10 settembre 2020 – Trentino
Covid, altri sette contagiati. Ci sono anche due minorenni. Intanto i sindacati intervengono sul fronte degli asintomatici in “malattia”: «Il problema esiste, ma si tratta di una questione normativa da affrontare a livello nazionale»
TRENTO. Ci sono altri 7 nuovi casi positivi al Covid-19 in Trentino. Lo ha conferma l’Azienda provinciale per i servizi sanitari che specifica come solo uno di questi vada collegato ai focolai rinvenuti nei giorni scorsi. Un altro dato riguarda la presenza di soggetti minori fra i positivi al tampone: ieri erano due, un dato che conferma la necessità di mantenere la massima prudenza a tutte le fasce d’età, con particolare riguardo ai soggetti immunodepressi o anziani che richiedono una particolare attenzione. I sanitari hanno rilanciato pertanto l’appello a mantenere mascherine e distanziamento, obbligatori se si ritiene di essersi esposti a comportamenti a rischio. I pazienti ricoverati sono 7, nessuno in rianimazione. Nella giornata odierna non si registrano deceduti. Si segnala infine che nelle ultime 24 ore sono stati analizzati 1.251 tamponi: 913 da Apss e 338 dalla Fondazione Mach.
Intanto i sindacati sono intervenuti sul tema dei lavoratori asintomatici: «Il problema dei lavoratori asintomatici che in quarantena obbligatoria non possono lavorare esiste. E ha ragione il dottor Ferro, dell’azienda sanitaria, sul piano clinico nell’affermare che questi soggetti sarebbero in grado di svolgere il loro lavoro se stanno bene. La questione purtroppo non è medica, ma normativa ed è su quest’aspetto che bisognerebbe ragionare a livello nazionale». È quanto sostengono Cgil Cisl Uil sull’obbligo dei lavoratori asintomatici di restare a casa, senza lavorare, durante i quattordici giorni di quarantena imposta dall’Azienda sanitaria o dal medico di base. Per i sindacati la questione va affrontata con raziocinio, senza scivolare in facili luoghi comuni.
Ad oggi, sulla base di quanto ha ribadito anche il Decreto Agosto il lavoratore, asintomatico in quarantena non può lavorare, nemmeno in lavoro agile. Questo perché la quarantena obbligatoria è equiparata alla malattia. Unica eccezione ammessa sono i lavoratori dei comparti essenziali (ad esempio la sanità), si legge in un comunicato congiunto diffuso dai tre sindacati.
«Per superare questa empasse -secondo i sindacati -ci sono solo due strade, o si adottano test in grado di misurare la carica virale dei soggetti positivi e dunque sulla base dell’esito si decide quando un soggetto anche positivo può rientrare sul posto di lavoro perché non mette più in pericolo la salute degli altri contagiandoli. Oppure si rivedono le attuali norme che definiscono i comportamenti da adottare in quarantena. Oggi lavorare in quarantena, anche da casa, vuol dire lavorare in malattia dunque chi lo fa sta di fatto commettendo un illecito truffando l’Inps. In caso di accertamenti il datore di lavoro va incontro a sanzioni. L’alternativa è cambiare la gestione del periodo di quarantena per gli asintomatici. Ma un passaggio di tal tipo non può essere fatto a livello locale, si tratta di un provvedimento che deve essere adottato a livello nazionale».
Scarica il pdf: quarantena ART 100920
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