28 marzo 2019 – Trentino
Il Forum famiglie diserta Verona «Chi alza muri è lontano da noi»
Si apre domani a Verona il Congresso mondiale delle famiglie, che riunisce a livello globale movimenti, gruppi, associazioni, personalità cattoliche che si riconoscono in un’agenda che mette al primo posto la famiglia naturale formata da uomo e donna. Vi parteciperanno anche capi di stato ed esponenti politici della destra radicale, cristiana e integralista e tre ministri del governo italiano (che pure ha ritirato il patrocinio), il vicepremier Salvini, Fontana (famiglia) e Bussetti (istruzione).
Dal palco del Congresso interverranno tre relatori dal Trentino: Pino Morandini del Movimento per la vita parlerà della tutela giuridica della vita nascente, Marco Luscia dell’Associazione Libertà e persona rifletterà sulla crisi demografica, mentre lo scrittore Francesco Agnoli, il cui nome compare sul sito della kermesse, ieri non confermava la propria presenza. Dal Trentino scenderanno a Verona tanti esponenti del centrodestra, per primo il governatore Maurizio Fugatti, ma anche diversi consiglieri provinciali come Claudio Cia e il senatore di FdI Andrea de Bertoldi. Andranno a Verona, ma per la contro-manifestazione di protesta, una serie di associazioni da Non Una di meno ad Arcigay, Arci, Anpi, Rete Lgbtq, Se non ora quando, Casa delle donne, i Sentinelli di Trento, Unione degli universitari, Lila, Cgil e Uil: sotto accusa l’attacco dei movimenti integralisti pro life ai diritti delle donne, a cominciare dalla legge 194 sull’aborto, e ai diritti degli omosessuali, che qualcuno dei relatori al Forum vorrebbe “curare” con terapie riparative.
Chi al Congresso non ci sarà è il Forum delle famiglie trentine, che riunisce 38 realtà, dalle Acli all’Agesc, dall’Anffas a Villa Sant’Ignazio, dall’Ama all’Associazione cattolica. «Non ci saremo perché non condividiamo il modo in cui temi anche a noi cari, come la natalità, vengono portati avanti», spiega la presidente Paola Pisoni, avvocato. «Siamo per il dialogo, creare muri e escludere non aiuta mai. Rappresentiamo associazioni che hanno sensibilità diverse e per questo cerchiamo sempre quello che unisce, senza rinunciare ai nostri principi. Anche a livello nazionale abbiamo proposto un patto per la natalità, ma è inutile continuare a dividerci sulla definizione di cosa è “famiglia”. Se partiamo dalla concretezza forse riusciamo a costruire di più». Un esempio? Le nuove famiglie “arcobaleno” con due mamme o due papà: «Noi siamo per partire dai figli, in questo senso va la nostra proposta sugli assegni familiari». Un metodo del confronto (mancato) che Pisoni si augura anche sul tema che ha acceso un duro scontro in Trentino, la sospensione dei corsi sulla parità di genere nelle scuole: «Serve più dialogo tra la scuola e le famiglie, e i ragazzi vanno educati all’affettività. I nostri progetti hanno una caratteristica: si muovono su un piano di laicità».
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