22 aprile 2020 – Trentino

LA FUNZIONE DELLA SCUOLA IN TEMPI COVID

Tavoli al via per la fase 2. Anche con qualche rilevante forzatura da parte della Giunta trentina che punta alla “ripartenza” delle attività economiche, anticipando addirittura le linee guida fissate a livello nazionale e superando memorandum e decreti del governo, col rischio di passi avventati, che potrebbero metter in pericolo i sacrifici delle famiglie, dei lavoratori, delle aziende, delle persone che stanno subendo lo tsunami imprevisto del Corona Virus. Il cosiddetto “Cigno nero”: devastante non solo per l’economia, ma per lo stesso nostro modello attuale di vita sociale.
Ma in Trentino, più che in altre Regioni, è il turismo ed il suo indotto, l’argomento al centro della discussione del dopo Covid, per fortuna almeno subito dopo la sanità.
E se a livello nazionale una delle ultime misure economiche proposte per tentare di salvare almeno un pezzo di vacanza estiva, è l’idea del buono ferie statale di 300 euro, ovviamente evitando proroghe della chiusura delle scuole, in Trentino l’assessore provinciale Failoni sta proponendo, in vista della prossima stagione turistica 2020/2021, l’inserimento per legge delle vacanze invernali in Italia.
E nel contempo beni comuni pubblici come l’ambiente, la mobilità e, per la nostra sensibilità, in primis l’istruzione, temi che dovrebbero essere in cima alla lista delle priorità, restano invece a far da Cenerentola all’interno di un piano di rilancio, peraltro dai contorni ancora molto vaghi.
Si pensi alla Scuola: l’attività principe pubblica, l’investimento sulle future generazioni, bloccata da più di un mese e che probabilmente non riaprirà prima di settembre, ridotta a “miniera” del turismo estivo nazionale, ed invernale per il Trentino. Senza alcuna altra riflessione approfondita e condivisa: né a livello nazionale, né a livello provinciale.
Leggiamo di proposte relative a doppi turni settimanali, a giorni alterni: nessuna vera concreta proposta che ponga i temi della didattica a distanza o ravvicinata in coerenza con gli organici necessari a sostenerle. Di come spostare gli alunni e gli studenti da casa alle scuole, della residenzialità degli universitari, della mai sopita questione dei precari, del valore dello studio e della ricerca quali elementi fondativi della società trentina moderna: nulla.
Unico pensiero va all’utilità strumentale della scuola, quale possibile leva del mercato turistico, alla faccia della tanto declamata “conoscenza e formazione”.
Alla Giunta provinciale, parafrasando un discorso del Presidente Kennedy in ambiente universitario, discorso del 1968, ricordo come il PIL possa dirci tutto sul Trentino, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Trentini.
* segr. gen. Uil Trentino

Scarica il pdf: Alotti ART 220420