13 gennaio 2022 – Trentino, Corriere del Trentino

Dalla Cooperazione trentina nel 2020 1,6 miliardi valore aggiunto: lo studio Euricse

TRENTO. Nel 2020 le imprese cooperative e le mutue trentine hanno generato complessivamente 1,6 miliardi di euro di valore aggiunto.
Lo si evince dallo studio di Euricse sullo stato di salute della cooperazione trentina. Durante la pandemia alcuni settori hanno sofferto più di altri, come ad esempio quello di produzione lavoro e sociali. Diversamente, le cooperative di consumo e agricole sono riuscite a garantire continuità di produzione proprio grazie alla natura di prima necessità dei prodotti e dei servizi offerti.
Sul piano dell’innovazione – accelerata proprio dalla crisi sanitaria – sei cooperative su dieci tra il 2020 e il 2021 hanno introdotto una o più innovazioni. Le coop agricole hanno puntato molto sul tema ambientale: si segnalano quote di produzione con metodo biologico particolarmente significative in 4 coop su 10 nell’ortofrutticolo e 1 su 5 nel vitivinicolo.
Per quanto riguarda le cooperative sociali e di lavoro gli investimenti si sono focalizzati su digitalizzazione e formazione dei lavoratori. Sul fronte delle cooperative di consumo, nel 2020 le famiglie cooperative gestivano 355 punti vendita distribuiti in oltre il 90% dei comuni (153 comuni su 166).
Di questi, più di 200 negozi rappresentavano l’unico esercizio del paese e in 92 comuni le famiglie cooperative operavano come unico negozio alimentare di prossimità.
Tra il 2019 e il 2020 il fatturato è aumentato in oltre il 90% delle realtà intervistate. Spostandosi sul credito cooperativo, gli sportelli delle Bcc- Cr rimangono quelli più presenti in Trentino, rappresentando il 63,9% del totale degli sportelli bancari. In 112 comuni le Casse rurali rappresentano l’unico sportello bancario.
“Con oltre 30mila posizioni lavorative pari a più di 17mila dipendenti full time equivalenti nel 2020 la cooperazione trentina si conferma un settore centrale per l’economia trentina. Un comparto che, quanto gli altri, sta facendo i conti con gli effetti della pandemia, ma che ora deve scommettere sull’innovazione per il prossimo futuro. Come tutta l’economia provinciale anche i settori della cooperazione dovranno affrontare le sfide imposte dalle trasformazioni in atto e che in parte il Covid ha accelerato” commentano i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil.
“L’invecchiamento della popolazione, la transizione ecologica e la trasformazione tecnologica sono fenomeni che riguardano trasversalmente tutti i comparti e il mercato del lavoro. Per questa ragione crediamo sia importante continuare a creare occasioni di confronto anche con le organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici.” Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti sottolineano come con la presidenza Simoni si sia avviato un dialogo costruttivo.

Importante adesso, dicono, è mettere a fuoco gli obiettivi da raggiungere, con strategie condivise, nel prossimo futuro. “Ora è decisivo rafforzare il dialogo sociale. Per quanto ci riguarda riteniamo prioritario affrontare insieme i nodi della contrattazione di secondo livello, in particolare per il sociale, per rafforzare le retribuzioni, ma anche le questioni relative al welfare contrattuale e a nuovi modelli organizzativi, come lo smart working che la pandemia ha imposto nel solco dell’emergenza e che adesso vanno strutturati.
Ci sono poi due temi da definire: il primo è il definitivo avvio di un ente bilaterale del settore come concordato da tempo, il secondo è quello delle esternalizzazioni da limitare anche nei settori privati, mentre oggi siamo di fronte all’appalto del magazzino Sait”.
“E’ tempo di lavorare a misure che sostengano gli investimenti e la crescita dimensionale delle imprese e innalzino così la produttività trentina, migliorando anche il funzionamento del nostro mercato del lavoro sotto il profilo della qualità oltre che della quantità di occupazione”, proseguono i tre sindacalisti che esprimono anche apprezzamento per il lavoro svolto da Euricse.
“Un’analisi periodica sull’andamento del settore è uno strumento di lavoro prezioso perché consente non solo di monitorare limiti e punti di forza, ma anche di agire su basi solide per stimolare il cambiamento”.

 

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