25 maggio 2019 – Corriere del Trentino

Elezioni, chiusa la campagna Pd al Brennero, bicchierata Lega Europee e suppletive, domani si vota. Appello dei sindacati: no al populismo

Nessun comizio roboante, nessuna festa di piazza. La conclusione della campagna elettorale è stata all’insegna della moderazione. Il Partito democratico ha proposto un buffet al bar Fiorentina: «Un momento conviviale con qualche piccolo intervento politico. La campagna elettorale è stata fatta — afferma la segretaria dem Lucia Maestri — ora speriamo in un buon voto, e che sia un voto europeo». Un auspicio condiviso anche da Antonio Calò, candidato nelle fila del Pd sul collegio Nordest per le elezioni europee, che come ultima tappa ha scelto il Brennero per portare simbolicamente al confine dell’Italia un messaggio di pace, «per un’Europa aperta, luogo di incontro e di cooperazione».
«Una bella iniziativa — ammette Lucia Maestri — che un po’ ricalca l’iniziativa del 2016 che avevo lanciato io, quando al Brennero portammo tutta la maggioranza, anche l’Svp. Dicevamo no alla chiusura dei confini, no al nazionalismo, le stesse cose che diciamo adesso». Ma oltre alle elezioni europee, domani si vota anche per le elezioni suppletive nei collegi di Trento e Pergine: «Con Giulia Merlo e Cristina Donei abbiamo fatto una bella campagna elettorale, sul territorio, vicino alle persone. Hanno saputo interpretare i valori di tutta una coalizione che si rilancia».
Festeggiamenti sottotono anche per la Lega, che ieri ha organizzato una semplice bicchierata. «Noi le persone le incontriamo tutti i giorni, e non solo in campagna elettorale — afferma la consigliera provinciale del Carroccio Alessia Ambrosi — perché il punto forte della Lega è proprio la vicinanza al territorio». Un territorio che anche in questa occasione, per le elezioni suppletive ed europee, è stato battuto in lungo e in largo: «I nostri candidati, Martina Loss e Mauro Sutto, si sono spesi in molti incontri, sono state organizzate numerose iniziative in cui sono stati evidenziati i successi della Lega a livello nazionale e locale. Abbiamo lavorato pancia a terra come al solito, sapendo che la sfida è alta, che il collegio di Trento è importantissimo e deve rimanere alla Lega».
Gli unici a fare festa i 5 Stelle, a Levico, anche se non in piazza come si usava una volta. «Ma sarà comunque una festa — afferma ironico il consigliere provinciale Filippo Degasperi — perché è sempre meglio festeggiare prima del risultato, lunedì non sappiamo cosa può succedere. Altri invece sono andati a Roma, per la chiusura della campagna elettorale nazionale». Una campagna elettorale che in Trentino è stata «sotto tono»: «Non ci sono stati grandi scontri, forse perché sono in molti a dare per scontato il risultato. Noi, con i candidati Rosa Rizzi in Valsugana e Lorenzo Leoni nel collegio di Trento, abbiamo comunque cercato di portare avanti i nostri temi. Ma abbiamo anche approfittato per invitare i cittadini trentini ad aprire gli occhi — spiega Degasperi — perché si accorgano che le promesse di Fugatti non sono state mantenute, che questi sei mesi della nuova giunta sono di non-governo». L’ex governatore Ugo Rossi (Patt) tira la volata per le europee all’europarlamentare uscente della Svp Dorfmann «per premiare la serietà, per avere in parlamento un amico del Trentino e per un idea di Trentino che guarda a nord, all’Euregio e all’Europa che unisce e non divide. Un voto per il futuro, ben diverso da chi come Salvini vuole tornare al primato degli stati nazionali».
Se la politica chiude la campagna attendendo i risultati delle elezioni, i sindacati usano l’ultimo giorno utile prima del silenzio elettorale per lanciare un appello «per andare a votare», ma anche un appello per «un voto europeo»: «Il sovranismo e il populismo cercano un nemico verso cui distrarre l’attenzione della opinione pubblica per nascondere i veri problemi della globalizzazione, la minaccia al clima e all’ambiente, la ricerca di rivincite antistoriche tra religioni, razze, valori — scrivono Franco Ianeselli (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Walter Alotti (Uil) —. Lo abbiamo visto nel secolo scorso con ben due guerre mondiali. E i 75 anni di pace continua, da soli valgono l’Europa che conosciamo. Chi vuole un’Europa debole, in balìa degli egoismi dei singoli stati, non vede che il mondo è cambiato e solo un’Unione forte può trovare un posto nel mondo in cui si sta giocando la complessa partita Stati Uniti–Cina. Scegliere di non vedere tutto ciò, vuole dire condannare il nostro continente e le nostre comunità ad un declino certo».

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