13 gennaio 2019 – Corriere del Trentino

Dichiarazione  stampa Consiglieri di Amministrazione Cgil Cisl Uil Trentino in Laborfonds

Trento, 12 gennaio 2018

Riguardo le notizie riportate oggi dalla stampa inerenti Laborfonds, ci preme ribadire che le dimissioni del presidente Valentin, cui è stata ribadita la piena stima e fiducia da parte di tutti i componenti del consiglio di amministrazione, non ha alcuna conseguenza sull’operatività del fondo e sulla gestione dei risparmi degli aderenti. Sia dal punto di vista amministrativo sia dal punto di vista finanziario infatti gli organismi direttivi del fondo sono pienamente titolati ad assumere tutti gli atti indispensabili alla corretta gestione del risparmio e al rispetto degli adempimenti di legge.

I consiglieri di amministrazione di Laborfonds Fabrizio Bignotti, Andrea Grosselli e Gianni Tomasi

Laborfonds. Ripensamenti? Il caso è chiuso. Sindacati, la manager nel mirino

Il vicepresidente di Laborfonds Fabrizio Bignotti ieri sera chiedeva a Valentin di revocare le dimissioni. Ma il presidente dice: «Per me il caso è chiuso. Avviamo ora la successione, peraltro il fondo sta andando avanti benissimo». Intanto però sul fronte sindacale la temperatura si sta alzando notevolmente.
«La direttrice Forno non può ignorare le dimissioni di Valentin: il fondo è guidato dalle parti sociali. Le dimissioni rappresentano una frattura fra queste stesse parti sociali e la direzione, una divisione che va ricomposta», dice Franco Ianeselli, segretario della Cgil trentina. Che aggiunge: «È responsabilità di tutti che nel fondo si ritrovi la serenità e che la situazione vada sanata in tempi rapidi».
Per la Uil altoatesina parla il segretario Toni Serafini: «Laborfonds è uno strumento strategico, sta viaggiando verso i 120.000 iscritti. La direttrice Forno mi sembra una persona seria, non riesco a spiegarmi il motivo di questo piccolo terremoto. A questo punto dobbiamo tutti verificare le vere ragioni delle dimissioni e poi agire di conseguenza». Il suo collega a Trento, Walter Alotti, segretario della Uil trentina, è sorpreso: «Si sapeva che c’era qualche discussione, ma sempre nel terreno della normalità. Forse la direttrice dovrebbe tenere più in considerazione del cda, essere più morbida verso i ragionamenti delle parti sociali». Alotti ritiene che il governatore altoatesino Arno Kompatscher dovrà parlare con Valentin, rappresentante della parte datoriale pubblica, connessa anche con Pensplan, con cui «i rapporti devono cambiare». Il fatto che Valentin sia un manager pubblico, il primo in Laborfonds, per alcuni per la prima volta ha creato la contrapposizione fra due funzionari pubblici, uno presidente e una direttore del fondo. E per Kompatscher perdere Valentin non dev’essere una questione di poca importanza.
Lorenzo Pomini, segretario della Cisl trentina, ritiene le dimissioni «un atto grave: era meglio se prima se ne discuteva, Valentin avrebbe dovuto sentire tutti». Ma poi va oltre, in toni che si inaspriscono: «Il progetto va riposizionato: il fondo non è della direzione, ma dei soci. La sua credibilità va ricostruita, per rispetto ai tanti che ripongono fiducia in questo strumento, importante per la previdenza complementare e per le ricadute sull’economia locale, attraverso i minibond». Pomini è fermo: «Non possiamo permettere scossoni sulla credibilità di Laborfonds, per questo faremo i nostri passi. Il fatto è che il cda è espressione delle parti sociali, che però in questo caso particolare dovrebbero prendere in mano la situazione e discuterne. Qui non finisce a tarallucci e vino, sindacati e categorie si devono parlare per risolvere la situazione». «Ne va della credibilità e della reputazione del fondo, che occorre ristabilire», conclude il segretario della Cisl.

Scarica il pdf: Laborfonds ART 130119