Edilizia. Comunicato stampa unitario. «Sulla sicurezza c’è ancora molto da fare»

Il grave infortuno avvenuto ieri in un cantiere edile di Trento, nel quale un lavoratore di origine albanese ha riportato gravissime ferite a causa della caduta da un ponteggio alto più di 10 metri, fa comprendere come, anche nella nostra ricca provincia, molto si debba ancora fare, per arrivare a garantire la sicurezza sul lavoro, in particolare nel settore delle costruzioni, tra i più colpiti – anche a livello nazionale – dal fenomeno.

Ad oggi – evidenziano i Segretari generali di Feneal UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL Matteo Salvetti, Fabrizio Bignotti e Giampaolo Mastrogiuseppe – sono ancora troppo pochi gli ispettori del lavoro dedicati alla cantieristica. Solo otto, a fronte di un settore che negli ultimi anni è cresciuto molto per numero di addetti e nuove imprese, anche a seguito del boom degli ordinativi legato al cosiddetto “bonus 110%”. Un numero che dovrà necessariamente essere incrementato e accompagnato da opportune strategie, anche a livello provinciale, volte a far entrare la sicurezza sul lavoro tra le materie oggetto di studio nella scuola primaria e secondaria, con la costituzione di corsi ad hoc.

Massima attenzione deve esser rivolta anche al rispetto degli orari di lavoro, in particolare durante il periodo estivo quando – come accade in questi giorni e sempre più frequentemente negli ultimi anni – le temperature raggiungono temperature elevatissime alle basse altitudini della nostra Provincia, costringendo chi lavora nei cantieri ad essere maggiormente esposto al rischio di colpi di calore fatali, non solo per chi opera sui ponteggi, come testimonia la morte sul lavoro di un addetto alla manutenzione stradale avvenuta ieri a Lodi.

In Trentino inoltre, a causa dell’ostruzionismo delle parti datoriali, non è stato ancora possibile nominare un RLST, il rappresentante territoriale per la sicurezza sul lavoro. Uno dei pochi territori, in Italia, ad esserne sprovvisto. Un controllo in più che non dovrebbe certo spaventare le aziende che operano già nella regolarità e nel rispetto della normativa antinfortunistica.

Per quello che ci compete direttamente, all’interno del sistema della bilateralità edile, riteniamo che la prevenzione degli infortuni debba passare inoltre per un incremento delle visite dei tecnici di Centrofor, nei tanti cantieri attualmente attivi.

In conclusione, i Segretari generali di FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL, ribadiscono che la ricetta migliore per la prevenzione degli infortuni è semplice ed è fatta in maniera inscindibile di formazione e controlli. Se tutto questo significa in apparenza un aumento dei costi per l’ente pubblico – ricordano Matteo Salvetti, Fabrizio Bignotti e Giampoaolo Mastrogiuseppe – ricordiamo che ben maggiori sono i costi derivanti dagli infortuni, umani e materiali, per la comunità e per gli individui. Il rispetto della sicurezza sul lavoro, in tal senso, non deve essere visto dalle imprese come un costo aggiuntivo o una semplice formalità alla quale dover adempiere, quando in gioco è la salute dei lavoratori.