20 dicembre 2019 – Trentino

Giovani istruiti in “fuga”. E gli stipendi arrancano

Il rapporto sull’occupazione. Nei primi sei mesi del 2019 più inattivi iscritti alle liste
di disoccupazione. Giovani, -4,6% di assunzioni. Migliora l’occupazione femminile, ma part-time

TRENTO. «Continua la “fuga” dei giovani trentini più preparati. Non ce lo possiamo permettere né in termini economici né demografici». Questa l’analisi di Isabella Speziali (Agenzia del lavoro) che ha commentato così il fenomeno dell’emigrazione all’estero dei trentini a più alta scolarizzazione. «Se da un lato è vero che aumentano i contratti a tempo indeterminato, dall’altra bisogna aspettare tempi sempre più lunghi per una stabilizzazione del posto di lavoro riflette Speziali nel giro di pochi anni avremo più anziani che vanno in pensione che “giovani” in grado di occupare quel posto. E non ce lo possiamo permettere».
Un altro elemento che concorre alla “fuga” dei trentini all’estero è il livello salariale, non altissimo in Trentino: «Sugli stipendi siamo indietro rispetto non solo all’Europa ma anche ad altre aree del Nord Italia», ha sottolineato la dirigente. La retribuzione media giornaliera risulta del 13% più bassa rispetto a Bolzano, del 5% rispetto al NordEst e del 3% rispetto alla media nazionale. Il salario medio è di 20.468 euro contro i 22835 di Bolzano.
I numeri
Nei primi sei mesi del 2019 dice il 34° Rapporto sull’occupazione in Trentino curato dall’Agenzia del lavoro e presentato ieri è cresciuta la forza lavoro, con un aumento degli occupati e dei disoccupati: un potenziale segnale di “risveglio” del merca-
to del lavoro con un certo numero di “inattivi” si iscrivono alle liste di disoccupazione. Ma peggiora l’occupazione giovanile che vede un -4,6% nelle assunzioni. Migliora l’occupazione femminile, ma resta consistente il part-time; resta stabile quella maschile. Migliora la qualità dei nuovi contratti, con un consistente incremento di quelli a tempo indeterminato. Arrivano i primi segnali di ripresa dal settore dell’edilizia, dove negli ultimi mesi si è registrato un recupero di posti.
Tra le fasce d’età solo gli over 55 aumentano i posti di lavoro. La percentuale di giovani senza lavoro resta comunque tra le più basse in Nord Italia (8,7%). Il segretario Uil Walter Alotti ha criticato il Rapporto per non aver messo in evidenza la “fuga” dei lavoratori stranieri: «Se ne lamentano anche i datori di lavoro. Non vorrei che anche l’Agenzia del Lavoro venga in qualche modo indirizzata dalla politica».
Spinelli: «Sì alla staffetta, ma dimagrita»
«L’occupazione giovanile resta il problema – ha commentato l’assessore provinciale al lavoro Achille Spinelli – Un segnale positivo arriva dell’agricoltura, dove a fronte del calo dei lavoratori stranieri, aumenta l’occupazione, segno che ora ci si rivolge alla manodopera locale». Rispetto ai tagli di 5,5 milioni all’Agenzia del lavoro denunciati dai sindacati, Spinelli ha ricordato di aver individuato le risorse per la “staffetta generazionale” che prevede l’affiancamento di un giovane neo-assunto ad un lavoratore in via di pensionamento. Nei giorni scorsi si è temuta una cancellazione della misura: «Destineremo 750mila euro alla staffetta ha precisato Spinelli ma va “dimagrita”, è troppo generosa, l’affiancamento dei pensionandi partirà un anno più tardi».

Scarica il pdf: giovani ART 201219