27 marzo 2021 – Corriere del Trentino

Genitori soddisfatti ma i sindacati attaccano: «Manca la sicurezza»

TRENTO Le reazioni sono state immediate. Discordanti, ma estremamente ferme: da una parte i sindacati, preoccupati per la sicurezza del personale docente, dall’altra i genitori, sollevati per il rientro a scuola dei figli. A poche ore dall’annuncio della Provincia sulla riapertura delle scuole fino alle elementari, gli animi si dividono.
«Siamo molto contenti» esulta Maurizio Freschi, della Consulta provinciale dei genitori. «Sappiamo — prosegue — che si tratta di una scelta sofferta, che va oltre i limiti dell’autonomia. Ma siamo soddisfatti: i nostri ragazzi stanno vivendo un’infanzia che non è libera». Ora, però, si guarda oltre: «Speriamo che dopo Pasqua riaprano anche medie e superiori, tenendo presente che da noi, in Trentino, la realtà è molto diversa rispetto alle aree metropolitane. I plessi hanno tutti dimensioni ridotte».
Parla di decisione «incoerente» invece Cinzia Mazzacca (Cgil). «La scorsa settimana — ricorda la sindacalista — l’Azienda sanitaria ci aveva prospettato una copertura vaccinale del personale scolastico al 70% per poter riaprire in sicurezza dopo Pasqua. Ma lunedì di sicuro non avremo raggiunto questa percentuale». Non solo: «In un incontro con i dirigenti provinciali i dati, che ci sono stati mostrati a distanza, evidenziavano molti casi tra i bambini piccoli, con un picco individuato il 15 marzo. E cosa si riapre? Proprio le scuole dei più piccoli. Un gesto incoerente». Senza contare, conclude Mazzacca, «che si comunica alle scuole il venerdì che il lunedì si cambia». «Come se organizzare una scuola fosse una questione banale» osserva Stefania Galli (Cisl). «La scuola però — aggiunge — è una organizzazione complessa». Galli ammette di essere «sconcertata»: «Dopo un anno siamo ancora agli spot. La settimana scorsa non si poteva andare a scuola perché eravamo zona rossa. E ora? Siamo rossi e si può andare a scuola. Ma cosa è stato fatto nel frattempo? Sono stati fatti tamponi, vaccini a tutti gli insegnanti? Altrimenti è inspiegabile questo cambiamento». Concorda Pietro Di Fiore (Uil): «Se da un lato siamo contenti che la scuola riapra, considerato che la didattica a distanza è una sofferenza per tutti, dall’altro non possiamo non notare due questioni. La prima riguarda l’opportunità: si apre per tre giorni, perché poi ci sono le vacanze, senza aver provveduto a vaccinare il personale scolastico. Abbiamo una circolare che ci impone di svolgere il nostro lavoro quanto più possibile in Dad e poi si aprono le scuole con la stragrande maggioranza del personale non vaccinata». La morale è chiara: «O si creano le condizioni per tenere aperte le scuole in sicurezza oppure è solo puro esercizio di stile e ricerca del consenso».
A prendere posizione, ieri mattina, anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli. Che in un post su Facebook chiede «l’apertura della scuola quanto prima, soprattutto per i più piccoli. Ma chiediamo anche che il ritorno in classe avvenga in sicurezza, con un piano che preveda controlli, tamponi, monitoraggio stretto sull’andamento dei contagi». Ianeselli chiede inoltre «che ci sia una condivisione con il commissario del governo e un confronto con lo Stato. Perché bisogna riaprire per poi non chiudere più: sarebbe intollerabile dover far marcia indietro tra qualche giorno o settimana perché ce lo impone la pandemia di nuovo arrembante».
Si affida ai social anche Luca Zeni (Pd), da sempre favorevole all’apertura delle scuole. «Ma questa volta sono perplesso» ammette l’ex assessore alla salute. «È vero che tutti chiediamo di riaprire prima possibile — osserva Zeni — ma questa scelta sembra solo simbolica, più dettata dalla volontà elettorale di accontentare una richiesta diffusa che dalla logica. In questa situazione sarebbe stato forse più saggio non aprire una finestra di tre giorni, dopo due settimane di Dad e prima di una settimana di vacanze, con il rischio di compromettere parte dei sacrifici fatti. Per tre giorni era meglio tenere duro tutti e riprendere in presenza con la curva dei contagi in calo dopo Pasqua. Speriamo di non dover pagare certe scelte tra qualche settimana».

 

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