21 gennaio 2022 – l’Adige

Mille lavoratori disoccupati o in cassa. Turismo: dicembre buono, gennaio a picco, soffrono ristoranti e mense

Siamo in bassa stagione turistica, d’accordo. Ma i colpi della nuova ondata della pandemia si abbattono ugualmente sul comparto del turismo, della ristorazione e dei servizi in Alto Garda, che prima del Covid si stava abituando a lavorare anche a dicembre e gennaio, trainato da mercatini, eventi e fiere. Questa volta dicembre ha tenuto, ma gennaio va a picco. Gran parte degli 800 lavoratori stagionali, meno del solito e molto meno dell’estate ovviamente ma alcuni di loro già di difficile reperimento, hanno chiuso il loro rapporto di lavoro con l’Epifania e sono già in disoccupazione. Per gli altri serve la cassa integrazione, ma la cassa Covid non è stata prorogata dopo il 31 dicembre, nonostante le pressioni dei sindacati. Per i lavoratori della ristorazione collettiva e delle mense scolastiche, aziendali, delle case di riposo, circa 200 in zona, è già partita la cassa ordinaria con riduzione di orario. In tutto sono scattati ammortizzatori sociali per un migliaio di lavoratori e lavoratrici.
«In Alto Garda con metà gennaio i più chiudono spiega il presidente dell’Unione Albergatori Enzo Bassetti -La fiera Expo Riva Schuh questa volta è stata da lockdown, con pochi partecipanti. La maggior parte degli alberghi riaprirà a metà marzo o verso Pasqua. Da una decina d’anni si lavora a dicembre ma è normale che gli stagionali siano assunti fino all’Epifania. Nel caso dei ristoranti, invece, il periodo natalizio è stato molto buono ma ora gran parte di quelli aperti sono in difficoltà».
«È vero che l’inverno tradizionalmente è un periodo di chiusura, ma da alcuni anni, da prima della pandemia, non è più così» sostiene Paolo Turrini, presidente dei Ristoratori Alto Garda e Ledro e vicepresidente provinciale di categoria, che lancia un vero è proprio grido d’allarme (vedi a fianco). «Negli ultimi anni c’è stata una certa destagionalizzazione grazie ai mercatini di Natale e alle fiere di gennaio. I periodi di chiusura si limitavano a novembre e febbraio, a parte quella fetta di locali con apertura annuale per un bacino di 45mila residenti. Questa volta, invece, la fiera delle scarpe ha visto molti meno partecipanti e Hospitality è stata rinviata a marzo. I ristoranti che hanno tenuto aperto ora sono in seria difficoltà».
La destagionalizzazione aveva portato a lavorare anche in inverno un migliaio di addetti stagionali. Quest’anno ne sono arrivati meno anche perché, dicono i rapporti delle Camere di commercio, alcune figure professionali sono di difficile reperimento. «Quest’anno le strutture turistiche hanno fatto contratti brevi -spiega Walter Largher della Uiltucs -Molti stagionali sono andati in disoccupazione prima del solito, che significa avere anche un periodo più breve di Naspi (l’indennità di disoccupazione ndr). Pesa la grande incertezza. Spesso poi si tratta di personale qualificato che non si trova facilmente non solo per la retribuzione ma anche perché in Alto Garda, come in altre zone turistiche, è difficile trovare casa».
I colpi della recrudescenza dei contagi e delle nuove restrizioni si sentono anche nell’indotto e nei servizi. Risto3, la cooperativa con 1.500 addetti in tutto il Trentino che in Alto Garda gestisce la mensa di 20 scuole e di numerose aziende, ha appena deciso il ricorso alla cassa integrazione con riduzione di orario per i suoi dipendenti, in gran parte donne, molte con part time, a volte in famiglie monoreddito.
«Il 31 dicembre è finita la cassa Covid e si è dovuto ricorrere al Fondo di solidarietà ordinario per 13 settimane, ma non è detto che ad aprile si riparta subito -sostiene Francesca Delai della Filcams Cgil -Questa situazione non riguarda solo Risto3 ma anche le altre aziende e tutti i 3.000 addetti del comparto». L’appello per la proroga della cassa integrazione Covid è arrivato da Cgil Cisl e Uil, per ora senza risposta. «Nelle mense scolastiche calano i pasti per le quarantene delle classi. Nelle mense aziendali per le assenze da contagi e per lo smart working. In generale la gente mangia meno fuori, per prudenza preferisce mangiare a casa. Ma ad aprile, quando la cassa finirà, la ripresa sarà lenta. Se poi perdesse il lavoro, una donna di 50 anni avrebbe molte difficoltà a trovarne un altro. Siamo molto preoccupati e chiediamo interventi urgenti a livello centrale ma anche provinciale».

 

Scarica il pdf: ADIGE Alto Garda ART 210122