Intervento di Walter Alotti scrivente sui luoghi “sedotti ed abbandonati” e sugli immobili ed aree dismesse in Trentino. Trento 13 gennaio 2023.

 

E’ da tempo che la Uil del Trentino, vista l’inesorabile caduta di offerta di abitazioni sia di edilizia pubblica sociale da parte di ITEA, che di quelle a canone moderato offerte dal piano di Hausing Sociale, chiede la valutazione ed eventuale modifica della destinazione uso dei tanti immobili residenziali, industriali, turistici, pubblici e privati “sedotti ed abbandonati” in Trentino.

Avevamo proposto anche nel momento di individuare progetti per il PNRR di inserire fra le azioni possibili di investimento la ristrutturazione di parte di questi immobili e la riconversione delle aree in cui spesso essi sono collocati, riattivando una politica per la casa degna della nostra storia e della nostra Autonomia.

Ci si è limitati invece a pochi interventi di carattere energetico, legati agli incentivi col 110%, che ora hanno difficoltà a decollare, poco appetibili per le poche imprese edili trentine in grado di effettuarli e residuali per le grandi aziende edili impegnate in territori anche del Nord (Lombardia, Emilia, Friuli e Piemonte) che appunto hanno invece attivato grandi cantieri di edilizia popolare e sociale.

Eppure sono poche decine all’anno le abitazioni nuove costruite da Itea, nell’ultimo quinquennio; dal 2018 è scaduto il piano di Housing Sociale che ha comunque assegnato 400 alloggi dei 500 realizzati a “canone moderato” e ritarda il decollo di un nuovo Piano, per il quale non si è ancora aperta la gara per l’individuazione del gestore dell’importante strumento finanziario. Ricordiamo che il “canone moderato” sarebbe il più indicato per tutti coloro che sono troppo ricchi per mettersi in lista in attesa di un alloggio a canone sociale e troppo poveri per immaginare di accedere alla prima casa in proprietà, anche solo per l’anticipo non coperto dal relativo mutuo ipotecario per l’acquisto.

Il Sindacato chiede da anni anche un piano di investimenti finalizzato a potenziare un offerta abitativa economicamente accessibile, socialmente funzionale ed eco-sostenibile, attraverso la messa a disposizione di immobili e spazi pubblici inutilizzati da ristrutturare o ricostruire, utilizzando fondi pubblici e privati per offrire sul mercato a prezzi calmierati altre soluzioni abitative, soprattutto nei comuni ad alta densità abitativa: Trento, Rovereto e la “Busa” di Arco e Riva.

Facciamo inoltre una proposta nell’ambito delle operazioni che potevano essere finanziate col Recovery Found o che potrebbero esserlo con l’accensione dell’eventuale ventilato prestito obbligazionario a suo tempo ventilato, denominato “Bond Trentino”. Si potrebbe ipotizzare di investire o raccogliere risparmio per almeno 100 milioni di euro per realizzare 1000 abitazioni economiche di superficie media intorno ai 60 65 metri quadri, la cui progettazione e direzione lavori potrebbe essere affidata ad Itea spa, mentre i comuni potrebbero mettere a disposizione le aree, magari proprio quelle dismesse o in cui ci sono immobili o strutture abbandonate, attuando un programma per il loro recupero, attraverso la demolizione, ricostruzione, trasformazione, da destinare alle famiglie in attesa di un alloggio.

Un tema, quello dell’edilizia sociale e delle misure di aiuto alle tante famiglie in affitto che non sono assegnatarie di alloggi di edilizia pubblica, che da tanto, troppo tempo è passato in fondo alle liste di priorità della politica locale, non solo provinciale, ma anche di tanti Comuni e delle Comunità di valle. Si scordano gli effetti di stimolo dell’edilizia popolare allo sviluppo economico dei territori; non si sperimentano neppure ad esempio, nelle valli turistiche, le riconversioni di qualcuno dei tanti alberghi dismessi in “case albergo” per lavoratori, tanto per tamponare anche la sempre più desolata ricerca di personale stagionale del turismo che difficilmente riesce a trovare in quelle zone ( Valli Avisio, Garda, alta montagna) alloggio a prezzi compatibili con le non eccelse retribuzioni in essere in provincia di Trento.

Finalmente, dopo una lunga mancanza (dal 2017) coll’ultima legge di bilancio del dicembre scorso è stato Istituito in Trentino un “Osservatorio delle politiche abitative” ‘ un luogo istituzionale aperto alle parti sociali ed agli enti locali, che studi e monìtori la situazione abitativa della nostra provincia e dove ci auguriamo si possano fare quelle proposte, come quelle poc’anzi avanzate, volte a migliorare le condizioni abitative delle famiglie trentine, risanare il territorio ed il paesaggio e rilanciare in modo armonico e compatibile anche lo sviluppo economico e urbanistico della nostra comunità.

Walter Alotti Segretario Generale UIL del Trentino

 

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