04 ottobre 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

«Dal contratto al sostegno siamo pronti a scioperare» Scuola, l’offensiva dei sindacati: «Fugatti e Bisesti ci ricevano»

«Vogliamo un incontro con l’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti e il presidente della Provincia Maurizio Fugatti a strettissimo giro di posta. Altrimenti mobiliteremo addetti alla segretaria, docenti e dirigenti scolastici». La minaccia di uno sciopero arriva da una conferenza stampa congiunta delle sigle sindacali Cisl scuola e Uil scuola. La segretaria della prima Stefania Galli, a cui fa eco il segretario della seconda Pietro Di Fiore, non usa mezzi termini. «Non ci vengano a parlare di aprire tavoli di discussione, dopo un anno siamo stanchi di parole. Ora vogliamo delle soluzioni».
Quelle risposte che le organizzazioni sindacali non hanno avuto nell’incontro avuto ieri mattina con il Dipartimento istruzione. «Tre ore di vertice da cui, secondo il loro punto di vista, la scuola trentina non avrebbe gravi problematiche. Ci parlano per numeri, ma noi abbiamo persone che vengono a raccontarci disagi della vita di tutti i giorni», denunciano i sindacati. A partire dal contratto collettivo, scaduto nel dicembre 2018 e per cui la contrattazione non è ancora partita. «Personale Ata, docenti e dirigenti scolastici. In tutto sono circa 15.000 lavoratori che aspettano notizie su questo fronte». Novità che non avranno nemmeno con l’approvazione della legge finanziaria, secondo quanto riportano i sindacati. «Ci hanno detto che vogliono fare “una cosa easy” — spiega Di Fiore —. In sostanza la scuola difficilmente verrà presa in considerazione».
Intanto gli istituti continuano a soffrire, soprattutto dal punto di vista del personale a disposizione. «Ci sono scuole in cui è iniziato l’anno scolastico con una sola persona in
segreteria, contro i cinque previsti di organico. Il rischio del collasso è dietro l’angolo perché le segreterie sono le fondamenta organizzative degli istituti».
Non che la situazione sulle cattedre sia più rosea. «Continuare ad avere decine di posti scoperti significa rassegnarsi a convivere con una condizione di perenne precarietà dei lavoratori e con una qualità dell’offerta formativa messa in crisi dalla discontinuità didattica», si legge in un comunicato della Federazione lavoratori della conoscenza Cgil del Trentino. Un tema, quello del reclutamento, su cui rilanciano anche Cisl e Uil. «Un dirigente scolastico non sa più come comportarsi per coprire le ore scoperte. Il sistema a chiamata unica è rigido e sanziona chi non risponde prontamente. Allo stesso tempo avrebbe dei professori a disposizione con cui coprire gli spezzoni di ore buche, ma non può farlo appunto per il sistema. Eppure basterebbe poco per dare delle deroghe e sbloccare queste situazioni».
Ancora più grave è la situazione delle cattedre di sostegno. «Il dottor Ceccato ci dice che con i numeri sono a posto, ma da noi arrivano mamme che lamentano di non avere un insegnante per il figlio. Invece di nascondersi dietro i numeri, potrebbe passare tre mattine nelle scuole per vedere con i suoi occhi». Crisi di personale che iniziano a verificarsi anche negli asili nidi. Il problema è la differenza tra il percorso di studi da sostenere e la busta paga dei lavoratori. «Tra i 700 e i 900 euro per 35 ore settimanali, dopo una laurea di tre anni — concludono —. Per quale motivo i giovani dovrebbero scegliere questo per il loro futuro?».

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