Cup in affanno. A rimetterci sono i cittadini più deboli

Cgil Cisl Uil: Provincia e Azienda sanitaria pretendano il pieno funzionamento del servizio

Dichiarazioni dei segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti

La situazione di difficoltà in cui si trova il centro unico prenotazioni dell’Azienda sanitaria era prevedibile. Stupisce che solo ad intasamento avvenuto, con centinaia di cittadini e cittadine che non riescono a prendere la linea e dunque a fissare l’appuntamento per la prestazione medica di cui hanno bisogno, si sia tentato di correre ai ripari. Sembra, per di più, senza grandi risultati fino a questo momento.

La gran parte di visite, esami e accertamenti diagnostici sono rimasti sostanzialmente bloccati a causa dell’emergenza sanitaria. Una situazione che ha portato all’allungamento consistente delle liste d’attesa, già in difficoltà per molte prestazioni sanitarie. Eppure la situazione era nota, anche perché sono ormai due anni che siamo in emergenza sanitaria e il problema della sospensione degli esami risale già al primo lockdown e non è stato totalmente recuperato. Gpi, l’azienda che gestisce il Cup, dunque non doveva essere colta di sorpresa. In questa situazione, però, riteniamo sia importante anche che l’Azienda sanitaria sostenga un adeguato la società per garantire ampliamento degli organici e risolvere così le attuali criticità senza gravare su lavoratori e lavoratrici già oberate.

Resta il fatto che, dal nostro punto di vista, il problema del Cup è solo la punta dell’iceberg di un problema organizzativo molto più ampio.

In tal senso suscita molte perplessità l’immobilismo dell’Azienda sanitaria e dell’assessorato competente che sulla questione non hanno preso posizione né si sono mossi per tempo per assicurare, sul piano organizzativo, una regolare ripartenza delle visite. E’ l’ennesima dimostrazione della situazione di confusione in cui si trova la sanità trentina, con una giunta più impegnata a disegnare discutibili scenari futuri che a risolvere concretamente i problemi che affliggono il settore, a cominciare dalla carenza di medici, di personale sanitario e assistenziale. Ciò che preoccupa è il fatto che questa disorganizzazione e questi disservizi avvengono sulla pelle dei cittadini e delle cittadine più fragili, gli anziani in primis. Oltre al fatto che una gestione di questo tipo ha conseguenze pesanti in termini di tempestività della cura, ma soprattutto di prevenzione. La nostra comunità ha pagato un costo altissimo, anche in termini di vite umane, a causa del Covid e delle patologie non curate tempestivamente. Crediamo sia tempo di cambiare rotta.

 

Trento, 20 luglio 2021