02 marzo 2019 – Corriere del Trentino

Fugatti: rispettiamo il lavoro Alotti: «Irregolarità che avevamo segnalato»

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti prende atto delle osservazioni contenute nella relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti, si compiace del riferimento a un cambio di passo nell’operato della pubblica amministrazione, ma preferisce non intervenire nel merito delle questioni che sarebbero sotto la lente della Procura. A partire dal danno erariale contestato all’Università di Trento. «Non commento ciò che è ancora oggetto di inchiesta, rispetto il lavoro della magistratura e confido nel fatto che faccia chiarezza», dice Fugatti, che ricorda di aver presentato numerose interrogazioni a riguardo quando sedeva tra i banchi dell’opposizione.
La giunta provinciale non si sbilancia neanche sull’appalto del nuovo ospedale di Trento, altro osservato speciale della magistratura.
«Con l’imminente riapertura del bando non mi sembra opportuno dare giudizi sulla vicenda, sappiamo tutti com’è andata. È una cosa che va avanti da anni», sottolinea il governatore.
«Avevamo segnalato che c’erano dei conflitti di interesse nell’appalto del Not — ricorda il segretario della Uil Walter Alotti — E avevamo anche stigmatizzato la scelta di ricorrere a un project financing. Gli errori sono cominciati quando era assessore Rossi e poi sono continuati con la sua giunta».
Il segretario della Uil parla anche dell’inchiesta su Trento Rise e in particolare sulla maxi consulenza da 7 milioni e 474.000 euro affidata a Deloitte Consulting. «Ho sempre sostenuto che uno dei settori meno trasparenti fosse proprio quello della ricerca, soprattutto per questo continuo ricorso alle consulenze. Quelli della Deloitte sono stati pagati come l’oro», evidenzia Alotti.
Quella di esternalizzare le consulenze secondo il sindacalista è una prassi molto diffusa anche tra i Comuni: «Chiamano tutti consulenti legali, giuridici o fiscali da fuori. La cosa paradossale è che si continua a bloccare il turn over per tante qualifiche e poi si fanno consulenze a prezzi folli». Quello che invece bisognerebbe fare, lascia intendere Alotti, è valorizzare il personale interno o investire sulla sua formazione. Nel lungo periodo questo si rivelerebbe molto più vantaggioso ed economico del continuo susseguirsi di esperti e consulenti.
Il segretario della Uil ritorna poi sul boom di inchieste legate agli appalti: «Con la scusa della sburocratizzazione si rischia di non rispettare le regole. Su questo anche noi come sindacato dobbiamo riconoscere di avere delle colpe. La lotta alla burocrazia è un mito che inseguiamo tutti. Penso sia una battaglia legittima, ma deve avere dei limiti. È meglio avere tempi lunghi all’inizio, piuttosto che rimanere fermi con gli appalti per anni perché non si sono rispettati i vincoli di legge».

Scarica il pdf: pubblica amministrazione ART 020319