14 maggio 2017 – Trentino

Materne, campanella per Rossi: «Garanzie per gli insegnanti»

Lunedì la decisione sul futuro lavorativo di 1600 persone

Il calo delle iscrizioni ai nidi mette a rischio il futuro degli insegnati delle scuole d’infanzia: sono 600, in provincia di Trento, più 1000 delle equiparate. Un problema oggi ma soprattutto in prospettiva. Così i sindacati hanno giocato d’anticipo chiedendo alla Provincia di non spostare senza criterio un insegnate da una parte all’ altra del territorio, quando verranno a mancare le classi.

E’ attesa lunedì la decisione della Provincia: al tavolo le tre sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil e l’autonomo Satos. Stefania Galli, segretario della Cisl scuola: «Abbiamo chiesto di trovare una soluzione che permetta a questi insegnanti di poter accedere a tutti i posti disponibili sul territorio, mettendo dunque a disposizione anche quelli già individuati per l’accostamento alla lingua». Mesi fa Rossi promise che nessun insegnante avrebbe perso il posto, nell’ambito della riorganizzazione in atto con il progetto del trilinguismo. Rossi precisò però anche che non si poteva indebolire il progetto stesso. Da quì la nascita del tavolo tecnico di contrattazione sulla mobilità degli insegnanti. Dato il trend nei nidi ci saranno meno bimbi alle materne, dal prossimo anno scolastico. Sezioni accorpate, insegnanti in attesa di nuova destinazione. Ma dove? «Non si può certo pensare a trasferimenti senza criterio spiega GalliFacciamo un esempio. Un insegnante, età media 50 anni, che per anni è stato a Trento e lì ha costruito la sua vita, non può essere spostato a Tione». Sarebbe utile, quindi, “occupare” i posti vacanti del trilinguismo, anzichè lasciarli in attesa e fare di un insegnante un nuovo pendolare della cattedra. «Rossi si è impegnato a trovare una soluzione che non sacrificasse il progetto del trilinguismo ma che, allo stesso tempo, non penalizzasse gli insegnati. Attualmente sarebbero circa una trentina quelli che, nella scuola equiparata, sarebbero destinati alla mobilità. I numeri precisi li abbiamo chiesti da tempo. Pare non siano ancora disponibili». Il problema è imminente, se si pensa che i sindacati al tavolo di lunedì attendono una soluzione, come annunciato nel recente incontro sulla partita del rinnovo contrattuale del pubblico impiego. «Dobbiamo considerare poi che in pensione si va a 65,67 anni e che non c’è ricambio. Non si assume » riflette Galli. Infine l’annuncio: da lunedì stato di agitazione dei funzionari amministrativi della scuola. Sono 75 e rappresentano il braccio destro della dirigenza. Uno per ogni istituto trentino. Anche questo personale del pubblico impiego attende risposte da Rossi: normativa giuridica e adeguamento economico. La revisione del contratto è in capo alla Provincia. Il 21 dicembre la firma dell’accordo stralcio per i dipendenti pubblici, con l’impegno sottoscritto da Apran e parti sociali per la revisione dei profili degli operatori della scuola. Per i Fas, i funzionari della scuola , la firma era per la parte economica. «Ad oggi nulla è stato fatto . Per questo gli amministrativi garantiranno solo la normale attività, niente tutoraggio, niente formazione» chiude Galli.

Scarica il pdf: Materne ART 140517