11 aprile 2019 – Corriere del Trentino

 Mercatone Uno, si torna indietro. Richiesta di concordato preventivo

«Un fulmine a ciel sereno». Questo il commento di Alessandro Stella, della Filcams Cgil trentina, rispetto al ritorno in acque agitate del Mercatone Uno. Shernon holding, la società che in agosto ha acquisito 55 punti vendita a livello nazionale, deposita la richiesta di concordato preventivo al tribunale di Milano. E ciò avviene dopo tre anni di commissariamento. C’è apprensione in particolare per il punto vendita di San Michele all’Adige, dove lavorano 32 dipendenti.
Purtroppo si stanno concretizzando i timori che avevano mosso i sindacati ad aprire lo stato di agitazione nei giorni scorsi. «A otto mesi dal subentro di Shernon nella proprietà — scrivevano — la situazione dei punti vendita è in grande affanno e c’è molta preoccupazione tra i dipendenti. Stando alle testimonianze dei delegati sindacali, infatti, i negozi sono privi di merce e il magazzino centrale è vuoto. Come se non bastasse c’è merce già venduta e pagata che non è stata consegnata ai clienti, con conseguente restituzione dell’incasso. In questo quadro anche i fornitori sono sul piede di guerra: ritirano la propria merce perché non viene pagata da Mercatone Uno». «La situazione è grave e anche il punto vendita di San Michele all’Adige non fa eccezione. È per questa ragione che abbiamo ritenuto opportuno proclamare subito lo stato di agitazione. Ci aspettiamo spiegazioni e chiarezza» dicevano in modo unitario Fisascat Cisl, Uiltucs e Filcams Cgil. I sindacati avevano compreso che le cose non stavano andando come previsto già qualche settimana prima, quando Shernon non si è presentata all’incontro previsto al Mise.
Mercatone Uno ha vissuto numerosi anni di difficoltà, fino ad arrivare nel 2015 in amministrazione straordinaria. Nell’agosto dell’anno scorso la fetta principale di Mercatone Uno, con 55 punti vendita e 2.300 posti di lavoro, alla Shernon holding che fa capo all’imprenditore veneto Valdero Rigoni. La parte rimanente, 13 punti vendita e 385 addetti, è stata ceduta al gruppo abruzzese Cosmo-Globo.
Da parte sua Shernon afferma: «L’azienda ha ritenuto di avvalersi di questo strumento per salvaguardare l’operatività e la continuità aziendale, preservando il patrimonio della società, e superare una temporanea situazione di difficoltà finanziaria. Sono infatti in corso avanzate trattative con nuovi soci ed investitori interessati all’ingresso in società. Dette trattative, pur se molto avanzate, richiedono tempistiche non conciliabili con la tensione finanziaria in essere e, pertanto, lo strumento del concordato con riserva risulta funzionale». La volontà è preservare occupazione e fornitori.
Secondo quanto riporta il Sole 24 ore, nei tre anni di commissariamento è stata accumulata una perdita ulteriore rispetto al dissesto di partenza e si è continuato con lo stesso passo anche dopo il subentro di Shernon. Inoltre, in questo periodo, sono diminuiti i lavoratori: solo a San Michele all’Adige si è passati da 40 a 32 e a livello nazionale Shernon ha riferimento a 1860 dipendenti, in luogo dei circa 2.300 iniziali. «A questo punto speriamo che il ministero dello Sviluppo economico, nell’incontro programmato di giovedì 18, intervenga in questa vicenda: ci sono responsabilità da parte dei vecchi amministratori e problemi che ritornano dopo 8 mesi» afferma Stella. Dal canto suo Rigoni sostiene come vadano rivisti «dalle fondamenta tutti i principali equilibri e assetti aziendali, per riqualificare e rendere realmente competitivo lo storico marchio. L’obiettivo non è uscire dal mercato, ma ripartire più forti».

Scarica il pdf: Mercatone uno ART 110419