15 gennaio 2021 – Trentino, Corriere del Trentino

Disoccupazione, arriva il Fondo nuove competenze

La novità. Risorse per la formazione specifica dei lavoratori al posto della cassa integrazione La Provincia ci mette 300 mila euro. Salomone: «Queste sono politiche attive, non i navigator»

TRENTO. Un fondo per trasformare le ore di cassa integrazione in ore di formazione, con l’obiettivo di fornire ai lavoratori nuove competenze in vista della possibile perdita del posto. È il Fondo Nuove Competenze, rilanciato ieri dopo un primo avvio un po’ stentato negli ultimi mesi del 2020, con i 300 mila euro della Provincia che vanno a integrare i 730 milioni di euro stanziati a livello nazionale ed europeo (230 milioni arrivano dal Fondo sociale europeo). «Questo fondo fa in modo che le persone che stanno per perdere il lavoro non finiscano “scaricate” sulla collettività» -ha spiegato il presidente dell’Agenzia del Lavoro Riccardo Salomone, che ha messo a contrasto il nuovo fondo con il sistema del reddito di cittadinanza: «Il fondo rappresenta un’autentica politica attiva e non una politica “a pioggia”. II Trentino non ha mai voluto avviare il sistema dei “navigator” e forse ha fatto la scelta giusta, perché non rappresentava una politica di sistema».
Il fondo viene rilanciato dopo che la prima finestra di adesioni si è chiusa con il 31 dicembre. Una prima “tranche” non entusiasmante per numero di adesioni, con solo due imprese trentine che si sono candidate. La direttrice generale di Anpal Paola Nicastro ha spiegato questo avvio stentato: «Nel 2020 c’erano solo i fondi statali ed europei che pagavano ai lavoratori le ore di formazione. Le imprese hanno voluto aspettare che arrivasse il contributo della Provincia, che con 300mila euro ora copre i costi delle vere e proprie lezioni fino a 250 ore per lavoratore. Le lezioni saranno realizzate dagli enti accreditati per la formazione».
Salomone ha spiegato il prerequisito per accedere al fondo: «Occorre che l’azienda abbia preso parte ad un accordo sindacale, territoriale, nazionale o di categoria». Questo elemento potrebbe penalizzare le aziende più piccole che spesso non possiedono una presenza sindacale strutturata. I promotori del fondo sono tuttavia fiduciosi: «Entro una ventina di giorni inizieremo a lavorare alle nuove domande presentate dalle aziende e impiegheremo tre o quattro giorni per elaborare le richieste», ha evidenziato Nicastro.
Il rilancio del fondo ha incontrato l’approvazione dell’assessore Achille Spinelli: «Questo fondo rappresenta una politica innovativa che promuove la crescita dei lavoratori e delle imprese -ha commentato l’assessore provinciale allo sviluppo economico -I lavoratori potranno partecipare con busta paga invariata a lezioni tagliate in maniera “sartoriale” sulle esigenze dell’azienda».
Apprezzano il varo del Fondo anche Cgil, Cisl e Uil che, però, aggiungono un richiamo alla giunta provinciale: «È tempo che superi la logica dell’autoreferenzialità e ascolti le parti sociali: serve incentivare anche fiscalmente la contrattazione di prossimità, serve rafforzare le professionalità di Agenzia del Lavoro, serve investire in un piano straordinario di formazione continua coordinato a livello provinciale, serve puntare ad un sistema organico di certificazione delle competenze di lavoratrici e lavoratori, serve garantire sostegni al reddito accompagnati da condizionalità stringenti al rientro dei disoccupati nel mercato del lavoro».
Le politiche attive e la formazione continua sono centrali per i sindacati trentini quindi anche in questa fase e lo saranno sempre di più in futuro. La priorità è potenziare le opportunità di apprendimento sui luoghi di lavoro visto che oggi in Trentino solo il 10% dei lavoratori ogni anno partecipa ad un corso di formazione. «Possiamo e dobbiamo fare di più -rilevano Grosselli, Bezzi e Alotti -puntando a coinvolgere in modo strutturale e coordinato anche il sistema di istruzione dai centri di formazione professionale all’Università di Trento passando per gli istituti tecnici. Serve aumentare l’offerta formativa e migliorarne anche la qualità».

 

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