19 aprile 2018 – Corriere del Trentino

«Lavoro, ora si deve puntare sulla qualità»

Bilancio: Cgil, Cisl e Uil sottoscriveranno un documento unitario da sottoporre alla giunta Rossi Definite le priorità: «Promuovere l’occupazione femminile, indicizzare l’Icef, rilanciare gli appalti»

Cinque mosse, su tutte, che confluiranno in un documento unitario. Migliorare la qualità del lavoro, superando gli standard meramente quantitativi; promuovere l’occupazione femminile evitando cortocircuiti che rendono improduttivo l’inserimento nel mercato del lavoro (Icef alto e tariffe per nidi più alte, per esempio); adeguamento dell’indice Icef all’inflazione per il calcolo delle politiche di sostegno; rinnovare i contratti in scadenza (scuola, sanità e Intervento 19) e rilanciare i grandi appalti, ma di qualità. Cgil, Cisl e Uil intendono formulare un corollario di soluzioni mirate da sottoporre all’attenzione della giunta. Obiettivo: impegnare cum grano salis le risorse aggiuntive che arriveranno a breve con la manovra di assestamento di bilancio.

Le idee sono chiarissime. «Abbiamo osservato i dati sull’occupazione — premette Franco Ianeselli, segretario della Cgil — e, in presenza di una ripresa che c’è, a crescere è stata la quantità del lavoro anziché qualità: ecco perché insistiamo sulla necessità di amplificare gli investimenti in conoscenza». Chiarita la premessa, a proposito di qualità del lavoro disomogenea, all’unisono i sindacati indicano le asimmetrie di genere ancora persistenti. «Molto c’è da fare nel campo dell’occupazione femminile» rimarca Ianeselli che suggerisce un approccio concreto: «Adottare una politica tariffaria, intervenendo sull’Icef, affinché non si crei un paradossale disincentivo alla reimmissione nel mercato del lavoro». Per essere chiari: se l’indicatore economico familiare resta perno delle tariffe, ad esempio nel caso degli asili nido, aumentare il coefficiente patrimoniale potrebbe rivelarsi addirittura uno svantaggio. «Serve un welfare forte, che tenga, ma che favorisca chi lavora ed eviti l’assistenzialismo», sottolinea ancora Ianeselli.

Ma non è finita. Cgil, Cisl e Uil intendono chiedere alla giunta di utilizzare le risorse per rinnovare i contratti in scadenza. «A cominciare dai 2000 lavoratori di Intervento 19 che svolgono lavori di pubblica utilità e a cui si possono aumentare le retribuzioni». «Per poi proseguire con il contratto della sanità, ormai bloccato, e della scuola», fa eco Walter Alotti, segretario della Uil. «A tutto ciò prosegue — si aggiunge ciò che chiediamo da tempo: l’indicizzazione dell’Icef. Tale adeguamento non avrebbe grandi costi, tuttavia avrebbe importanti impatti sulle politiche sociali». Alotti indica poi un’ulteriore mossa per favorire l’emancipazione abitativa: «Ristrutturare e recuperare ulteriori alloggi da mettere a disposizione a canone sociale».

«Il lavoro è cresciuto, ma resta precario — aggiunge Lorenzo Pomini, segretario della Cisl, che fa sintesi della premessa all’origine di ogni proposta confederale — Servono quindi incentivi per rendere più stabile il lavoro». Non solo: Pomini cita la necessità di arginare la dispersione di intelligenze, ossia giovani laureati trentini che emigrano sempre più spesso. «Dalle elementari e fino al diploma di laurea, l’investimento medio, a persona, è di 160.000 euro, non possiamo disperdere questo investimento e le imprese devono essere attrattive». Per qualificare l’intero sistema, poi, i tre sindacati rimarcano un concetto: investire in appalti ad alto valore aggiunto. «Ma di qualità», sottolinea ancora Pomini che, ora, attende un vis a vis con Piazza Dante. «Mi auguro — conclude — che la giunta ci convochi per discutere della manovra, cosa che non è sempre accaduta negli ultimi anni e che, viceversa, al termine della legislatura potrebbe ripristinare le tradizionali relazioni con le parti sociali».

Scarica il pdf: lavoro ART 190418