l’Adige – 24 giugno 2022

«Dolomiti, ora un piano industriale vero»

I soci chiedono una nuova fase. Durissima la Uil: «Via il management»

TRENTO -Acque agitate in via Fersina, e nonostante la siccità! La pubblicazione sull’Adige di ieri del confronto tra il bilancio 2021 e la prima trimestrale 2022 della multiutility trentina e le principali concorrenti ha suscitato le reazioni di diversi soci. Le tabelle mettono in evidenza come le performance della società trentina siano meno scintillanti rispetto agli altri competitor, anche quelli più confrontabili a livello dimensionale e territoriale come Alperia di Bolzano e Cva di Aosta.
«È ben vero che negli anni difficili i rischi di chi, oltre a fare il distributore di energia è anche produttore, sono più alti di chi come business ha soltanto la commercializzazione» premette Lino Benassi, presidente della Finanziaria Trentina, uno dei soci privati di Dolomiti Energia (con il 6,9 per cento). «Si tratta di fenomeni che abbiamo visto anche in passato, ma è innegabile che nell’ultimo anno abbiano inciso molto più pesantemente. Evidentemente le politiche di coperture di questo rischio non sono state così efficaci».
«Come socio -continua il presidente di Ft -dispiace che non sia stata un’annata buona». Riferendosi alla necessità di “mettere a terra” un piano industriale commenta: «Sono pienamente d’accordo, bisognava partire anni fa. Come soci auspichiamo una politica di sviluppo e di quotazione, che è nella logica delle cose). La diversificazione era una cosa da fare da tempo, devono essere i soci istituzionali a dare l’input al management e soci pubblici: sul fotovoltaico, sull’eolico, sulla distribuzione. Abbiamo il know how e le risorse per partecipare alle gare si trovano sempre». «Perché -conclude -abbiamo buona azienda che però nelle ultime annate non ha avuto le stesse prestazioni degli altri».
«I dati sono oggettivi e la perdita di marginalità è evidenziata in numeri che si commentano da soli» la prima analisi di Carlo Schönsberg, presidente di Fondazione Caritro (5,4 per cento di quote di Dolomiti Energia Holding). «A prescindere dagli ultimi dati negativi -continua -quello che mi preoccupa è l’assenza di investimenti realizzati e di un piano industriale concreto, nonché il fatto che i soci non abbiano conoscenza degli investimenti futuri». Schönsberg, che già all’assemblea aveva chiesto delucidazioni sul punto, aggiunge sibillino: «Ai soci piacerebbe discutere di un nuovo piano industriale, ma anche conoscere la percentuale di quanto realizzato di quello vecchio».
Sul fronte istituzionale, il sindaco di Trento Franco Ianeselli, (il Comune è socio di maggioranza relativa) spiega: Proprio perché noi siamo i primi soci devo misurare le parole. Non è guardando la singola annualità che si determina quello che una società rappresenta per un territorio. Comunque i dati vanno analizzati e approfonditi. Nell’ultima assemblea è uscita la volontà di riprendere in mano il piano industriale nell’ottica di diversificazione delle fonti di produzione. E su questo c’è un ampia condivisione». «Al ritardo sul piano industriale, si aggiunge un confronto assolutamente perdente con altre multiutility, sul piano dell’indebitamento e del ritardo negli investimenti, non più giustificabile -attacca il segretario Uil Walter Alotti -. I soci pubblici di maggioranza (Provincia, Comuni di Trento e Rovereto) procedano a pie’ levato al cambio del management ancora in sella. Il rischio, altrimenti sempre più concreto, è che il Trentino, nonostante le riserve di oro bianco, diventi residuale e addirittura terra di conquista per le altre società energetiche extra regionali, se non della “cugina” Alperia».

 

 

Scarica il pdf: ADIGE Dolomiti ART 240622