8 ottobre 2016 – Trentino, Corriere del Trentino

La scelta di Coop Alto Garda

Disdetto il contratto integrativo Sindacati arrabbiati,trattativa in salita. Il timore di conseguenze nel sistema

TRENTO Coop Alto Garda decide di disdire unilateralmente il contratto integrativo dei suoi 180 dipendenti. I sindacati insorgono e organizzano per giovedì un’assemblea. La direttrice Arianna Comencini però difende la scelta: «L’integrativo è stato scritto negli anni del boom economico. Ora bisogna ripartire dalla giusta analisi del momento storico». Il timore, visto l’aumento di concorrenza, è che si cerchi di «stare in piedi» intervenendo solo sul costo del lavoro. E inoltre che Coop Alto Garda, la più grande del sistema trentino, faccia scuola.

La nota diramata in modo unitario da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltuc Uil è pesante: «I dipendenti dei numerosi supermercati del Basso Sarca dal primo gennaio di quest’anno si vedranno applicato solo il contratto nazionale di settore, con buste paga più leggere e soprattutto con meno diritti rispetto a quelli che erano loro riconosciuti nel contratto di secondo livello». In realtà sia Fisascat che Uiltucs fanno sapere che c’è tempo per negoziare fino alla fine di gennaio 2017. L’applicazione del mero contratto nazionale (senza l’integrativo) sarebbe il risultato del fallimento delle trattative che da ora in avanti possono essere intavolate. Ciò non toglie che la disdetta sia un segnale molto preciso. Ed è la stessa società — che nel 2015 ha chiuso con un fatturato di 29,2 milioni e una perdita di oltre 380mila euro — a sottolinearlo: «Sebbene rivisitato in tempi recenti, in sintonia coi sindacati, il nostro contratto integrativo appariva ormai irrimediabilmente obsoleto — dice Comencini —. Alcuni degli istituti previsti vengono dagli anni del boom economico: condizioni ormai lontane e che, è noto a tutti, sono drasticamente cambiate. Da parte nostra, la disponibilità al confronto e a creare un percorso partecipato coi sindacati non è mai venuta meno: ne è prova il fatto che pochi giorni fa abbiamo avuto il primo incontro». «Quanto stabilito nell’integrativo ci mette nelle condizioni di faticare a confrontarci con la concorrenza, sempre più agguerrita, con marchi della grande distribuzione che applicano condizioni di lavoro molto diverse e certo non migliori delle nostre». Non è escluso che nel prossimo integrativo si introducano benefici per i lavoratori, ma la direttrice voleva ripartire da capo, «altrimenti ci saremmo trovati a dover negoziare puntualmente anche elementi che solo noi concediamo, visti dall’esterno come privilegi».

La possibilità della disdetta era prevista dall’accordo, ma così si parte in salita. «Prima di arrivare a questo punto era meglio chiamarci. Questo è l’aspetto che più infastidisce» dice Lamberto Avanzo della Fisascat. Coop Alto Garda «va da sola» non condivide con le altre Famiglie cooperative un «integrativo territoriale», non ancora in scadenza. Altro accordo «distinto» è quello del Sait, di cui si discuterà nei prossimi giorni. ««Temo che ragionamenti del genere capiteranno dappertutto — afferma Walter Largher della Uiltucs —. È il risultato della recente apertura di troppi supermercati. Ritengo che sarebbe molto importante, a questo punto, creare una base territoriale minima per tutto il settore, coop e non, altrimenti siamo al tutti contro tutti. E si trova sempre qualcuno più bravo a togliere: così si prepara il terreno a chi viene da fuori».

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