27 gennaio 2021 – Corriere del Trentino

Lavoro, in un mese persi oltre 2.400 posti

Crollano i contratti di lavoro, nel 2020 a causa della pandemia da Covid -19 si sono registrate quasi 18mila assunzioni in meno. Il bilancio pubblicato ieri dall’Agenzia del lavoro provinciale, con i dati aggiornati a novembre, compone un quadro già fortemente compromesso dal continuo rallentamento delle assunzioni. Colpa della seconda ondata della pandemia, che a novembre ha trascinato in basso la domanda di lavoro: il calo, in un solo mese, è stato di ben 2.437 unità, il 26,1% in meno rispetto allo stesso mese del 2019 .

Manca solo dicembre a completare la fotografia ufficiale delle dinamiche occupazionali che hanno segnato il Trentino nel 2020, l’anno della pandemia. Ma il bilancio pubblicato ieri dall’Agenzia del lavoro provinciale, con i dati aggiornati a novembre, compone un quadro già fortemente compromesso dal continuo rallentamento delle assunzioni. Colpa della seconda ondata, che a novembre ha trascinato in basso la domanda di lavoro: il calo, in un solo mese, è stato di ben 2.437 unità, il 26,1% in meno rispetto al novembre 2019.

Il minor fabbisogno di lavoratori nei primi undici mesi del 2020 ha fatto «evaporare» 17.641 assunzioni in Trentino. Una diminuzione che ha impattato quasi totalmente sull’attività del settore terziario. Commercio, turismo, ristorazione, bar, servizi. Prestazioni fortemente limitate dall’emergenza Covid e puntellate dalla crisi fino alle ultime battute dell’anno. Tanto da far contrarre la domanda di lavoro di 14.114 unità, di cui oltre ottomila solo nei pubblici esercizi. «Sono dati drammatici — scrivono in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — ma attesi, e che nel rapporto sul mese di dicembre peggioreranno drammaticamente, visto che mancheranno all’appello migliaia di contratti di lavoro degli stagionali del turismo invernale. Il rischio è di chiudere il 2020 con un calo delle assunzioni di oltre il 15% — e aggiungono —. Ci aspettiamo che la Provincia sblocchi subito i 13 milioni di euro per i lavoratori e le famiglie in crisi». Una crisi del lavoro che ha una geografia sociale ben definita: il crollo delle assunzioni ha impattato pressoché ugualmente su uomini e donne, mentre si è fatta sentire di più sulla manodopera straniera (-17,7%) e sui lavoratori della fascia 30-54 anni (- 10.617). Insomma, come descritto dal report dell’Agenzia del lavoro, nel 2020 le cessazioni di contratti di lavoro (132.963) hanno superato le assunzioni (122.486). A pagarne il prezzo sono stati specialmente i pubblici esercizi: a novembre sono state fatte 2.403 assunzioni in meno rispetto al mese corrispondente del 2019 (-81,9%). Al contrario, è cresciuta la domanda di personale nell’area dell’istruzione, con 870 contratti in più solo a novembre, e nella pubblica amministrazione (+207). Una flessione più contenuta per l’agricoltura, dove i posti persi in undici mesi sono stati appena 320. Più in sofferenza il settore secondario con meno 3.207 contratti nel 2020. Ed è sull’industria che gli occhi saranno puntati dal 31 marzo, quando dovrebbe scadere il blocco dei licenziamenti. «Si tratta del settore più esposto alla concorrenza dei mercati internazionali, dovrà essere monitorato per evitare crisi aziendali che producano un’impennata della disoccupazione», avvertono i sindacati, mentre le ore di cassa integrazione accumulate in Trentino dall’inizio dell’anno a novembre sono già salite a quota 12.241.751.

 

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