi di rendere obbligatorie le lezioni online». Ma per la dirigente i dati sono corretti: «Uno solo ha sollevato la questione. Uno su 90 docenti. Poi – aggiunge la dirigente scolastica – mi sembra normale che da me sia partito un ordine di servizio, non volevo fosse facoltativa questa attività, affinché tutti gli insegnati tenessero le regolari lezioni online agli studenti. Nel mio lavoro faccio il possibile perché tutti gli studenti abbiano le stesse opportunità, cosa che dovrebbe essere considerato un valore anche per il sindacato».

 

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