Il T – 16 novembre 2022

Emergenza affitti e energia. Alcune proposte di azione

Di Walter Alotti*

Un tema tornato prepotentemente alla ribalta anche in Trentino è quello della «casa»: quella in affitto soprattutto. E la Uil e il sindacato trentino aprono una «vertenza casa», cercando di scuotere l’immobilismo della giunta e dell’assessore Segnana, anche su questo versante.
Oggi peraltro la questione diventa emergenza per diversi motivi: quello principe è dato dal costo degli affitti privati del capoluogo trentino, che come risulta da una indagine della Uil nazionale, ammonta per 100 metri quadri a 700 euro e rappresenta in media più del 25% di un bilancio familiare, senza contare le spese condominiali e quella del riscaldamento, letteralmente impazzita nel 2022.
Ma dobbiamo parlare anche della grande difficoltà a trovare un appartamento, nonostante la presenza in Trentino di migliaia di appartamenti sfitti (più di 1.200 pubblici, case Itea) e delle centinaia di richieste di sfratti, soprattutto per morosità, schizzate negli ultimi 2 anni, a causa della crisi economica, della riduzione dei redditi e delle pensioni, falcidiate dall’inflazione e dal fenomeno della cassa integrazione Covid, sopportata da migliaia di famiglie della nostra provincia.
Il problema ignorato dalla giunta comincia ad interessare anche gli imprenditori, soprattutto quelli che non trovano da assumere lavoratori stagionali, magari pure stranieri, nel turismo, nell’agricoltura e nella manifattura. Vedono «snobbate» le loro offerte di impiego, spesso proprio per l’assenza di una offerta idonea di alloggio per i lavoratori e le loro famiglie, nelle zone ad alta intensità abitativa, turistica ed a vocazione universitaria.
La Uil e il sindacato chiedono da anni, a questa giunta, ma già alle precedenti, di diverso segno politico, provvedimenti concreti sia a breve scadenza, per tamponare la situazione congiunturale data dal surriscaldamento di inflazione e costo dell’energia, che a medio- lungo termine, riguardo al modello di edilizia pubblica sociale e residenziale provinciale. Un modello da cambiare, per mettere a disposizione di una società diversa da quella di vent’anni fa, abitazioni e modalità di residenza di tutt’altra specie e concezione.
Nei prossimi \giorni si terrà finalmente, seppur con un ritardo di qualche anno, organizzata dall’assessorato alle politiche sociali, la «Conferenza provinciale per l’edilizia abitativa». Ci auguriamo di avere qualche dato della situazione dell’abitare in Trentino, visto che le ultime informazioni, parziali in quanto riferite solo all’edilizia pubblica, risalgono al Bilancio sociale Itea del 2020 e di poter rappresentare le esigenze e le proposte che le parti sociali raccolgono.
La prima esigenza sarebbe quella di rielaborare una nuova legge sull’edilizia pubblica, verificata l’inadeguatezza della cosiddetta legge Dalmaso, la numero 15 del 2005, e stendere un programma decennale o almeno quinquennale di manutenzione e ristrutturazione degli alloggi di risulta, la cui mancata manutenzione, a tutt’oggi, ha prodotto la stragrande parte dei circa 1200 alloggi sfitti della società Itea.
Sarebbe anche il tempo di mettere mano almeno al Regolamento di assegnazione degli alloggi pubblici e soprattutto di adeguare i limiti Icef per la permanenza nell’alloggio Itea, in gran parte fermi da 15 anni che, a causa dell’inflazione, sono diventati penalizzanti rispetto al tempo in cui sono stati fissati.
L’altra leva a medio termine, che ha dato risposte ad un migliaio di famiglie trentine ed è scaduta dal 2018 è il decollo, il convenzionamento, la riedizione di un Fondo di Housing Sociale, per alloggi da destinare a chi è troppo abbiente per ottenere un rilascio di alloggi a canone sociale pubblico e non abbastanza ricco per ottenere un mutuo dal sistema creditizio.
Riguardo all’emergenza «boom» delle spese di riscaldamento, la Uil propone una soluzione diversificata per i condomini privati, quelli pubblici e quelli dove le due diverse tipologie coesistono. La provvidenza prevista a livello provinciale è poco rilevante e potrebbero piuttosto essere prese delle misure specifiche utilizzando i data-base già in possesso della Provincia per le famiglie in affitto da privati o interventi di ulteriore rateizzazione per quelle assegnatarie di alloggi pubblici. Per la prima fattispecie (in affitto da privati) si potrebbe pensare di allargare il numero dei beneficiari del «contributo per l’affitto» (attualmente fino a circa 250 euro al mese) alzando la soglia Icef prevista e almeno raddoppiare l’importo minimo del contributo già in essere (da ottobre 2022 a maggio 2023), sperando poi nella normalizzazione della situazione. L’operazione potrebbe avere un costo aggiuntivo per la Provincia di 5/6 milioni complessivamente per le famiglie che potrebbero eventualmente beneficiarne.
Per le famiglie assegnatarie di alloggi pubblici in Itea potrebbe essere la stessa società provinciale a prevedere una rateizzazione «spinta» dei costi del riscaldamento degli inquilini in difficoltà, facendo garanzia a Dolomiti Energia, altra società provinciale a maggioranza pubblica, per il pagamento dilazionato nel tempo delle bollette dei tanti impianti centralizzati dei propri condomìni.
Un analogo piano di rateizzazione dilatatorio delle spese condominiali rimaste bloccate in Itea per 4/5 anni fu impostato e realizzato nello scorso decennio e lì, si badi bene, per meri problemi di software e gestione contabile dell’Istituto, risolti solo dopo qualche anno.
Sono tutte proposte che porremo alla «Conferenza provinciale» di giovedì prossimo. Assieme alla richiesta di istituire un «Fondo per la morosità incolpevole», presente in tante regioni e province italiane e un «Osservatorio della situazione abitativa provinciale». Soluzioni sicuramente percorribili, che vengono da chi conosce la realtà sociale, vivendo fianco fianco con le persone, sui posti di lavoro e nelle associazioni ed enti a cui si rivolgono i cittadini, soprattutto quelli più fragili. Ma che la politica ignora e le vuole ignorare, senza comprendere di fare danno o dispetto non a chi le propone, ma alla comunità ed alle famiglie che subiscono una situazione sociale, economica e finanziaria sempre più pesante e dolorosa.

* Segretario provinciale della Uil

Scarica il pdf: Il T emergenza ART 161122