17 novembre 2020 – Trentino

LO SPIRITO AUTONOMISTA DEL BOND TRENTINO

Nel leggere le reciproche precisazioni sul “Bond trentino” di Manzana e di Mantovan, noi scegliamo di stare dalla parte dei cittadini, ormai molto provati dagli effetti di una pandemia sanitaria che, a detta degli esperti, si protrarrà anche per gran parte del 2021 e le cui conseguenze economiche probabilmente si protrarranno ancora più in là. Il dibattito sul cosiddetto “Bond dei cittadini” deve avere come unico scopo il miglioramento dell’attuale e futura condizione dei cittadini stessi. E se siamo qui a parlarne, se la questione è il mezzo o il fine, significa che da troppo tempo si è forse un po’ perso il principio che dovrebbe vedere una quotidiana equazione tra “pago le tasse” e utilizzo a favore dei cittadini delle medesime.
L’occasione del “Bond dei cittadini” arriva proprio al momento giusto, soprattutto per riportare “in carreggiata” il principio di cui sopra.
L’economia frena, bisogna gestire l’emergenza ma anche programmare la ripartenza: poiché in gran parte le risorse pubbliche in questa fase di emergenza servono per tenere a galla la barca erogando denaro a pioggia, mancano le risorse per affrontare quegli investimenti strategici che dovrebbero permettere di traghettare il Trentino verso un nuovo sviluppo economico una volta passata la pandemia. È necessario trovare nuove forme di finanziamento degli investimenti (la BEI non finanzia tutto e la PAT ha già sfruttato quasi al massimo lo strumento, i mercati finanziari ci hanno già prestato molto). In un periodo di tassi azzerati e in certi casi negativi e il contemporaneo successo anche dell’ultima emissione di obbligazioni italiane collocate per miliardi di euro, dimostrano che la liquidità da investire è ancora molta ed i recenti dati del Trentino dimostrano che i cittadini sono ancora alla ricerca di strumenti finanziari che raccolgano la loro fiducia oltre che i loro risparmi. Finora i cittadini hanno avuto solo le elezioni politiche provinciali e comunali per mostrare concretamente il loro attaccamento all’autonomia ora, oltre a riceve i contributi, è possibile dimostrare lo spirito autonomista anche nella sottoscrizione dei “Bond dei cittadini”, soprattutto se la politica sarà chiara nella tipologia di investimenti che andranno a finanziare. Si crea una sorta di “democrazia diretta finanziaria” dove il cittadino, a seconda della corsa alla sottoscrizione, da in pratica anche un giudizio di gradimento sull’opera finanziata.
Ricordiamo che già in passato, ad esempio nel mondo della cooperazione, vi sono state realtà importanti (es. gruppo Mezzacorona) che hanno visto l’emissione di forme di debito sottoscritte con successo dai soci stessi perché vedevano in questa forma di sottoscrizione un valido strumento di impiego dei propri risparmi, proprio nella realtà del territorio di cui erano soci e sostenitori degli stessi investimenti.
Capiamo inoltre perché, agli occhi degli imprenditori trentini suoni un po’ strano che la Provincia utilizzi i loro stessi strumenti di raccolta di denaro dai cittadini. Molti imprenditori trentini, tra cui la stessa GPI di Manzana, florida azienda da centinaia di milioni di euro di fatturato e da milioni di euro di utile ha visto i propri minibond sottoscritti dal Fondo Strategico Trentino che ha creduto nei suoi piani di investimento aziendali. Ora anche Manzana, nella sua veste di semplice “cittadino”, se crede nei programmi di investimento della Provincia, potrà sottoscrivere i “Bond dei cittadini” provinciali che, anche se seppur indirettamente, potranno portare beneficio, oltre che
al Trentino stesso, anche alle sue aziende. Stesso discorso anche per gli altri
imprenditori trentini che, sempre nei panni dei semplici “cittadini” potranno dimostrare che credono negli investimenti decisi dalla politica provinciale e non solo quando sono, sotto forma di contributi, a favore delle loro aziende.
* segretario generale Uil del Trentino

 

Scarica il pdf: Bond ART 171120