Corriere del Trentino – Sabato 22 Marzo 2025

Docenti istituti professionali approvate le direttive
Ora via alla negoziazione

La delibera

ISTRUZIONE

TRENTO L’iter è concluso e la meta ora è più vicina. I docenti degli Istituti professionali trentini, sono circa duecento, potranno davvero sperare in un’armonizzazione dei trattamenti economico-giuridici, compreso l’aggiornamento professionale, a quelli applicati agli insegnanti delle istituzioni scolastiche provinciali a carattere statale. Sul tavolo ci sono 400mila euro per il 2025 e altrettanti per il 2026 e il 2027 stanziati con la legge di stabilità 2025.

Una battaglia delle organizzazioni sindacali portata avanti da tempo. Il consigliere Filippo Degasperi (Onda), che in tema di formazione professionale ha un’approfondita conoscenza, aveva firmato un emendamento alla legge di stabilità provinciale sulle risorse per la progressiva armonizzazione dei trattamenti economico-giuridici del personale docente della formazione professionale. È stato accolto. Pochi giorni fa il Dipartimento istruzione era stato sollecitato anche dalla Uil Scuola che in una nota aveva richiamato alla memoria l’articolo 21, il quale impegna la Provincia a intraprendere un percorso. Ieri la giunta ha approvato la delibera con la quale vengono approvate le direttive di Apran per la negoziazione di un accordo finalizzato al progressivo allineamento. «Un passo importante», lo definisce il segretario della Uil, Pietro Di Fiore, che potrebbe aiutare ad arginare l’emorragia di docenti. «C’è una migrazione dalla formazione professionale, ma se si allineano i trattamenti economici come succede per le scuole dell’infanzia equiparate si evita la fuga di docenti», ragiona Degasperi. E aggiunge: «Anziché cercare sofismi potevano distribuire i soldi aumentando lo stipendio senza voci aggiuntive». Le direttive prevedono che l’armonizzazione avvenga attraverso il riconoscimento del rafforzamento delle attività didattiche di orientamento e di sostegno allo sviluppo delle competenze degli studenti, finalizzate al raggiungimento di alti traguardi. «La legge nazionale parla chiaro: non ci devono essere disparità di trattamento», afferma Di Fiore. Un ragionamento condiviso da Raffaele Meo (Flc Cgil): «È un battaglia che stiamo portando avanti da tempo», spiega. I sindacati allargano la riflessione al personale Ata: «Nel resto d’Italia è inserito nel contratto della scuola, tutto quello che ha competenza primaria è penalizzante».

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CORRIERE ART scuola 220325