16 marzo 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

 

Industria, si apre la «primavera calda»

Si sta preparando una primavera «calda» in Trentino Alto Adige. Una decina i tavoli aperti in altrettante industrie, a causa di vertenze più o meno pesanti. Si va dalle chiusure (Glas Vetro Alpin), alle riduzioni di personale (Sandoz), agli ammortizzatori sociali da riattivare (alla Marangoni). Non mancano neppure alte aspettative per commesse che possono sbloccare la situazione (Iveco) e rivendicazioni sul salario che hanno innescato scioperi (Valbruna). Ultimo in ordine di tempo è lo stato di agitazione proclamato in 7 aziende del gruppo Dolomiti energia.
Il baricentro di questo stato di tensione è sul Trentino, anche considerando che l’Alto Adige ha mantenuto in questi anni un’economia più performante, confermata anche dai dati record sull’occupazione (nel 2018 al 79%).
Ieri l’assessore trentino allo sviluppo economico Achille Spinelli è intervenuto sulla vicenda della Glas Vetro Alpin, che chiude e licenzia 26 persone. «La crisi è frutto di una decisione interna all’azienda che non ha coinvolto realtà esterne, come la Provincia. Da lunedì (domani ndr) attiverò gli uffici, con priorità assoluta, per verificare la situazione ed i rapporti tra Glas Vetro Alpin e l’ente pubblico, così da mettere in campo nel più breve tempo possibile tutti gli strumenti in nostro possesso. La priorità va anche ai lavoratori. A loro la giunta provinciale garantirà il massimo impegno». I sindacati in questo caso puntano il dito contro l’imprenditore altoatesino Max Lintner.
L’altro ieri si è chiarita intanto la partita in Sandoz a Rovereto: l’azienda non ha intenzione di andarsene, ma dovrà far fronte a un cambio di commessa «anticipato», per cui prevede uno scivolo per 12 persone su 148, che raggiungeranno la pensione. Il problema è capire di quanto si abbasserà il lavoro «esternalizzato» alla Pulicenter, che ha 4050 addetti, impegnati in produzione. Domani i sindacati incontreranno i lavoratori, la sfida è affrontare il problema in modo organico.
Ieri invece Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec hanno aperto lo stato di agitazione nel gruppo Dolomiti energia, nel dettaglio in Dolomiti ambiente, Dolomiti energia, Trading, Novareti, Set, Hde e la Holding stessa. Il tema: mancato riconoscimento dello straordinario negli spostamenti, imposizione a smaltire 20 giorni di ferie. Non sembrano problemi insormontabili, ma si chiamerà in causa il commissario del Governo e si minaccia pure lo sciopero.
Più pesante la situazione alla Marangoni: il 26 marzo il tavolo di crisi al Mise dovrà valutare l’avvio di un periodo di contratto di solidarietà, presumibilmente di un anno, per far fronte alla tensione finanziaria che attanaglia la multinazionale, che a Rovereto ha 230 addetti nel ramo pneumatici.
Sempre a Rovereto c’è l’annosa questione del depuratore di Aquaspace, sotto sequestro, con indagini che si avviano alla chiusura. In quel caso la Tessiquattro (gruppo Aquafil) ha una settantina di addetti e potrebbe subire ripercussioni in caso di decisioni drastiche. Intanto, a causa di mancate commesse britanniche, ha già chiesto 8 settimane di cassa ordinaria. Sempre a Rovereto in autunno scioperava la Mariani e proteste sono scattate pure alla Bonfiglioli.
A Bolzano, ricorda Claudio Voltolini della Fim Cisl, gli scioperi all’Acciaieria Valbruna, in contemporanea con lo stabilimento madre di Vicenza (1200 addetti), hanno coinvolto 530 addetti. Il nodo: il premio di risultato medio nel 2018 si contrare a 1.200 euro, rispetto ai 1.700. Un taglio di salario dovuto in particolare ai dazi Usa, che assorbono il 30% della produzione. Anche in questo caso domani ci sarà un nuovo passaggio con i sindacati. Poi c’è Iveco, che dopodomani si aspetta al Mise uno sblocco delle commesse per i veicoli Vbm freccia. A Bolzano ci sono 750 persone, che dal 2016 hanno consumato 300 giorni di cassa integrazione: se si sbloccano gli ordini dei veicoli militari gli effetti si vedranno a fine anno. Se si andasse oltre nascerebbero problemi. Da non dimenticare infine gli esuberi Sirti (833 su 3692 a livello nazionale) a Roverè della Luna.

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