Trentino – 09 dicembre 2022

Dipendenti e pensionati mazziati dalla Flat tax

LA Flat tax è uno strumento contrario ad una tassazione equa e giusta. Prevedere regimi forfettari, a vantaggio di particolari categorie, crea disuguaglianze tra le persone e carica sempre più sulle sole spalle dei dipendenti e pensionati il peso dell’Irpef. Già dalle dichiarazioni 2020 emerge che queste due categorie versano oltre il 96% dell’Irpef netta e ormai rappresentano l’89% dei cittadini che pagano l’Irpef. Un dato che per effetto della Flat tax non potrà che aumentare. L’Irpef, più che un’imposta sui redditi, è una tassa su salari e pensioni. Nello studio realizzato dal Dipartimento Politiche fiscali, previdenziali e Welfare della Uil si afferma “come la differenza tra autonomi con un fatturato di 85.000 euro e pensionati e dipendenti con un reddito equivalente può raggiungere, nei casi estremi, oltre l’800% di imposte versate in più da parte di questi ultimi. In pratica in questi casi un lavoratore autonomo verserebbe fino a 27 mila euro di Irpef in meno ogni anno, senza contare lo sconto sui contributi previdenziali. Una differenza enorme che non trova giustificazione. Uno stato democratico deve fondarsi su un fisco equo e progressivo così come previsto dalla nostra Costituzione. Serve una vera riforma che diminuisca il carico fiscale per i dipendenti ed i pensionati improntando il sistema ad una piena progressività e allargando la base imponibile dell’imposta sui redditi. Parallelamente si deve investire in una vera forte battaglia all’evasione fiscale, un male endemico del nostro paese, che ogni anno sottrae ai cittadini oltre 100 miliardi di euro, l’equivalente dell’importo speso per 3 leggi di bilancio”. Lo strumento della Flat tax è l’emblema di una sperequazione che da anni perdura nel nostro Paese e che ha lasciato i soli dipendenti e pensionati a pagare l’imposta Irpef, l’unica realmente progressiva nel nostro sistema fiscale. Secondo i dati del Mef relativi alle dichiarazioni 2020, i dipendenti hanno versato il 61,1% del totale dell’Irpef netta, mentre i pensionati hanno versato il 35,2% dell’imposta netta. In pratica, dipendenti e pensionati, che sono l’89,9% dei soggetti che pagano l’Irpef hanno versato il 96,3% dell’Irpef totale nel 2020″. Un dato emblematico “che mostra in maniera cristallina come i regimi forfettari e la Flat tax abbiano di fatto relegato l’Irpef ad essere l’imposta soltanto del lavoro dipendente e delle pensioni. Nella analisi si dimostra come l’estensione della Flat Tax a 85.000 euro determini una vera e propria ingiustizia fiscale a danno di dipendenti e pensionati.
Walter Alotti
(segretario generale Uil Trentino)

 

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