13 novembre 2020 – Trentino

Manzana: «Bond trentino? Può servire per singole opere»

Il dibattito. Il presidente degli industriali tiepido sulla soluzione proposta dalla giunta: «Ma si dovrebbe finanziare un’idea più ampia, un progetto di sviluppo sostenibile e green»

TRENTO. «Un bond della Provincia rivolto agli investitori trentini? Se serve per finanziare delle opere specifiche può anche essere una soluzione. Detto questo, ci sono altre vie per ottenere liquidità, come ad esempio i finanziamenti della Bei, a tassi agevolatissimi. Credo che in questo momento ci siano tanti problemi, ma non certo quello di reperire risorse».
È tiepida la reazione del presidente di Confindustria Fausto Manzana rispetto al progetto -annunciato un po’ a sorpresa tre giorni fa dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti -di mettere in campo un bond provinciale rivolto ai trentini per recuperare risorse da destinare al finanziamento di opere pubbliche. «Emettere un bond non è affatto facile. Innanzitutto serve una banca, poi deve essere autorizzato da Consob e Banca d’Italia. E poi il vantaggio diretto dove starebbe? In questo momento sui conti correnti degli italiani ci sono 1600 miliardi di euro che giacciono inutilizzati a tassi prossimi allo zero e le occasioni per investire non mancheranno» -spiega Manzana. «Detto questo, ciò che dobbiamo considerare oggi è: abbiamo davvero così tanto bisogno di risorse? Perché io credo di no».
Manzana si riferisce innanzitutto alla possibilità di reperire fondi senza ricorrere al mercato, ma andando a prenderli dove ci sono e dove -sostiene il presidente -costano meno, vale a dire alla Banca degli investimenti. «E poi c’è il Recovery Fund, l’altra grande occasione per reperire risorse. Ma in questo caso -continua Manzana -ci vogliono idee chiare, forti e in grado di intercettare l’interesse del governo e delle istituzioni europee per veicolare i fondi. Il Trentino, a mio avviso, dovrebbe concentrarsi sull’elaborazione di un’idea di sviluppo sostenibile e green, un’idea chiara e definita. Poi, per il resto, se si ritiene utile ricorrere al mercato e rivolgersi ai cittadini trentini per chiedere loro dei soldi in prestito per finanziare alcune opere specifiche per il territorio, questa può essere una soluzione, ma non possiamo di sicuro basare su questo le future politiche di bilancio della Provincia per uscire da questa crisi».
Di diverso avviso -come dicevamo ieri -il segretario della Uil Walter Alotti, da sempre sostenitore della soluzione del bond trentino: «I trentini hanno tanti soldi da parte -ha spiegato ieri Alotti -e credo che molti di loro sarebbero disposti a prestarne un po’ alla Provincia per finanziare opere utili al territorio».

 

Scarica il pdf: Bond ART 131120