Corriere del Trentino – 03 novembre 2022

«Fbk, un punto di riferimento. Motore della crescita trentina»

Da quando il presidente della Provincia Bruno Kessler, correva il 1962, disegnò i tratti dell’Istituto trentino di cultura (Fbk dal 2007) prima pietra dell’università di Trento, fino ad oggi. Un’istituzione che ha messo insieme saperi umanistici e scientifici e che ha visto impegnati personaggi quali Achille Ardigò, Paolo Prodi, Nadio Delai, Gianni Bonvicini. Andrea Zanotti, Massimo Egidi, monsignor Iginio Rogger, Gian Enrico Rusconi e Oliviero Stock. Ma si potrebbe continuare. «Questa storia molto positiva — ha dichiarato al Corriere del Trentino l’attuale presidente di Fbk Francesco Profumo — è stata caratterizzata dall’intuizione di Bruno Kessler che aveva capito che il Trentino, uscito molto povero dalla Seconda guerra mondiale, non avrebbe potuto crescere di sole mele, ma che avrebbe dovuto investire in cultura, ricerca, sviluppo. E infatti fondò l’Itc e poi l’università». Con una convinzione operativa che stava alla base del processo innescato: «La capacità di trasferire i risultati della ricerca al mondo delle imprese».
«Sicuramente la nascita dell’Itc ha contribuito a fare del Trentino, che all’epoca era legato più ad una economia di sussistenza di carattere agricolo — riflette Roberto Busato, direttore generale di Confindustria — un territorio che forse oggi è tra i più ricchi e avanzati d’Italia. Soprattutto dal punto di vista tecnologico. Ancora oggi il respiro internazionale che ha sempre contraddistinto Fbk (prima Itc) è una segnale che ci fa capire come, al tempo, l’istituto sia stato antesignano di molte cose, mi viene in mente, ad esempio, il settore dell’intelligenza artificiale in cui l’istituto è stato un pioniere non solo in Italia ma in tutta Europa».
«L’Itc, poi Fbk, è stato ed è un motore dello sviluppo del nostro territorio. Non ci sono dubbi — afferma Walter Alotti, segretario generale del sindacato Uil — Un motore forte, una grande intuizione di Kessler. Dopodiché, nel tempo, grazie anche alle giunte provinciali che si sono susseguite — compresa, perfino, l’ultima (quella guidata dal leghista Maurizio Fugatti, ndr), che anche nel campo della ricerca è riuscita a produrre qualcosa — il progetto prosegue e si rafforza, è sempre più autorevole anche a livello europeo».
«In un territorio come il nostro — aggiunge Busato — l’Itc si è caratterizzato per aver fornito quella crescita culturale di cui il Trentino aveva bisogno. In qualche modo l’Itc è stata la prima “forma”, diciamo così, per farci capire, che ha aperto le menti delle nuove generazioni. Ricordo, inoltre, che il suo fondatore, Bruno Kessler, non solo creò l’Itc ma realizzò l’autostrada. Una grande opera. E il Trentino ne rappresenta un territorio strategico di passaggio, collegando fisicamente il resto dell’Italia con l’Europa».
«L’aspetto importante, non l’unico — prosegue Alotti — è che ci sia un ritorno per il territorio delle tante ricerche che vengono fatte da Fbk nelle sue diverse articolazioni. Ma non deve essere questo lo scopo principale. La ricerca deve essere sempre libera e aperta, capace di collaborare con altri centri di ricerca. Ricadute sul territorio ce ne sono state parecchie. Basti pensare, per quanto riguarda gli aspetti produttivi — va avanti Alotti — ai brevetti o alle nuove modalità di produzione».
«Oggi Fbk — conclude il direttore generale Busato — è ancora un punto di riferimento per il Trentino. Prova ne è che, anche in questi ultimi mesi, da tutta Italia hanno chiamato la fondazione per partecipare a progetti legati all’innovazione e alla ricerca con i fondi del Pnrr. A testimonianza che Fbk viene ormai riconosciuta sia a livello nazionale che europeo».

 

Scarica il pdf: CORRIERE Fbk ART 031122