Corriere del Trentino – 14 febbraio 2023

Metalmeccanici, c’è l’integrativo

TRENTO La stagione dei rinnovi contrattuali provinciali si arricchisce di un nuovo capitolo: ieri è stata la volta dei metalmeccanici. Sindacati e Associazione Artigiani hanno firmato un accordo che incrementa la parte aggiuntiva del salario definita col contratto provinciale, che si somma ai minimi tabellari definiti a livello nazionale. Gli aumenti dell’Indennità Integrativa Provinciale, che a regime porteranno 35 euro mensili in più (si partiva da 100-110 euro), non potranno essere assorbiti da eventuali futuri aumenti derivanti dal contratto nazionale, né potranno assorbire eventuali superminimi individuali: tutti i lavoratori delle imprese artigiane metalmeccaniche del Trentino, tra i 4 e 5 mila addetti, si vedranno riconoscere l’aumento.
Il contratto provinciale durerà meno di due anni perché — scrivono in una nota i sindacati — «vista la situazione in rapido divenire, consentirà di tornare al tavolo di trattativa già alla fine del prossimo anno. Il nuovo contratto corona una ritrovata unità tra i sindacati trentini dei metalmeccanici ed un clima rasserenato con l’Associazione Artigiani. Questa intesa era stata preceduta, il 30 maggio 2022, da un accordo stralcio scritto per chiudere il periodo delle divisioni e per consentire l’avvio della trattativa in modo unitario».
Fim, Fiom e Uilm si dicono soddisfatte per l’intesa raggiunta con l’Associazione Artigiani, tanto più importante considerato il momento difficile caratterizzato dall’elevata inflazione e dal caro bollette.
«Il contratto si preoccupa di delimitare in modo netto il perimetro delle aziende che possono applicarlo, al fine di tutelare sia i lavoratori dal dumping contrattuale sia le aziende dalla concorrenza sleale: è un fatto importante che prende atto della necessità di invertire un processo di disgregazione che ha fortemente danneggiato i lavoratori, ma che alla lunga ha finito per favorire le aziende meno virtuose». Il contratto introduce il pagamento della malattia, seppur parziale, per gli operai: 3 giornate di carenza al 60% e successive 6 giornate al 40%. Diventano esigibili le due giornate di permesso retribuito in più all’anno rispetto a quanto previsto dal Contratto Nazionale. Meglio specificato anche l’istituto della flessibilità, con precisi vincoli e limiti a tutela dei lavoratori.

 

Scarica il pdf: CORRIERE artigianato ART 140223